La Redazione
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L'UOMO PRUDENTE Una delle commedie più interessanti e divertenti di Goldoni, protagonista un attore di grandi capacità interpretative e di notevole notorietà come Paolo Bonacelli. Uno spettacolo di successo che viene riallestito a Gubbio, prima tappa della lunga tournèe. “L'adattamento di Franco Però, anche regista attento, e di Paolo Bonacelli, ottimo protagonista, ha asciugato il testo e tolto il veneziano dalla bocca di Pantalone e la maschera dal suo volto, proponendo uno spettacolo vivace. Gli attori sono tutti bravi, ma chi la fa da padrone con la sua recitazione straniata, quasi a buttare via le battute per poi impennarsi e far così scoprire, con bravura e originalità, senso e ritmo, è Paolo Bonacelli che ben riesce a inserire nel tessuto comico il suo discorrere ponderato, il suo argomentare quasi fondato su una naturale filosofia.” Magda Poli, Corriere della Sera |
IL BORGHESE GENTILUOMO Altro atteso debutto al Comunale di Gubbio con la messinscena del capolavoro di Moliere, Il borghese gentiluomo. “L’estrema libertà con cui l’autore tratta la vicenda, i toni farseschi, satireggianti, gli elementi fiabeschi, onirici, la prosa densa di ritmo, la tessitura musicale, la coreografia dei balletti, il tutto, è teso a una teatralità assoluta di grande effetto comico. L’obiettivo è quello di costruire un prodotto fortemente popolare, nel senso più alto, capace cioè di coinvolgere e divertire lo spettatore, stimolandone una riflessione, attraverso il racconto di un microcosmo, nel quale, malgrado la lontananza temporale, è facile rispecchiarsi. Questo allestimento, che oltre a me e a Tosca, vede in scena un nutrito cast di attori, ballerini e cantanti, rappresenta la caparbia necessità di mettere in scena il ‘gran teatro’.” Massimo Venturiello |
ELEONORA L'ULTIMA NOTTE A PITTSBURGH Nasce a Vigevano, in una camera d’albergo; muore a Pittsburgh, in una camera d’albergo. È l’inizio e la fine del lungo viaggio, della lunga tournée di Eleonora Duse, figlia d’arte. L’ultima notte a Pittsburgh è rivissuta da Maurizio Scaparro affidando il ricordo alla sensibilità di una grande attrice come Anna Maria Guarnieri ed è un modo per rendere omaggio a una donna straordinaria e a quello che ha significato e significa per la diffusione della nostra cultura e del Teatro italiano nel Mondo. “Una sfida che la Guarnieri affronta usando tutte le sue possibilità espressive, passando da toni drammatici a altri nostalgici, intensa e lieve, tra accensioni e improvvise chiusure in se stessa, e alla fine la platea e' tutta in piedi per applaudirla molto a lungo con un calore eccezionale. Non e' un caso che questo spettacolo sia stato appena invitato nel 2012 al Cafe' La Mama di New York.” Paolo Petroni, Ansa |
LE AVVENTURE DI PINOCCHIO Un altro sguardo su Pinocchio, un'altra lettura di un libro che, come tutti i classici, non finisce mai di stupire. Lo spettatore “casuale” pescato in platea per colpa dello squillo di un cellulare, re-incontrerà i personaggi più importanti della storia di Pinocchio, della “sua” storia. Si ritroverà burattino tra i burattini, cane alla catena, ammonito dal Grillo, accusato dalla Fatina. Incontrerà il serpente sibilante, il giudice gorilla, le faine canterine e di nuovo, finalmente, il suo babbino nella pancia del pescecane. E così, sollecitato da queste apparizioni, trasformerà il suo rifiuto a riconoscersi Pinocchio, nella voglia di finire la storia, per poterla ricominciare, rivivendo la sua infanzia a ritroso fino a diventare di nuovo, il solito ceppo d’albero fatato. Uno spettacolo dedicato a tutti quei Pinocchi, grandi o piccini, che non vogliono smettere di essere monelli. |
PRO PATRIA Ogni nuovo spettacolo di Ascanio Celestini è salutato ormai come un vero e proprio evento. In questo nuovo racconto teatrale, che vede il sostegno del Teatro Stabile dell’Umbria, l’artista vuole ricucire i fili della storia del nostro paese, ritrovando quella scintilla intellettuale e politica che ha dato vita a un’esperienza lunga e dolorosa, un percorso che ha coinvolto uomini e donne uniti da un grande ideale: fare l’Italia. “Quand’è che l'avete capito che era finita, Mazzini? Quando finisce la rivoluzione? Finisce a Roma nel ’49 con la fine della repubblica? O con le insurrezioni degli anni ’50? Con le impiccagioni e le fucilazioni di Belfiore che faranno guadagnare a Francesco Giuseppe il soprannome dell’impiccatore? Con l’insurrezione di Milano del ’53? Quando è che avete pensato "siamo sconfitti", Mazzini?” Ascanio Celestini |