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La Notte della Taranta & Dior: magia che rasenta la perfezione -di Valerio Manisi

Credo fermamente che il connubio Notte della Taranta, e uno degli atelier più importanti al mondo come Dior, con attorno la bellezza di Lecce, la varietà degli abiti, i fascini internazionali in defilé, musica, danza, “apparate”, luminarie e i celebri “ori di Taranto”, sia stato assolutamente vincente. Un grande momento emozionante ed elegante allo stesso tempo.
La sensibilità e la peculiarità di alcune scelte melodiche del maestro concertatore 2020 Paolo Buonvino hanno rispettato in ogni momento il percorso dell’arte stilistica di Dior, dal momento in cui tutto ha avuto inizio, fino alla chiusura riservata ad un pulito ed essenziale Giuliano Sangiorgi.
È particolare il fatto che uno spunto tradizionale come quello che può suscitare una terra come la Puglia (architettonico, strutturale, musicale, linguistico), sia in grado di diventare immediatamente grande opera d’intrattenimento e allestimento scenico. È il connubio che ha reso grande il panorama italiano nel mondo e la sua capacità di esprimere arte in ogni luogo.
Colossale, sostanziale e tradizionale allo stesso tempo, è stato il repertorio introdotto dall’Orchestra della Notte della Taranta, emozionante in ogni momento. Particolare è il meraviglioso adattamento strumentale, elettronico e vocale adottato per “Sula sula”, che forse mai ha avuto tanta dignità e bellezza come in questa riproposta.
L’inserimento di strumenti e tecnologie, ad ampliamento della tradizionale esecuzione musicale popolare della Puglia, è stata la grande arma vincente che ormai da oltre un ventennio ha reso l’evento Salentino centro della cultura e dalle sonorità del mondo. Ma, nonostante la varietà di illustri mani che anno afferrato bacchette per riarrangiare, dirigere e ridare colore a quell’antico spartito di tradizione orale fatto di terra, sudore, scarifichi e follia, c’è quel componente di monotonia canora e testuale che sarebbe ora cambiasse; e se vi si aggiungesse un maggiore rispetto per le “pronunce” di tutti quei brani che non sono di trazione del Salento e la sua “Grecìa”, la magia rasenterebbe la perfezione.
Sicuramente nulla è stato anticipato rispetto a quanto accadrà a Melpignano quest’anno per mano di Buonvino; ma l’orecchio di ogni buon fidato, fedele amante del Festival, ormai esige sempre di più. Nel cuore, nella mente e nei desideri. Un pizzico di monotonia in meno, dopo un ventennio, rappresenterebbe un consistente e rigenerante balzo in avanti, con spirito solidale e integrante, verso la soddisfazione di tutti. Con l’augurio che il meraviglioso percorso “Notte della Taranta” abbia lunga vita. Perché di tradizione, magia e condivisione, ne abbiamo davvero tanto bisogno. Soprattutto quando, come con Dior, brilla un meraviglioso messaggio femminista. Magnificamente “femmina”! Come la musica, la taranta e la Puglia.

Valerio Manisi

Ultima modifica il Lunedì, 27 Luglio 2020 11:08

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