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Venerdì, 21 Febbraio 2014
Pubblicato in Interviste

Particolarmente gremito il foyer del Teatro Carlo Felice ieri pomeriggio (19.02.2014) per l'incontro con David Garret nell'ambito dell' "Indovina chi viene a Teatro". Circa mille persone presenti (per lo più di sesso femminile) per ascoltare e soprattutto vedere il divo del violino presente a Genova per il concerto di Brahms in programma il giorno a seguire e per l'anteprima del film "Il Violinista del diavolo" che lo vede protagonista nelle vesti di Paganini. Un incontro emozionante in cui Garrett si è dimostrata persona particolarmente affabile e disponibile verso pubblico e giornalisti ai quali ha dedicato anche più del tempo dovuto a scapito delle ultime ore di prova prima del concerto.

David, quando le è cominciata la passione per la musica classica e soprattutto per il violino?
Direi molto presto in quanto ho ricevuto in regalo da mio padre il primo violino quando avevo quattro anni e a dieci ho fatto il primo debutto sul palcoscenico, con la Hamburg Philharmonic. A 13 anni mi è stato donato uno Stradivari ed ho avuto un contratto esclusivo con la Deutsche Grammophon, con cui ho registrato concerti per violino di Mozart con il grande Claudio Abbado. Ma con queste parole non voglio essere autoreferenziale, sin da subito per me quello che era importante era far conoscere la musica classica ai miei coetanei, e risvegliare in loro un entusiasmo verso quella che viene considerata "musica seria".

Quindi cosa rappresenta per lei la musica?
La musica accomuna tutti i popoli e tutte le culture per questo ricopre un ruolo fondamentale nella mia vita. E quando parlo di musica non alludo solo a quella comunemente definita colta, io amo il pop, il rock ed il rhythm and blues che spesso mescolo alla musica classica. Del resto il primo che ha fatto un'operazione simile è stato Nicolò Paganini che ha ripreso la musica popolare per farla diventare classica. Lui aveva perfettamente capito il modo di intendere la musica. Infatti si può affermare che in campo musicale esista un "prima Paganini" e un "dopo Paganini". Prima del suo arrivo il violino era inteso all'interno di altri gruppi musicali e mai aveva avuto un ruolo solistico che è cominciato solo dopo di lui.

Colgo l'occasione della sua citazione di Paganini per chiederle cosa la ha affascinato della sua figura?
C'è qualcosa di diabolico in Paganini, perché non sono in molti ad aver saputo fare quello che ha fatto lui col violino. Il suo talento eccezionale è stato attribuito a poteri miracolosi, ma ricordiamo che il virtuosismo è principalmente il risultato di duro lavoro e disciplina rigorosa. Paganini è una figura molto complessa. Non ha mai messo nulla su carta. Non esistono diari, né alcun altro scritto personale. E questo fatto ha lasciato molta immaginazione ai posteri pertanto diciamo che è praticamente impossibile differenziare la persona di Paganini dalla leggenda di Paganini, anche quando gli eventi si basano su fonti storiche come ar-ticoli di giornale dell'epoca o commenti dei contemporanei. Io ho cercato di entrare nel suo personaggio quando ho accettato il suo ruolo nel film, ma la cosa più complicata e a cui tenevo maggiormente era di interpretare bene la sua musica.

Pensa di esserci riuscito?
(sorride) sono soddisfatto della mia esecuzione di vio-linista molto di più di quella da attore. Penso senz'altro ci siano attori più bravi e capaci di me nel mondo del cinema, per questo penso che sia la mia prima e ultima prestazione in questo senso, ma credo però che non ci sia alcun attore che sappia anche suonare bene il violino.

Avendo iniziato la sua carriera molto giovane ha mai avuto qualche dubbio o qualche ripensamento su come im-postare il suo futuro?
Ho avuto molta pressione da bambino e in questo non credo di essere stato il solo. Spesso mi sono chiesto: è giusto quello che sto facendo o devo cambiare registro? Anche in questo caso porto ad esempio Paganini, la storia dice che ha avuto un padre molto severo che lo ha molto condizionato. E' stato un genio nato e cresciuto nell'insicurezza e anche per questo è diventato quello che sappiamo. Nella sua vita c'è un buco di 4 anni di cui non si conosce nulla di lui, né dove fosse né cosa abbia fatto, anche nella mia ci sono stati anni di silenzio che ho usato per studiare a fondo. Penso che anche Paganini abbia usato quegli anni per lo stesso motivo.

Pensa che il suo aspetto fisico abbia agevolato la sua brillante carriera?
Sono convinto che le attitudini fisiche siano di effetto per i primi due minuti, poi bisogna dimostrare dell'atro per andare avanti, far uscire il valore, se c'è.

Qual è il suo compositore preferito, quello che le è stato d'ispirazione?
Assolutamente Bach, per la sua straordinaria modernità. Bach è l'antesignano del rock.

Che consigli si sente di dare a chi intraprende una carriera come la sua e magari la prende ad esempio?
Il primo è proprio quello di non emularmi. Nessuno suona come un altro e interpretare la musica vuol dire essere sempre sé stessi, solo in questo modo uscirà la voce vera del proprio strumento. Quando mi esercito sento me stesso e non faccio pratica davanti allo specchio. Ascoltare il proprio intimo è importantissimo, fondamentale per dare il meglio a sé stessi e di conseguenza anche agli altri.

Ha ricercato qualche traccia di Paganini qui a Genova?
Quando sono sceso dall'aereo ho subito chiesto di essere portato al cimitero a vedere la tomba di Paganini, ma mi è stato risposto che il violinista è sepolto a Parma. Ho chiesto allora di visitare la dimora in cui era nato, e la risposta è stata che è stata abbattuta per far passare una grossa strada. La cosa mi ha stupito, non mi è sembrata una giusta decisione.

David Garrett che, per intercedere del Comune di Genova, ha preso tra le mani il Cannone di Paganini è in programma torni a Genova per suonarlo il prossimo autunno.

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