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Teatro: Regole Zero - conversazione con Dario Fo.-a cura di Carla Cavicchini

Dario Fo Dario Fo

Assistere ad una lezione di teatro il cui docente è Dario Fo, è assolutamente imperdibile in quanto ti affascina per come parla e gesticola, per poi rapirti quando capisci che ciò che dice è una vera e propria metafora di vita.
"Sì, certo, bisogna approfondire la conoscenza nella totale libertà, tuttavia uniti da un forte senso di collettività. La prima regola teatrale è l'assenza delle regole:solamente regolamenti, forme geometriche smatematiche, ti danno la possibilità' di buttar tutto all'aria se la cosa non ti convince. L'improvvisazione d'un tempo, molto tempo,quando le persone sapevano stare sul palco, prendeva fondamenti dalla scienza; non a caso Arlecchino osservava che improvvisare è sapienza e quindi una grande e trascinante forza! Come si fa!!! Eh...te lo devi sentire sulla pelle, devi captare, ascoltare il pubblico, il loro respiro ed il loro ritmo sino a diventare un tutt'uno lavorando all'unisono. Il teatro ha sempre avuto dei grandi cambiamenti, delle grandi trasformazioni segnate anche da chi impostava il tutto, da chi dirigeva, nonché dai mutamenti di pensiero, e di politica. Nel periodo di Shakespeare, alle donne era vietato calcare il suolo teatrale, tanto che Giulietta era un maschietto!
Forse non tutti sanno del Dario Fo pittore in quanto qualche annetto fa a Pontedera, mediante scrupoloso lavoro di catalogazione e numerazione della consorte Franca, furono esposti un'infinità di dipinti e disegni dei due artisti quale frutto di lavoro d'una vita intera. E questo quasi a discapito dei testi, per l'impegno di ciò che comporta la lettura. Praticamente un linguaggio d'immagini figurato da arazzi, autoritratti, foto di scena,manifesti, locandine, maschere della Commedia dell'Arte, marionette, burattini e pupazzi tramite provocazione scenica con tanto di fabliaux e la conta comica sarcastica dei comici greci e buffoni medievali. Un corpus notevole altamente pungente e satirico, che ricordò i fatti più rilevanti della storia sociale, politica ed economica dell'Italia degli ultimi quarant'anni.
"Quando scrivo e non trovo il bandolo della matassa, sia in un posto allegro, sia in un posto meno allegro, ecco che tiro fuori china, pennelli e pennelletti, tempera, e, magicamente, dopo aver incollato, sostituito, capovolto, graffiato, le forme delle cose poco a poco appaiono, riuscendo a chiarirmi le idee. Se non possedessi questa facilità naturale del raccontare attraverso le immagini, sarei un mediocre scrittore di testi teatrali nonché di favole o grotteschi satirici. E tengo a dire che non ho inventato niente: grandissimi artisti del Medioevo e Rinascimento quali Michelangelo, Raffaello, Leonardo, Correggio, Tintoretto, usavano e sperimentavano questo in gran maestria."
Il suo erede: chi vede in tali panni? Mi osserva quasi allibito strabuzzando gli occhioni che quasi gli escono fuori dalle orbite.
"Ma io non sono mica un Re! Un giullare? Lo dica lei!!! So fare molte cose e le ho ben imparate per cercare di stare in equilibrio andando avanti. Però mai fermarsi sui meccanismi, altrimenti sei un ottuso e sei rovinato! So montare uno spettacolo nel cinema, in televisione, nel teatro, riesco a fare opera e scenografia, allestire tecnicamente un teatro dove non si capisce una parola ...e quando si parte impartisco le direttive poiché riesco a fare i calcoli grazie agli studi approfonditi d'architettura ed altro ancora."
Tipo?
" Tipo musica, so fare musica! Faccio delle canzoni, impianto un testo antico e lo traduco intuendo dal testo la provenienza...se è straniero e quindi mi documento trovando le matrici di origine, e poi...come è bello correre... - che c'entra! Ma lui è così, va di palo in frasca, giusto, l'improvvisazione!!!" - lo sai che ho fatto i "Centometri"? Ero uno dei podisti più veloci d'Italia assieme a Paternini e Missoni...ma questi sono lazzi – aggiungo frizzi! - e poi ancora scrivo libri, faccio inchieste sulla pittura italiana di tutti i secoli e sulla architettura, inoltre amo studiare ed approfondire i grandi uomini italiani per produrli e farli venire in primo piano!"
Cari miei, questo è un re, proprio un re, anzi per dirla alla milanese un rèèè! Come cantava Jannacci. Arrivano le domande dal folto pubblico che lo applaude; un signore maturotto osserva che lui è un grande poiché lo ha sempre stimato, come del resto stimava l'amico Vianello.
"Io e Raimondo eravamo compagni d'avventura anche se non abbiamo mai recitato assieme; siamo dello stesso periodo, presumo stessa età anche se lui adesso...che dire, erano tempi in cui si lavorava con la libertà addosso, con buona vivacità di radio nell'informazione, trasportata anche nell'ironia e nel sarcasmo. Era una persona molto civile e garbata, addirittura silente nonostante quel suo muoversi disarticolato...quelle braccia che muoveva a modo suo e la voce così particolare:una persona che riuscì a vincere in gran modestia".
Ma anche il nostro primo attore è modesto e 'pieno' di buoni valori tanto che il Nobel gli fu assegnato al seguito di ..."seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere, restituendo dignità agli oppressi."
E' il momento delle domande calde: oso domandandogli il suo pensiero sull'immigrazione, sui politici e... basta poiché so perfettamente che fa presto a diventar cavallo a briglia sciolta.
"Sull'immigrato troppe volte vien detto speranza! Ecco, la speranza va buttata via, la speranza è una trappola grave, tanto che un grande filosofo soleva dire:" Voleremo quando 'schiacceremo' la speranza!" Pausa. Un bicchier d'acqua e prosegue. " Il politico che non va in crisi è un mammone, persona orrenda già con i suoi bei soldini vicini vicini. Un altro difetto è che non ascoltano, sono come quegli attori che recitano senza ascoltare il ritorno, non vivono emozioni, sono pieni di stereotipi anche perchè non hanno progetti. E da cosa lo si capisce? Allarga le braccia. " Ripetono continuamente luoghi comuni, stantii, oppure fanno battute smorte, qualunquistiche...insultano l'intelligenza delle persone! "
D'obbligo ricordare Franca Rame.
"Aveva vent'anni...mai visto una donna così bella e poi guarda caso, sorpresa! Era anche intelligente...chi ha tanta beltà gli basta quella, invece lei aveva tutto, tutto! Ma era una donna che dava anche fastidio: protestava quando c'era da farlo, anche contro il governo, lavorava con gli operai, andava dai carcerati a portare sostegno...una roccia. Anche nei momenti duri si rialzava sempre, sempre!"
Alla fine delle esequie per l'adorata moglie, un attimo prima d'andare via, a squarcia gola urlò: "Ciao Francaaaa". Quella Franca che, giovane, bellissima e piena d'energia come del resto il suo amato che recitava con lei, stufa ed indispettita della "presunta indifferenza" del suo Dario,senza tanti complimenti, lo sbattè ben bene contro un muro togliendogli il fiato con un lungo bacio.
Il resto è storia.

Ultima modifica il Venerdì, 25 Marzo 2016 12:52

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