venerdì, 29 marzo, 2024
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Omaggio a PINO VALENTI da Melilli. Retrospettiva di un ritorno…

Pino Valenti Pino Valenti

Omaggio a Pino Valenti da Melilli
Retrospettiva di un ritorno …
A Melilli l’istituzione di una Fondazione-Museo che raccoglierà il patrimonio artistico e culturale dell’Artista scomparso

Una intensa Poetica della Visione intrisa di memorie e narrazioni immaginifiche sottende l’intera opera artistica di Pino Valenti, pittore, scenografo, regista, ma anche poeta, scrittore e autore di canzoni, definito dal giornalista e scrittore Igino Giordani, direttore della  Biblioteca Apostolica Vaticana  e cofondatore del Movimento dei Focolari di Chiara Lubich, interprete del passato e profeta dell’avvenire. In una lettera del 1974, gli scriverà: Mi pare di vedere in te … il poeta quale vate … che, nelle fitte ombre, coglie il significato del presente. Si direbbe che tu scenografi gli eventi oltrepassandone la parvenza.
E, coraggiosamente mai schierato e indipendente, Pino Valenti oltrepassa le parvenze e attraversa il Novecento dal secondo Dopoguerra al principio del XXI secolo, sempre coerentemente distante dalle mistificazioni intellettuali e dallo smarrimento contemporaneo di stili e ideali, mettendo la sua arte a servizio della ricerca di senso, della Verità, della Bellezza, rendendo accessibili all’occhio, alla mente e al cuore le sue rappresentazioni pittoriche, scenografiche e poetiche, con una padronanza tecnica che gli permette un approccio di immediata precisione con la grafica a inchiostro, l’encausto, il bistro, la guache, l’acquatinta, la matita.
Pino Valenti è stato riconosciuto dalla Critica come uno tra i più importanti scenografi della Rai dei tempi d’oro e tra i pochi artisti europei del Novecento in grado di usare la prospettiva nel senso del “perspicere” (vedere chiaramente), consentendo una lettura dei tempi e dello spazio affrancata dalla contingenza storica e in grado di esprimere sfumature persino infinitesime o di illustrare le più ardite metafore (A. Pes)
Come scenografo della Rai firmerà le scene dei primi kolossal destinati a segnare la storia della Televisione Italiana: Resurrezione, per la regia di Franco Enriquez, con Valeria Moriconi; Tutto il mondo è un teatro, il primo ciclo shakespeariano trasmesso dalla Rai Tv, per la regia di Giacomo Colli; Luisa Sanfelice, per la regia di Leonardo Cortese, con Lydia Alfonsi; Napoli 1860: La fine dei Borboni, per la regia di Alessandro Blasetti, ricostruendo in studio gli interni del Palazzo Reale di Napoli. E ricordiamo ancora: Madame Curie, Melissa, Le avventure di Sharlock Holmes, Ritorno a Bountiful  (che segna l’ultima interpretazione televisiva dell’attrice Emma Gramatica), Il burbero benefico, con Cesco Baseggio, Vita da Cioni, con Roberto Benigni, oltre a un centinaio di altre produzioni che firmerà come scenografo e regista.

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 Suonatore di liuto- encausto su tavola di pioppo- 100X85- Galleria Artgroup- Francoforte sul Meno Kunstagentur

Pino Valenti nasce a Melilli il 9 aprile del 1930. Cresce fanciullo tra le sollecitazioni di un mondo arcaico fortemente intriso di valori esistenziali e le tradizioni di una antica aristocrazia rurale, che spesso ritornerà rievocata nei suoi versi. Da lì partirà giovanissimo per compiere gli studi di Architettura presso l’Università di Roma. Nel clima romano del secondo Dopoguerra prende forma la sua vocazione artistica. La via del Babuino, via Margutta sono il teatro della rinascita artistico-culturale del Dopoguerra. Sono frequentate da artisti italiani e stranieri in cerca della grande occasione, ma soprattutto vi circolano idee e ideali. E ancora L’Esistenzialismo, il grande Cinema americano che approda in Italia e la Poetica cinematografica felliniana, le Avanguardie pittoriche, l’Atelier di Guttuso a Villa Massimo, la Canzone d’autore, l’esordio della Televisione, il trionfo della Radio. In quel clima ricco di sollecitazioni farà l’incontro della vita con Adele Polidori, modella e cultrice di antiquariato. Adele diventerà compagna di vita e ispiratrice, insieme affronteranno scelte difficili, il cammino verso la costituzione della famiglia e l’edificazione di tutto un patrimonio artistico e culturale messo insieme nel tempo, con appassionata perizia.
Conclusi gli studi e la formazione, lascia Roma e nel 1958 inizia a collaborare con la Rai a Napoli. Proprio in quell’anno iniziavano i lavori di costruzione del Centro di Produzione Tv di Napoli, che sarà inaugurato il 7 marzo del 1963. Frattanto si andava in onda dallo storico garage di Pizzo Falcone, dove esordisce firmando le scene di Piccolo Amico (1961).
Negli anni Sessanta vincerà il concorso come scenografo-progettista per il Centro di Produzione della RAI-TV di Napoli, passando poi a dirigere, negli anni Settanta, la sezione Scenografia e Costumi. In quegli stessi anni insegnerà Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli.

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Luisa Sanfelice, scena di un esterno.

Accuratezza, eleganza, poesia costruttiva e ricostruttiva emergono, sin da subito, nelle notazioni della critica, come le cifre distintive della concezione poetica dell’arte scenografica di Pino Valenti.

Così scriverà Guglielmo Morandi, regista di Madame Curie:
… una delle esperienze professionali più interessanti del mio lavoro di regista … Non è stato occasionale il bisogno di scendere più spesso possibile nelle sale di premontaggio delle scene ideate da Pino Valenti, con toccante impegno, per trovare non dico ispirazione … ma quotidiano suggerimento all’impostazione dei movimenti del personaggio Maria, perché risultasse soprattutto una donna … Un microcosmo insomma, nel quale lo spettatore potesse collocare il personaggio, ascoltare il respiro delle sue ansie, credere nelle sue lacrime… (Radiocorriere Tv, anno XLIII, 1966, n. 28,p.20)
Scenografia come luogo dell’anima, come dimora dello spirito. Una poetica che Valenti trasferirà integralmente nei suoi dipinti, nel suo mondo pittorico sempre parallelo a quello scenografico.
La produzione pittorica di Pino Valenti da Melilli è stata ufficialmente delineata dalla critica come caratterizzata da un accurato e ricercato impegno figurativo, un impegno profondo che non lascia spazio assoluto all’impeto dell’iniziale ispirazione creativa, ma che la dirige dentro un introspettivo e meditato canale di studio e ricerca in cui l’artista dipinge ma nel contempo scrive, interpreta e rappresenta una storia dentro e fuori la traccia di simboli e metafore dense e suggestive, attraverso una incessante celebrazione della Bellezza assoluta, ricercata in ogni singolo tratto e dettaglio, in ogni raffigurazione, in ogni storia narrata. Si tratta, sempre e comunque, di porre al centro l’Uomo e il suo rapporto con l’Infinito, con il Cielo che ne sovrasta le vicende e verso il quale i suoi personaggi inquieti e i simboli, carichi di richiami esistenziali, tentano di salire, di penetrare, di vivere, uscendovi e ritornandovi sempre.
Ma l’attività fervida di questo artista schivo e contemplativo si configura all’interno di un eclettismo rigoroso, che passa anche dalla poesia, dalla scrittura scenica e filmica, dalla prosa e dalla saggistica, segnate anche dall’impegno e dalla memoria rievocativa delle radici, della sua terra, dei suoi affetti, della sua Melilli.
Il primo premio “Targa d’oro Mergellina 1974” è stato conferito alla raccolta di poesie “Ora dispari nona” di Pino Valenti, siciliano di Melilli. È un volume, presentato da Luigi Compagnone, che offre ampi e intensi squarci della terra di Sicilia e suggestivi profili della sua gente, con una ricerca poetica che Pino Valenti, scenografo del centro Rai di Napoli, ha tratto dall’amara protesta di chi vive su quella “pelle lavica della terra”… Le poesie di Valenti esprimono una forte carica popolare in uno scenario arso e freddo e cariche di rimembranze o di miraggi.
(Paese Sera, 1 maggio 1974).

E tuttavia la massima espressione delle qualità poetiche e artistiche di Pino Valenti è costituita da La Stalla, ballata contemporanea per pupi veri, in un atto, opera finalista al “Premio Pirandello” (1976) (Salvatore Sciascia editore, Caltanissetta-Roma, 1984)
… opera nella quale si realizza più pienamente che nella precedente produzione, la versatilità dell’ingegno poetico del Valenti … Vi convergono la esperienza della tragedia greca e quella più vicina del teatro del grottesco, la lezione drammaturgica rossosansecondiana e quella di Pirandello, in una rielaborazione originale delle forme e dell’espressione linguistica, con la mistura di dialetto e lingua in un impasto ricco di colore e d’immagini in rilievo.
(Giorgio Santangelo, AA.VV., Verifiche critiche, in Atti del Convegno “La poesia dei siciliani”, Augusta, 5-6- ottobre, 1984, pp. 185,186).

Un’attività artistica poliedrica, segnata da viaggi, incontri, esperienze professionali e culturali, significative frequentazioni intellettuali, vissuta nel segno di un inscindibile legame tra vita e arte, ma sempre nell’ onda inquieta di una indomabile nostalgia della sua terra, che alimenta i ritorni del cuore, dell’anima e delle memorie.
All’inizio degli anni Ottanta ritorna in Sicilia dedicando la sua intensa e riconosciuta esperienza professionale all’ avvio della Stagione dei Programmi della Terza Rete Rai a Palermo, dove nel 1987 ricopre, per chiara fama, la cattedra di Scenografia presso l’Accademia di belle Arti di Palermo.
Con il suo originale televisivo I pastori di Kanniolo (sceneggiato in 4 puntate), ripropone le dense suggestioni della sua terra in un linguaggio innovativo tra immaginario teatrale e narrativo filmico, cui seguirà una lunga serie di opere televisive caratterizzate da una sintassi filmica all’avanguardia, che intreccia poetica drammaturgica e diegesi cinematografica, come nella trasposizione televisiva de La Stalla, che si aggiudicherà il Premio Internazionale di studi Etnoantropologici Pitré-Salomone Marino del 1985.
Il ritorno in Sicilia segna una intensificazione della produzione pittorica che si diffonde anche oltre i confini nazionali. Numerose committenze, collezionisti italiani ed esteri, e l’interpretazione di un “ritorno” artistico nella sua Melilli, alle sue radici, avendo scelto da anni di firmare i suoi dipinti come Pino Valenti da Melilli. Al suo paese d’origine donerà una serie significativa di opere prevalentemente a soggetto sacro, esposte presso i locali del Comune e presso la Basilica di San Sebastiano e la Chiesa Madre San Niccolò Vescovo.
Oggi, a quasi quattro anni dalla scomparsa dell’Artista, sta per essere istituita a Melilli la Fondazione-Museo “Pino Valenti da Melilli”. Un incontro tra la volontà della Famiglia del Maestro e la sensibilità della Comunità e dell’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Giuseppe Carta, nel segno di una virtuosa politica di sviluppo culturale del Territorio.
La Fondazione raccoglierà circa 500 opere dell’Artista, tra dipinti, disegni e bozzetti, collezioni d’arte e antiquariato, documentazioni fotografiche video e audio, volumi d’arte, architettura e della visione.
Un patrimonio d’Arte, di bellezza e di vita che potrà contribuire a delineare volani di sviluppo culturale e spirituale, perché, lo scriveva Von Balthasar, un’illuminazione retrospettiva fa prevedere le profondità che si nascondono, aggiungiamo, nelle cose, nell’esistenza umana, nel presente e nel costrutto della storia a venire.

Ultima modifica il Mercoledì, 30 Marzo 2022 23:37

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