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Linea… lasciare tracce di teatro nella parola scritta. La collana di Luca Sossella Editore e di Ert come azione di resilienza. -di Nicola Arrigoni

"When the rain stops falling" di Andrew Bowell "When the rain stops falling" di Andrew Bowell

Il testo come reperto teatrale, il testo come segno della memoria di un teatro che per sua natura è effimero. L’obiettivo di bloccare su carta il pensiero, la parola, il testo, lo scheletro di quel corpo di carne e sangue che è lo spettacolo sta all’origine di Linea, collana di drammaturgia pubblicata da Luca Sossella Editore e da Emilia Romagna Teatro Fondazione. Oggi la collana Linea nata nel 2018 e Linea Extra, inaugurata nel 2019, è una sorta di segno di resistenza, apparentemente congelata, perché nata in funzione delle produzioni Ert, ma al tempo stesso segno materico di un teatro che nella parola scritta individua memoria e futuro, pensiero e azione, dire e fare. La curatela della collana è stata seguita da Giacomo Pedini dal 2018 a metà 2019; da metà 2019 è invece nelle mani di Angelo Vassalli. Ed è nel piccolo distico che accompagna le note di copertina di ogni volume che sembra doveroso iniziare: «Una linea. Un rapido tratto di penna gettato sulla carta, il sottile filo di Arianna, la convinzione, degna di un folle Orlando o di un diligente Adso, a non lasciarsi inghiottire dal vortice del labirinto. Questa linea, dimessa e ostinata, è una prima indicazione di viaggio, ancora da percorrere». In questo c’è la convinzione che il testo sia da un lato il segno memoriale e dall’altro il pre-testo che dà il via allo spettacolo, al teatro, al suo essere nel tempo e nello spazio e al suo darsi alla memoria emotiva dello spettatore.

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«Linea nel 2018 e poi la collana Linea Extra nasce dalla sintonia di pensiero fra Claudio Longhi, allora direttore Ert e Luca Sossella – racconta Angelo Vassalli -. Si è voluto lavorare per lasciare testimonianza, per accompagnare gli spettacoli di Ert, per dare strumenti di lettura e di divulgazione ai testi di volta messi in scena o commissionati. Il contesto storico d’azione si pone sulla linea dei Quaderni del Teatro dello Stabile di Genova voluta da Luigi Squarzina oppure, risalendo la china del tempo, fa riferimento all’attenzione alla drammaturgia messa in atto da Jean Vilar all’interno dell’esperienza del Théâtre national populaire». Come dire che nella collana editoriale costruita in sinergia da Ert e Luca Sossella Editore coesiste una consapevolezza della durata e della relazione, un’azione estesa del teatro che non si chiude e non si esaurisce nella messinscena, ma nella rappresentazione ha il suo baricentro in cui l’estensione della parola/pensiero trova una sua realizzazione materica nei volumi che accompagnano le produzioni.
«Linea vive come supporto alla produzione degli spettacoli di Ert, ma si lega anche alle attività della scuola Iolanda Gazzero di Ert e all’insegnamento di drammaturgia nella consapevolezza che fare e produrre teatro così come divulgare la cultura teatrale siano aspetti di una unica strategia di azione poetica e politica – spiega Vassalli -. In questo senso l’obiettivo produttivo, teatralmente parlando, e il sostegno editoriale, riferendomi alla collana, sono mossi dall’urgenza di sondare la parola drammaturgica italiana ed extranazionale, documentare ciò che accade, mettere in fila una serie di punti, una serie di testi che pian piano stanno componendo una linea, una traccia di cosa voglia dire oggi fare drammaturgia, scrivere per il teatro, registrare su pagina la parola teatrale». In questa direzione vanno, ad esempio, i testi di Davide Carnevali, Teseo fila la lana, Pollicino sbriciola per terra e Cartesio presa a Dante un GPS per trovare la retta via, piuttosto che Aristorele invita Velàsquez a colazione e gli prepara uova e (Francis) Bacon testi nati all’interno del progetto Classroom Plays, il cui obiettivo è portare davanti agli studenti delle scuole superiori spettacoli di piccolo formato, basati su argomenti di carattere filosofico nel corso del programma scolastico. In questo senso i contenuti diventano il terreno in cui si semina la seduzione del teatro, la capacità del teatro di trasformare la parola (anche quella filosofica) in azione. L’azione poi – nel progetto di Linea – torna a farsi segno sulla carta, a farsi testo, traccia di un viaggio (quando ancora il Covid lo permetteva) alla ricerca di un contagio fra alto e basso, astratto e concreto complice la materialità del teatro, complice la relazione in classe fra chi dice facendo e chi ascolta partecipando. Ma la collana di Luca Sossella editore e di Ert si fa testimone delle produzione dello stabile dell’Emilia Romagna con la restituzione del copione di F. Perdere le cose. Frammenti di diari e copioni della compagnia Kepler-452, piuttosto che la riscrittura del Riccardo III di William Shakespeare firmata da Francesco Niccolini per Enzo Vetrano e Stefano Randisi, interpreti di un potente e intenso Riccardo 3 L’avversario. Fra i titoli/spettacolo non si possono non citare Quasi niente di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, piuttosto che Farfalle di Emanuele Aldrovandi, solo per fare qualche titolo.

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Linea dal 2019 è diventata anche Linea Extra «una vera e propria collana parallela che ha come finalità guardare al di là dei confini nazionali, indagare drammaturgie lontane e la contemporaneità del teatro a diverse latitudini – prosegue con passione e precisione terminologica e di pensiero Angelo Vassalli -. In questa direzione vanno le antologie dedicate alla drammaturgia contemporanea in Australia, Argentina, Grecia e Uruguay, cui bisogna affiancare le raccolte monografiche di testi di Pascal Rambert, piuttosto che di Gabriel Calderòn. In questo caso Linea Extra si pone come un affondo extranazionale su drammaturgie altre, affondo nato da occasioni produttive, piuttosto che da collaborazioni istituzionali, come nel caso del rapporto con l’Istituto nazionale del teatro di Buenos Aires. Sono questi solo due esempi di una attenzione alle esperienze drammaturgiche di paesi più o meno lontani, in un’ottica di confronto e messa a disposizione di saperi e di esperienze».
Lasciare traccia, disegnare una linea che dalla parola si sviluppa sulla scena e dalla scena si offre di nuovo alla parola scritta e letta, attraverso il libro: sono questi gli obiettivi della collana di testi la cui circuitazione e distribuzione è importante quanto la pubblicazione in sé ed infatti osserva Vassalli: «un aspetto importante per Ert è la reperibilità dei testi, proprio rispondendo alla finalità del lasciar traccia, quindi, oltre alla possibilità di acquisto nei teatri della fondazione, nelle librerie e sulle canoniche piattaforme di vendita online (Ibs, Amazon, ...), si procede a una donazione dei volumi ad alcuni poli bibliotecari della Regione Emilia Romagna e ai maggiori archivi dei teatri italiani, questo per far sì che ciò che si mette in scena e ciò che si pubblica diventino patrimonio comune, conoscenza diffusa, nel segno di un teatro che racconta il mondo e di un mondo raccontato col teatro». Anche in questo modo, pubblicando e tenendo viva la collana Linea e Linea Extra, il teatro resiste, conservando e proponendo il suo seme, ovvero la parola destinata ad incarnarsi nell’attore e a proporsi allo spettatore per una nuova possibile resurrezione di senso.

Ultima modifica il Lunedì, 12 Aprile 2021 08:58

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