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Nel bagliore della luce le ombre al servizio della comunità. TEATRO GIOCO VITA e l’animazione di un territorio. -di Nicola Arrigoni

Nel bagliore della luce le ombre al servizio della comunità
Teatro Gioco Vita e l’animazione di un territorio

di Nicola Arrigoni

Per avere le ombre bisogna far luce: è questa apparente contraddizione in terminis che ricorre pensando al Teatro Gioco Vita che quest’anno celebra 50 di vita. È questo far luce per cogliere l’ombra, che può essere il non detto, la paura, il rimosso, che alla fin fine – nell’arte di Teatro Gioco Vita – diventa materia di racconto, diventa sagome che proiettano nella luce altre possibilità di esistenze, storie mitiche, favole per bambini di tutte le età e per adulti che non hanno paura di coltivare il fanciullino che è in loro. Nell’incontro con Teatro Gioco Vita c’è questo: la persistente voglia di mettersi in gioco, la necessità etica di continuare a professare la fede nel teatro, una fede laica ma che parla dell’uomo, della possibilità di incontrarsi in un luogo e raccontarsi storie, immaginare un altro mondo, o rappresentare quello che viviamo per averne meno paura e conoscerlo meglio. Ecco Teatro Gioco Vita è in parte questo, è una compagnia che ha fatto dell’arte delle ombre un pensiero, che ha fatto del teatro per l’infanzia uno stile d’azione nella convinzione che sia partendo dai bambini e coinvolgendo il mondo della scuola che si possa tentare di cambiare il mondo, o per lo meno cercare di renderlo migliore. Può sembrare un eccesso, ma si crede che Teatro Gioco Vita abbia maturato questa utopia, facendola coesistere sul palco, ma anche in platea. In questo secondo caso – ed è questo l’aspetto che si vuole mettere in rilievo in questo contesto – si pensa all’attività di promozione, organizzazione del teatro a Piacenza, l’impegno di Teatro Gioco Vita nel fare del teatro la casa di una comunità, lo spazio in cui agire per raccontare le proprie storie, ma anche per ospitare quelle altrui, il tutto sotto il segno dell’incontrarsi.

GV 01Il teatro è il luogo della visione, il gioco è la modalità con cui i bambini apprendono e imparano a relazionarsi con gli altri, in tutto questo c’è la vita non solo del singolo, ma della comunità, di un coro di astanti che partecipa alla magia della poesia, all’inatteso che scaturisce dalla luce, a quell’ombra che emerge dal bagliore e ci racconta chi siamo, ci interroga, ci offre domande perché possiamo andare in cerca di risposte. Così dal teatro San Matteo alla gestione più recente del Filodrammatici nel 2001 e due anni dopo l’incarico di organizzare la stagione di prosa del Teatro Municipale la storia recente – se così si può dire – di Teatro Gioco Vita è storia al servizio di una comunità, è la volontà di far sì che il Grande libro del mondo e il Grande libro del teatro possano dialogare, rispecchiarsi, interrogarsi. Il San Matteo rappresentò non solo la sede di Teatro Gioco Vita ma anche lo spazio per l’altro teatro, il teatro fra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso di Remondi e Caporossi, piuttosto che di Santagata e Morganiti, Teatro delle Albe, Danio Manfredini, Living Theatre solo per fare qualche nome. Questa alterità la si coglie nel più recente festival L’altra scena che da una decina d’anni offre nello spazio raccolto del Filodrammatici una attenta scelta di spettacoli del teatro contemporaneo con attenzione alle nuove compagnie e alla giovane drammaturgia. Ma tutto questo non sarebbe possibile se negli anni Teatro Gioco Vita non avesse portato avanti oltre che l’attività produttiva, quell’importante mission organizzativa e artistica che l’ha portato a farsi animatore teatrale del territorio. Ed in questo si torna alle origini del gruppo, nato nel 1971, non perché si sia recuperata l’irrecuperabile animazione teatrale di quegli anni, ma perché nel dialogo con le scuole e nell’offerta di laboratori espressivi all’interno dei luoghi del disagio sociale, il Teatro Gioco Vita ha saputo e sa individuare quel di più di vita e di humanitas che, se coltivata adeguatamente, sa dare frutti, costruisce sogni e immagina itinerari utopici che fanno bene al cuore. L’alterità è capacità di relazionarsi con l’altro, è il dialogo quotidiano con le scuole di ogni ordine e grado, sono i laboratori espressivi negli spazi del disagio, è la curiosità di intercettare lo sguardo degli studenti sul teatro, attraverso laboratori di scrittura creativa o la possibilità offerta loro di usare il linguaggio del teatro per esprimere il loro sé, fare uscire alla luce l’inconfessato e la gioia di scoprirsi unici e diversi gli uni dagli altri.

GV 02Aspetto questo non così scontato nella turbolenta età dell’adolescenza. Tutto ciò si crede contribuisce al fare di Teatro Gioco Vita una grande casa del teatro che si nutre di bellezza ma anche delle relazioni con il territorio. Tutto ciò non ha comunque sacrificato la vocazione iniziale alla produzione teatrale che continua e va in cerca di nuovi testimoni. In questo senso piace leggere il corso di formazione teatrale Animateria pensato per animatori del teatro di figura e non solo delle ombre, nel segno di un passaggio di testimone dai maestri del teatro ragazzi nato negli anni Settanta alle nuove generazioni di artisti che con la loro sensibilità sappiano perpetuare la potenza di sogno del teatro. In questo tessuto di incontri e di confronti, in questo abitare il teatro come spazio di comunità e per la comunità il Teatro Gioco Vita sa essere fedele a sè stesso e al tempo stesso spazio di dialogo fra il festivo e il quotidiano, fra il sogno e la realtà…. E questo accade da 50 anni e non è cosa da poco.

Ultima modifica il Sabato, 04 Dicembre 2021 23:49

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