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Festival Rossini in Wildbad 2022 - Alla scoperta delle rarità dell'Opera italiana e dell'arte del Belcanto di inizio Ottocento. -di Federica Fanizza

È giunto alla 33a edizione, il festival Rossini in Wildbad. Belcanto Opera Festival che sta animando dall' 15 al 24 luglio 2022 la città termale tedesca della Foresta Nera, legata al nome di Gioachino Rossini, specializzata nell'opera del primo Ottocento e all'arte del Belcanto, da cui il sottotitolo. Edizione al completo, dopo che era saltata l'edizione 2020 e portata a termine in condizione precarie, quella del 2021. La rassegna musicale prese avvio nel 1989, sfruttando la presenza del piccolo teatrino di tardo ottocento costruito poco dopo il soggiorno di Gioachino Rossini in questa località nel 1856. Il festival si propone di valorizzazione non solo le opere del compositore pesarese in versione critica, ma il complesso della produzione lirica dei primi decenni dell'800, spesso misconosciuto dei vari Saverio Mercadante, Nicola Vaccaj, Johan Simon Mayr o Giacomo Meyerbeer, come Manuel Garcia e Morlacchi e il fuori repertorio di Bellini e Donizetti. Assunse agli onori delle cronache musicali nel 1992, quando, in occasione dell'Anno Rossiniano, dopo un avvio stentato, venne chiamato alla direzione artistica il regista Jochen Schönleber, tutt'ora attivo, direttore artistico a Cracovia che operò a stretto contatto con Alberto Zedda che gli garantì la qualità della ricerca musicologica intrapresa dal piccolo festival tedesco. Zedda stesso fu protagonista nel 2000 di una memorabile ripresa L'equivoco stravagante di Gioachino Rossini. Nel 2005 il teatro fu riaperto con madrina il soprano Joan Sutherland e Richard Bonynge sul podio, in una edizione della negletta Semiramide riconosciuta di Giacomo Mayerbeer. Tutto documentato da registrazioni audio e video dal vivo distribuite dalla Naxos con l’etichtta Rossini in Wildbad, realizzate in collaborazione con il servisio televisivo della regionale della Westfalia, Landi di competenza della località termale nella Foresta Nera. Dal 2011 Antonino Fogliani è il direttore musicale, coro e orchestra provenienti dalla Polonia da Cracovia, coadiuvato dalle bacchette di Luciano Acocella e José Miguel Pérez-Sierra. Attiva è l'Accademia di canto per giovani artisti per il repertorio belcantistico guidata quest'anno da Filippo Morace. Un Festival che si distingue tra altri eventi simili per una sua dimensione informale e amicale. Si parla molto italiano nel retropalco, tra artisti, tecnici, assistenti musicali. Non occorre aspettarsi grandi allestimenti visto anche le sedi operative del festival tra l'ottocentesco Kurtheater con una capacità di 300 posti tra platea e galleria e la Trinkhalle, una salone da feste che viene riadattata a spazio teatrale, con maggiore disponibilità. Jochen Schönleber, cura anche le regie, regie minimaliste con ambientazioni moderne, ma capaci di restituire le linee essenziali dei drammi rappresentati ben evidenziando i ruoli tra le parti. Nella precedente edizione del 2021 vi aveva collaborato come regista Stefania Bonfadelli. Ambiziosa questa edizione 2022 che presentava come titoli principali Armida, in forma di concerto, Ermione e Adina in forma scenica: omaggio a Rossini, con l'unica incursione in altro repertorio con una miniopera di Jacques Offenbach, elaborazione dall'originale La Leçon de chant electromagnetique, presentata nel 1863 in una serata parigina a casa proprio di Rossini. Un percorso rossiniano in questa edizione 2022 attorno alla scoperta delle voci rossiniane a cui furono dedicate questi titoli della produzione napoletana del maestro pesarese Isabela Colbran, Andrea Nozzari, Giovanni David, Giuseppe Ciccimarra, voci di tenore ma con caratteristiche musicali differenti, Moisés Marin (Pirro e Goffredo), Michele Angelini (Rinaldo), Patrick Kabongo (Oreste e Germando) si sono alternati nelle prime parti tenorili tra Ermione e Armida, dimostrando sicurezza e preparazione nell'affrontare le arditezze e i rischi vocali di queste scritture tenorili che non lasciano via di scampo a trucchi o a scorciatoie. Nell'ambito delle parti femminili, in Armida, l'annunciata Angela Meade è stata prontamente sostituita con una sorprendente Ruth Iniesta. Il soprano spagnolo si è imposta sulle scene liriche con il repertorio di coloritura. Ascoltarla come Armida fa supporre che stia studiando altre tipologie vocalità più strutturate su un’ampia gamma di colori e di escursione. Certamente la proposta in forma di concerto l'ha facilitata nell'approntare la parte, ma ha dimostrato di possedere carattere e capacità di delineare i vari aspetti dell'ambiguo personaggio. Pienamente aderente all'anima cupa e vendicativa di Ermione il soprano Serena Farnocchia, una conferma delle sue qualità di attrice e di interprete dei ruoli eroici rossiniani, dopo l’esordio l'anno precedente in Elisabetta d'Inghilterra. Voce matura e d'impeto ha dimostrato nell'allestimento alla Trinkhalle di possedere doti canore importanti grazie ad un volume e a un’estensione di ampia portata, “Dì, che vedesti piangere”, articolatissima fra dubbi, silenzi e agili colorature. Le era accanto il giovane contralto Aurora Faggioli che ha delineato una l’Andromaca musicale a tratti intima nel contrasto tutto vocale tra Ermione e Pirro dimostrando di possedere eccellenti mezzi vocali in via di definizione. Al Kurtheater è stata allestita con un minimo ma efficace allestimento moderno che riecheggiava il grottesco mondo dei dittatori mediorientali, la farsa di Adina, una piacevole turcheria in un atto rielaborazione di un precedente libretto di Felice Romani che Rossini di fretta nel 1818. Ne compose solo tre numeri, ne abbozzò un altro, prese tre numeri dal suo Sigismondo e affidò a collaboratori la composizione degli altri numeri e dei recitativi. Nessun documento pervenutoci attesta una rappresentazione in data anteriore al giugno 1826. Qui al Rossini Festival viene presentata con l'inserto del terzetto da La Schiava di Bagdad di Giovanni Pacini (Torino 1820) che accresce anche la curiosità per operazioni di scoperte anche fuori dall'edizione critica. Qui protagonista, una presenta consolidata qui a Wildbad, è stato il soprano spagnolo Sara Blanch che, dalle arditezze della Zerbinetta nella recente Ariadne auf Naxos di R. Strauss al Maggio Musicale, rientrava nei ruoli di belcanto, affidandoci un personaggio frizzante ed ecclettico che risolve i passaggi più leggeri, valorizza i virtuosismi nella sortita “Fragolette fortunate”, questa delineata con grazia e capacità interpretativa, per concludere le arditezze della cabaletta finale. In tutte le produzione, attorno ai principali ruoli si inseriscono i giovani studenti dell'Accademia, per tutti, Aaron Godfrey-Mayes, Manuel Amati, Cesar Arrieta. Tutte le tre produzioni sono state accolte da entusiasmo del pubblico con ovazioni finali per tutti gli artefici degli spettacoli. Si replicano fino alla fine di luglio con tutte le rappresentazioni annunciate come esaurite, da un pubblico di amanti rossiniani che si daranno appuntamento a Pesaro.

Federica Fanizza

Ultima modifica il Martedì, 26 Luglio 2022 09:48

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