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Le poesie al telefono per curare la nostra anima. In tempi di pandemia Marche Teatro propone i Consulti poetici. Conversazione con Velia Papa di Nicola Arrigoni

Velia Papa direttore Marche Teatro. Foto Giorgio Pergolini Velia Papa direttore Marche Teatro. Foto Giorgio Pergolini

«La poesia può guarire ogni male»: le parole di Pessoa immettono nella realtà che stiamo vivendo, chiedono all’arte e alla letteratura, al teatro come alla poesia di immetterci in una salvezza possibile, di regalarci un bandolo che possa scioglie la matassa del nostro quotidiano o semplicemente lenire un po’ il dolore e l’angoscia. Se pure in questa condizione risuonano quanto mai potenti i versi montaliani: Non chiederci la parola che squadri da ogni lato/ l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco/ lo dichiari e risplenda come un croco/ Perduto in mezzo a un polveroso prato, malgrado questa impossibilità di definirci nella nostra fragilità, affidiamo alla parola della poesia, parola che fa, genera, agisce, costruisce, chiediamo alla poesia di darci un vaccino alla nostra finitezza per proiettarci nell’universale di quella natura che tutto comprende e contiene. In tutto ciò piace ravvisare lo sforzo relazionale di Marche Teatro che si è inventata i Consulti poetici, prendedo in prestito un progetto, nato dall’idea dello scrittore/attore francese, Fabrice Melquiot. I Consulti sono già stati sperimentati al Théâtre de la Ville di Parigi, dove sono, tuttora, in corso. Una scelta un po’ controcorrente, quella di Marche Teatro sia per il mezzo scelto : il telefono che alla visione ha preferito valorizzare l’ascolto e l’interazione fra attore e spettatore/uditore. In questo senso la medicina al nostro inquieto quotidiano è rappresentata dalla parola poetica di autori/medici come Anna Andreevna Achmatova, Charles Baudelaire, Jacques Brel, Italo Calvino, Dino Campana, Guido Ceronetti, Emily Dickinson, Nazim Hikmet, Guido Gozzano, Giacomo Leopardi, Alda Merini, Eugenio Montale, Elsa Morante, Cesare Pavese, Fernando Pessoa, Antonio Tabucchi e tanti altri tra cui anche un racconto breve inedito di Marco Baliani.

Teatro delle Muse Ancona. Foto Andrea Paolozzi

A spiegare il perché di questa scelta che predilige il mezzo del telefono nel suo originale mezzo comunicativo legato all’udito, distinguendosi dai molti teatri che hanno deciso di affidare il proprio restare visibili e vivi alla proposta di spettacoli in streaming, è Velia Papa, direttrice di Marche Teatro che osserva: «Intanto per noi la frequentazione con la riproduzione video è una cosa piuttosto consueta. Tutte le produzioni di Marche Teatro e tutte le attività di Inteatro sono state sempre documentate attraverso video non solo frontali. Consulti poetici è invece un’iniziativa diversa, meno scontata, che vuole portare l’essenza del teatro agli spettatori, in un rapporto privilegiato, uno a uno. Del teatro e della sua componente essenziale: l’attore abbiamo isolato i due elementi portanti: la parola e la voce. Niente riproduzione digitale, niente video, dove i volti e i corpi perdono la loro consistenza fisica nell’immagine appiattita dello schermo. Ci siamo, invece, affidati al telefono. Uno strumento arcaico paragonato alle odierne tecnologie digitali».

Perché affidarsi alla poesia? Come può curare la parola poetica?
«La poesia ha un grande potere evocativo e come il teatro può scatenare la nostra immaginazione che può avere una reale funzione terapeutica, Certo la dimensione ‘curativa’ è solo una chiave di lettura del progetto. Perché, è evidente già nel titolo, che non ci vogliamo prendere troppo sul serio. I nostri Medici-Poeti, del resto, sono dichiaratamente attori e i Consulti sono una forma di teatro situazionista».

Che attori avete coinvolto?
«Sono attori che lavorano abitualmente con noi di cui, al momento, vogliamo proteggere l’identità. Verrà svelata quando realizzeremo la versione live del progetto, appena usciti dall’emergenza».

L’iniziativa è partita già da qualche giorno. Quale risposta avete avuto?
«Una risposta veramente straordinaria. Nei primi tre giorni abbiamo già totalizzato quasi 200 prenotazioni. Arrivano prenotazioni da tutta Italia, ma sono arrivate richieste anche dalla Francia e dall’Irlanda. Se le richieste dovessero aumentare ancora si allargherà anche il nostro parco di Medici-Poeti. È significativo che i nostri Consulti siano richiesti da persone di tutte le età, da giovani come da persone più anziane».

Come si svolge il consulto?
«Intanto attore/Medico e spettatore/Paziente conoscono, reciprocamente, solo i rispettivi nomi di battesimo, non solo per una questione di privacy ma anche per creare un clima di ascolto e di confidenza, discreta, già nei primi momenti dell’incontro telefonico. Nel corso del Consulto il Medico-Poeta cercherà di cogliere lo stato d’animo del Paziente e deciderà, di conseguenza, i brani da prescrizione, scegliendoli tra almeno un centinaio di testi a disposizione. Di questi brani offrirà lettura, monitorando, alla fine, l’effetto della ‘cura’».

La poesia può creare relazione?
«È il teatro che crea relazione. Nella mia intenzione i Consulti sono un progetto teatrale che utilizza in larga misura il testo poetico, anche se non mancano, nella nostra selezione, brani in prosa, scelti tra quelli più evocativi. Tra questi, mi fa piacere menzionare anche un brano inedito, gentilmente concesso da Marco Baliani, uno degli artisti con cui collaboriamo stabilmente».

Per usufruire di questo originale  pronto intervento poetico basterà prenotare il consulto telefonico compilando il formulario pubblicato sul sito di Marche Teatro www.marcheteatro.it. Il servizio è attivo tutti i giorni dalle ore 11 alle ore 18 ; è possibile prenotare  sul sito di MARCHE TEATRO, o aprendo  il link dai social, un Consulto Poetico via telefono. Una mail di risposta  confermerà ora e data della telefonata poetica richiesta.

Ultima modifica il Mercoledì, 22 Aprile 2020 18:08

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