Biennale College Musica - David Shongo / Estelle Schorpp
19 Ottobre 2023
Teatro Piccolo Arsenale
INTERVIEWS OF SILENCE: TRIBUNE CONGO MAPPING:
Cine-concerto con testimonianze di donne vittime della guerra nella zona orientale della Repubblica Democratica del Congo in confronto con ChatGPT
Anno/Durata: 2023, 45', prima assoluta
Composizione, video, performance: David Shongo
Live: Kyoka
Con: Marantha, Esperence, Foura, Florence, Speciose
Produzione: La Biennale di Venezia - CIMM, Centro di Informatica Musicale Multimediale
A CONVERSATION BETWEEN A PARTIALLY EDUCATED PARROT AND A MACHINE:
Performance per computer e grammofono aumentato
Anno/Durata: 2023, 30', prima assoluta
Composizione, performance: Estelle Schorpp
Produzione: La Biennale di Venezia - CIMM, Centro di Informatica Musicale Multimediale
Sublimare il suono attraverso una serie di azioni che salvano l’idea della stessa vita. Con il suono, con la indubbia idea di suono è possibile quindi portare chi ascolta in dimensioni altre, accettabili, sinceramente modificabili per una ricerca infinita. E’ quello che in David Shongo e in Estrelle Schorpp è riassumibile in una sorta di immediata intesa di campi d’azione. Ottima quindi l’idea di mettere assieme due esperienze alquanto diverse ma con un fine unico ovvero quello di ricondurre alla vita stessa l’origine del suono. Per raccontare come nel caso di Shongo, per estremizzare come nel caso di Schorpp. E’ come sempre un viaggio in un mondo di manipolazioni sonore, di elettronica applicata alla creatività interattiva.
Biennale College Musica / Estelle Schorpp, A CONVERSATION BETWEEN A PARTIALLY EDUCATED PARROT AND A MACHINE
Entrambi i musicisti che hanno già una vita propria di risultati, riescono a trasmettere come fossero dei Guglielmo Marconi del XXI secolo. In un specchio secondario dove le voce delle terre tormentate, le voci di un grammofono raccontano la stessa cosa, la stessa assenza di vite. E’ sempre quindi interessante ritrovarsi faccia a faccia con le idee realizzate. Con la musica che come ai tempi dell’antico veneziano Vivaldi, riesce ancora ad essere programmata, cioè a programma. Certo che nei sentimenti dei due musicisti quello che perviene neanche tanto lontano è quell’estremo bisogno di ricondursi ad una dimensione altra che possa essere accettabile, che possa essere esplorabile. Come futuribili filtri per intravedere la riconduzione ad un suono primitivo, a quel suono che sarà come Kubrich lo immaginava, sarà cioè il trapasso fra la scimmia e il passo successivo alla ricerca del suono che sia infinitamente galattico.