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Placido Domingo festeggia i 50 anni sul palcoscenico del Wiener Staatsoper

Placido Domingo. Foto Wiener Staatsoper, Ashley Taylor Placido Domingo. Foto Wiener Staatsoper, Ashley Taylor

Placido Domingo festeggia i 50 anni sul palcoscenico del Wiener Staatsoper

Il 19 maggio 2017 ricorreva esattamente il 50° anniversario del debutto di Placido Domingo al Wiener Staatsoper, festeggiato in teatro con un Gala speciale. Un evento che è stato anticipato da una mostra inaugurata il 17 maggio u.s. nella magnifica sala Gustav Mahler del teatro austriaco, ricca di foto, costumi, oggetti di scena, documenti storici e filmati, che documentano i cinquanta, gloriosi anni del celebre interpete all'Opera di Stato di Vienna, di cui è Membro Onorario con l'ambito titolo di Kammersänger.
Dunque la serata era attesissima, soprattutto dagli innumerevoli fans del tenore, oggi baritono e direttore d'orchestra, che affollavano il grande teatro viennese armati anche di un enorme striscione celebrativo.
Sembrava che il grande Placido si fosse portati da New York, da dove proveniva, i migliori elementi che potessero affiancarlo in questo Gala, a cominciare dal M° Marco Armiliato, per altro già ben assestato anche sul podio dei Wiener.
Il nostro Direttore passa con disinvoltura dal Met al Wiener Staatsoper (e non solo), d'opera in opera (ultima in ordine di tempo il Cyrano de Bérgerac di Alfano con Roberto Alagna, un trionfo!), di Gala in Gala (ha appena diretto quello del cinquantenario del Metropolitan Opera di New York insieme a Nézet Séguin e James Levine): del resto ormai il Maestro Armiliato fa parte meritatamente delle glorie musicali italiche nel mondo. Certo, però, che trovarsi tra le mani un giorno l'orchestra del Met e l'altro quella di Vienna e saperle governare entrambe con tanta competenza e sensibilità non è da tutti.
Inizio brillante del Gala a Vienna, con l'ouverture dal Nabucco: piglio e tempi verdiani, ma frenetici, che solo da un'orchestra di tale livello si possono pretendere. Il Gala era strutturato non come esibizione solistica o in duetto, ma, dopo questo incipit orchestrale, come esecuzione sotto forma di concerto di tre atti da opere verdiane: Un ballo in maschera, La Traviata e Simon Boccanegra, le preferite dal festeggiato soprattutto perché gli hanno dato modo di esibirsi da baritono.
Ed eccolo, il festeggiato, che è entrato in scena fra il tripudio del pubblico: il settantacinquenne Maestro Domingo si è mostrato visibilmente commosso per l'accoglienza ed in tale stato d'animo, emozionatissimo ed attaccato al leggio non solo con lo sguardo, ha iniziato quale Renato nel terzo atto di Un ballo in Maschera, con gli ottimi solisti che lo affiancavano, tra cui Ramón Vargas, Gustavo, Ana Maria Martinez, Amelia, e Maria Nazarova, Oscar.
Sembra così strano ascoltarlo cantare da baritono, dopo tanta gloria da tenore. Ha un timbro che tende ad essere "chiaro". Comunque, la tonalità baritonale non giova alla bellezza della sua voce, che è sempre stata pastosa e veemente negli acuti. E infatti la zona acuta del baritono resta la sua forza. Laddove molti baritoni arrivano con la tecnica, il grande Placido arriva con la naturalità che gli viene anche dalla sua gloriosa carriera, che non si è ancora buttata alle spalle, ma rinnova ogni giorno con la musica, che è il suo ossigeno. I suoi gravi, ovviamente, restano un rebus, ma cosa non si perdonerebbe ad un musicista di questa portata?
Dopo il primo intervallo, preceduto da interminabili applausi, si è dato seguito al Gala con l'ingresso in scena del tenore Dmitri Korchak nei panni di Alfredo, per il secondo atto de La Traviata. In questa seconda parte, più a suo agio come Germont padre, che come Renato, Placido Domingo ha duettato in maniera impeccabile sia col tenore che con la magnifica Sonya Yoncheva, nei panni di Violetta, reduce dal trionfo al Metropolitan Opera giusto in questa parte, che le si addice in maniera straordinaria.
Dunque se come papà Germont Domingo era più sicuro e più fluido, con la Yoncheva si è creata un'alchimia che ha ricreato sul palcoscenico, sia pure in concerto, il pathos dell'opera verdiana. Giustamente la Yoncheva, che cantava a memoria con impressionante musicalità, si è avvicinata al partner, poiché l'assetto in palcoscenico li prevedeva agli antipodi, uno di qua e l'altro di là dal podio.
Ovazione per questa seconda parte, intervallo e seguito con il terzo atto dal Simon Boccanegra, Placido Domingo nei panni del protagonista, atto conclusivo dell'opera in cui ha spiccato come Fiesco l'ottimo basso coreano Kwangchul Youn.
Trionfo finale annunciato, ovviamente, da parte del pubblico viennese che ha manifestato tutto il proprio affetto al grande interprete, e intervento, molto affettuoso, del direttore del Wiener Staatsoper, Dominique Meyer.
Fiori a profusione anche dalla platea al festeggiato; dal teatro un cuore floreale con i colori della bandiera austriaca e la coccarda dei 50 anni in bella vista. Il grande Placido, commosso fino alle lacrime, ha ringraziato in inglese i presenti, distribuito i propri fiori ai colleghi e agli ex allievi di Operalia con lui sul palcoscenico, definito "un angelo" il M° Armiliato e baciato le tavole del Wiener Staatsoper, di quello che ha definito "Uno dei più grandi teatri del mondo, se non il più grande", anche con la sua meravigliosa Orchestra ed il suo coro diretto da Thomas Lang, anch'egli con tutti sul palco.
Il 31 maggio 2017, Domingo apparirà a Berlino per celebrare un altro anniversario d'oro, questa volta allo Staatsoper Berlin. Accanto a soprano Marina Prudenskaya, al mezzosoprano Elsa Dreisig ed al basso René Pape, il grande interprete sarà protagonista di una serata solistica e di duetti dalle opere di Verdi e Wagner. I cantanti saranno sul palco insieme alla Staatskapelle Berlin ed alla Staatsopernchor, guidati dal M° Daniel Barenboim.

Natalia Di Bartolo © DiBartolocritic

Ultima modifica il Mercoledì, 07 Giugno 2017 08:07

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