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FESTIVAL NUTIDA. Coreografie di Roberto Doveri, Emma Zani, Daria Lidonnici. -di Lula Abicca e Giuseppe Distefano

"Fiori Assenti" di Roberto Doveri e Emma Zani. Foto Claudia Ceville "Fiori Assenti" di Roberto Doveri e Emma Zani. Foto Claudia Ceville

Quattro coreografie al FESTIVAL NUTIDA Nuovə danzatrici/ori – III Edizione 
Direzione artistica Cristina Bozzolini e Saverio Cona
Giardino del Castello dell’Acciaiolo, Scandicci
Fiori Assenti, coreografia e interpretazione Roberto Doveri ed Emma Zani. Coproduzione NUTIDA/Stazione Utopia, YoY Performing Arts e Compagnia Giardino Chiuso.
Speechless, coreografia Daria Lidonnici, interpretazione Veronica Galdo. In collaborazione con Luca Orsini. Produzione NUTIDA/Stazione Utopia.
Debutto 14 luglio 2022

Con il FESTIVAL NUTIDA Nuovə danzatrici/ori, Firenze torna al centro di una ricca programmazione estiva di danza contemporanea convogliando nei giardini del Castello dell’Acciaiolo di Scandicci una serie di nuove creazioni coreografiche, anche in prima assoluta. Ospiti, nomi noti della scena internazionale, ma anche autori emergenti, come Roberto Doveri ed Emma Zani, e giovanissimi coreografi come Daria Lidonnici.

Sono attimi di delicata e fuggente intensità quelli catturati da Fiori Assenti, l’ultimo lavoro di Emma Zani e Roberto Doveri, coreografi, interpreti e fondatori, insieme al musicista Timoteo Carbone, del Collettivo YoY Peforming Arts. Tra le luci argentee di un lento tramonto d’estate, ad accogliere il pubblico è uno spazio scenico raccolto, all’ombra di un prezioso giardino: in fondo, al centro del palcoscenico, si intravedono le sagome immobili e bianche dei due interpreti, punto di fuga ideale dello sguardo e dell’immaginazione. Ed è quasi impercettibile il segnale che li “richiama alla vita” e che, d’un tratto, ne trasforma i contorni dilatando quel tempo che, indolente, li accoglie. Con moto quieto, nel candore di un comune sentire – troppo distanti per toccarsi, troppo vicini per non respirare all’unisono – i due emergono, caparbiamente e inesorabilmente, da quell’arida terra che li aveva inghiottiti, rifiorendo all’alba di una nuova possibile era.
L’ispirazione dei coreografi aggancia qui le suggestioni visive dell’artista Albano Morandi (Salò, 1958), autore negli anni Novanta - tra le altre opere – di quel ciclo Fiori Assenti che oggi dà spunto, e titolo, alla creazione di Zani e Doveri. Nelle lattiginose forme che emergevano, spigolose o sinuose, da ampi sfondi monocolore, Morandi rintracciava i segni di una “flora fossile”: figure dalla vitalità latente, che si fanno strada da un tempo sconosciuto o che forse stanno per scomparire per sempre, ma che certamente non rinunciano alla loro sotterranea e misteriosa presenza.

La danza di Roberto Doveri – abilissimo performer e talentuoso coreografo – e di Emma Zani – interprete intensa dal volto d’attrice – si compie con spumosa leggerezza attraverso micro-gesti e reiterazioni che si fanno progressivamente più intense e perentorie, riuscendo nell’intento di generare un crescendo emotivo senza alterare il ritmo della performance. Che resta, al contrario, rigorosamente quieta, a tratti ipnotica, improntata su una dolce imperturbabilità.
Ad intensificare il gesto è la composizione minimalista del musicista Timoteo Carbone, così come l’unico elemento scenico, creato dallo stesso Albano Morandi, che fa da contrasto, con le sue linee solide, alle curve gentili della coppia. Belli gli attimi finali, tra i fuggevoli contatti di Zani e Doveri: fiori reali e vibranti di un mondo che (forse, finalmente) rinasce. Lavoro esteticamente elegante, acuto nello spunto drammaturgico, che rivela curiosità e originalità creativa. Un buon punto di partenza per YoY Performing Arts che con Fiori Assenti firma il secondo capitolo del più ampio e intelligente progetto «Dialoghi con l’Arte» (la cui conclusione, con la terza parte, è prevista per la fine del 2022).

Speechless, creazione della giovane Daria Lidonnici, riflette tra serietà e ironia sul senso d’esclusione e sul disorientamento legato all’afasia, che si carica qui, simbolicamente, anche del peso dell’incomunicabilità tra individui e delle complesse responsabilità di un artista. L’interprete, Veronica Galdo – apprezzata solista del Nuovo Balletto di Toscana – regala al pubblico un’esibizione coinvolgente, sdoppiando se stessa tra corpo e voce, pensiero e parola. Dopo una prima sequenza danzata ripercorrerà infatti i suoi stessi passi, tallonata da un canzonatorio stream of consciousness: trovata ingegnosa, realizzata attraverso una registrazione vocale, in cui Galdo rivela anche promettenti abilità attoriali. Studio breve, d’arguta efficacia, di cui attendiamo possibili evoluzioni.
Nota di merito al Festival NUTIDA per l’investimento sulla danza contemporanea e sulle nuove generazioni d’artisti, linfa vitale di una scena in fermento che merita sempre più spazi di sperimentazione, condivisione, confronto.

Lula Abicca e Giuseppe Distefano

Ultima modifica il Sabato, 30 Luglio 2022 09:59

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