venerdì, 29 marzo, 2024
Sei qui: Home / Attualità / DAL MONDO / NOVOSIBIRSK / La Redazione
La Redazione

La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

Sabato, 05 Maggio 2012
Pubblicato in Non categorizzato

La Metamorfosi

Prosegue anche nel 75° Festival, quello che ormai è un appuntamento tradizionale del Maggio: la commissione di un opera nuova ad un compositore italiano, a testimonianza di un convinto impegno alla diffusione della musica contemporanea. Quest’anno è la volta di Silvia Colasanti, giovane compositrice formatasi all’Accademia di Santa Cecilia a Roma e successivamente perfezionatasi con Fabio Vacchi, Wolfgang Rihm, Pascal Dusapin e Azio Corghi, che ha ricevuto una lunga serie di riconoscimenti. Della sua musica, eseguita nelle più prestigiose istituzioni musicali italiane e europee, Guido Barbieri ha scritto: “Se la si taglia ‘in sezione’, come un minerale, la musica di Silvia Colasanti rivela una complessa, magmatica stratificazione di figure contrastanti. Nello strato più profondo una tensione costante verso la saturazione dello spazio acustico, ottenuta sia attraverso la massima densità che attraverso la massima rarefazione degli oggetti sonori. Poi, nello strato immediatamente superiore, l’alternanza strutturale tra crescendo / diminuendo e accelerando / rallentando, rappresentazione ‘fisica’ del respiro corporeo e della sua ansietà. Salendo di un gradino, il ricorso frequente al procedimento dell’ostinato ritmico, traduzione temporale di una turbata patologia del ricordo. Infine, sulla superficie del minerale, i frammenti di un lirismo lancinante che emerge dal magma denso del suono. Le figure, insomma, di un irrequieto, non pacificato ‘suono dell’inquietudine’”. Per questa sua nuova opera, si è ispirata a La metamorfosi, testo eponimo, si direbbe, di Franz Kafka e momento saliente di quella cultura mitteleuropea che il Maggio 2012 indaga in profondità. Scritto nel 1912, il racconto, com’è noto, narra la storia del commesso viaggiatore Gregor Samsa che una mattina si sveglia trasformato in un insetto mostruoso, ma conservando le capacità intellettive, fra l’orrore dei familiari, che progressivamente lo emarginano: non essendo più in grado di mantenere la famiglia, viene chiuso a chiave nella sua camera e abbandonato. Quando viene trovato morto dalla cameriera e spazzato via, padre, madre e sorella tirano un sospiro di sollievo.
La straordinaria qualità della scrittura kafkiana rende indimenticabile l’atmosfera di incubo in cui si svolge la vicenda, mentre la metamorfosi di Gregor sembra alludere al rifiuto di un lavoro ingrato e alla materializzazione della speranza di sfuggirvi: un insetto infatti non può lavorare. Ma alle radici di questa trasformazione sta la famiglia, che ha sfruttato Gregor e che vede riflessa nella sua mostruosità il proprio disumano egoismo. L’allestimento proposto dal Maggio è di altissima qualità, contando su uno specialista della musica contemporanea come il direttore Marco Angius e su un regista, scenografo e costumista come il fiorentino Pier’Alli, uno dei protagonisti del teatro di prosa e lirico italiano.

Sabato, 05 Maggio 2012
Pubblicato in Non categorizzato

Il Mandarino Meraviglioso / Il Castello Del Duca Barbablu’

Nel nome di Bartók, un’occasione preziosa. In collaborazione per regia e coreografia con Jo Kanamori ed in coproduzione con il Festival Saito Kinen, il giovane direttore d’orchestra ungherese Zsolt Hamar, già Direttore principale ospite della Filarmonica Nazionale d’Ungheria, più volte sul podio dell’Opernhaus di Zurigo per importanti produzioni e prossimo Direttore principale dell’Hessischen Staatstheater di Wiesbaden, profondo conoscitore del repertorio musicale operistico e sinfonico del Novecento, affronta dapprima le sinistre atmosfere notturne e l’incalzante tensione erotica, che la musica di Bartók evoca nel balletto Il mandarino meraviglioso, in una scrittura di eccezionale potenza evocativa e di agghiacciante valenza espressionistica. Segue l’unica opera scritta da Bartók, Il castello del Duca Barbablù, non meno inquietante nel suo universo simbolico. L’inesausta volontà di sapere di Judit, che la condurrà ad un tragico destino, si snoda attraverso un percorso, dal buio delle scena iniziale alle tenebre finali, che da ambienti claustrofobici si apre all’esterno, ma su tutto, interni ed esterni, domina un senso di morte, la presenza del sangue e un sottile gioco erotico. Ogni porta chiusa cela un frammento di verità, ma all’aprirsi di esse non muta il panorama di violenza che intride il castello, sia che si sveli la stanza della tortura o il lago di lacrime. E ben presto Judit è conscia di ciò che l’attende, ma deve condurre fino in fondo il suo percorso di conoscenza, finché dietro alla settima e ultima porta, appaiono tre mogli: quella del mattino, del mezzodì e della sera. Judit sarà quella della notte: il suo destino è segnato; seguirà le tre compagne dietro quell’ultima porta che definitivamente si chiude alle sue spalle. L’orchestra di Bartók, mobilissima e ricca di sfumature, accompagna con assoluta precisione ogni momento dell’azione e l’alternarsi di luce e tenebra, con pianissimi che ritornano con insistenza, alternati a scoppi di straordinaria potenza sonora, quale quello che erompe all’aprirsi della quinta porta, la sala del regno. Al di là delle atmosfere inquietanti che accomunano le due parti di questo dittico, un altro elemento appare comune: l’indicibile vincolo che lega la vittima al suo carnefice.

Sabato, 05 Maggio 2012
Pubblicato in Non categorizzato

Radu Lupu

Radu Lupu, pianista fra i massimi dei nostri giorni, torna al Maggio dove è stato negli anni più volte protagonista di memorabili concerti. Una presenza, la sua, che è diventata quasi una felice consuetudine, ma che è attesa con grande interesse da tutti coloro che vogliono apprezzare una volta di più la sua tecnica agguerrita e la profondità delle sue interpretazioni. Di grande spessore il programma che l’illustre pianista offre al pubblico fiorentino, con la rivisitazione bachiana del Preludio, Corale e Fuga di César Franck incorniciata dagli splendidi Improvvisi e dalla Sonata in la minore di Franz Schubert, pietre miliari del Romanticismo musicale e brani fra i più affini alla sensibilità poetica di Radu Lupu.

Sabato, 05 Maggio 2012
Pubblicato in Non categorizzato

Zubin Mehta

Dei quattro viaggi verso le Americhe attribuiti ad Amerigo Vespucci (Firenze 1454 - Siviglia 1512), solo due sono considerati certi. Il primo (maggio 1499-giugno 1500) lo portò a scoprire le foci del Rio dell’Amazzoni e le coste del Brasile fino al capo di S. Agostino; il secondo e più importante (13 maggio 1501-22 luglio 1502), la baia di Rio de Janeiro, il Rio de La Plata e parte delle coste della Patagonia: inoltre, egli fu tra i primi a ritenere di aver scoperto un “nuovo mondo” e non le coste orientali dell’Asia, come ancora si pensava. E fu un dotto, Martin Waldseemüller, a proporre nel 1507 di chiamare America, ab Americo inventore, dallo scopritore Amerigo, le nuove terre. Firenze ed il suo Festival non potevano dunque non celebrare la memoria di Vespucci e Zubin Mehta ha scelto un programma che ben si addice ad onorarne le scoperte, con la Bachiana Brasileira n. 9 per solo coro del brasiliano Heitor Villa-Lobos, le Variaciones Concertantes dell’argentino Alberto Ginastera e la celeberrima Sinfonia Dal nuovo mondo di Dvorák, il primo e più geniale omaggio della cultura europea alla musica nordamericana. Un concerto che è il preludio alla grande tournée in Sud America che Mehta e l’Orchestra del Maggio terranno nell’agosto 2012, proprio nell’ambito delle Celebrazioni Vespucciane.

Sabato, 05 Maggio 2012
Pubblicato in Non categorizzato

Four, a night with John Cage

A cento anni dalla nascita e a venti dalla morte, cinque grandi istituzioni culturali fiorentine: il Maggio Musicale, il Festival Fabbrica Europa, Tempo Reale, Contempoartensemble e L’Homme armé, uniscono le loro forze per celebrare John Cage, una delle figure centrali dell’avanguardia novecentesca. Iconoclasta e poetico, provocatorio e candido, Cage ha rappresentato una delle voci più affascinanti del secolo scorso, contribuendo alla nascita dell’attuale musica contemporanea e favorendo la riflessione non solo dei principali compositori suoi contemporanei, ma anche di tutta la comunità artistica della sua epoca. L’evento cageano si articola in quattro concerti - dalle ore 20 alle 24, in spazi diversi all’interno della Stazione Leopolda -, ognuno dei quali sarà caratterizzato da un particolare appeal sonoro e visivo e includerà titoli noti e autentiche novità per Firenze. In particolare si ascolterranno due versioni di 4’33”, il brano più emblematico di tutta la produzione di Cage, strumento di riflessione e provocazione sul senso stesso di fare musica. Un momento dunque imperdibile per accostarsi ad uno degli artisti più rivoluzionari dei nostri giorni.

Iscriviti a Sipario Theatre Club

Il primo e unico Theatre Club italiano che ti dà diritto a ricevere importanti sconti, riservati in esclusiva ai suoi iscritti. L'iscrizione a Sipario Theatre Club è gratuita!

About Us

Abbiamo sempre scritto di teatro: sulla carta, dal 1946, sul web, dal 1997, con l'unico scopo di fare e dare cultura. Leggi la nostra storia

Get in touch

  • SIPARIO via Garigliano 8, 20159 Milano MI, Italy
  • +39 02 31055088

Questo sito utilizza cookie propri e si riserva di utilizzare anche cookie di terze parti per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle scelte di navigazione. Per maggiori dettagli e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie è possibile consultare la cookie policy. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner si acconsente all'uso dei cookie.

Per saperne di più clicca qui.