mercoledì, 22 gennaio, 2025
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I PREMI UBU IN VERSIONE REGIMENTAL. -di Nicola Arrigoni

Il comitato dei Premi UBU Il comitato dei Premi UBU

I Premi Ubu in versione regimental
All’Arena del Solo di Bologna la consegna degli Oscar del teatro
di Nicola Arrigoni

Piace partire dai ragazzi di Bat Bottega Amletica Testoriana, il progetto didattico curato da Antonio Latella, nel riflettere sui Premi Ubu 2024 consegnati il 16 dicembre scorso all’Arena del Sole di Bologna, in una serata festosa, condotta da Monica Demuru e Lorenzo Pavolini, col paesaggio sonoro Cristiano Calcagnile, cerimonia a cura della serata lacasadargilla e trasmessa in diretta su Rai radio 3. Bat si è aggiudicato uno dei cinque premi speciali, targati Ubi. Belli, vestiti giusti, maglioni casual, e pantaloni per tutti ragazzi e ragazze. Ogni premiato doveva rispondere a un domandone, tanto articolato da far girar la testa, più una dichiarazione di intenti, piuttosto che una domanda, giornalisticamente parlando. Il domandone – elaborato dal comitato scientifico – ha suggerito ai ragazzi di recitare un pezzo di Testori, ma l’emozione gioca brutti scherzi e il vuoto di memoria è in agguato. Il panico ha il sopravvento nel gestire affannosamente lo schermo dello smartphone per recuperare il testo. Perché si dice questo, perché evidenziare questa apparente mancanza, perché – in una serata ben riuscita e fluida – la naturalezza dei ragazzi di Latella ha stretto il cuore e ha dimostrato il senso di Bat: una bottega che non ha voluto per forza performare, ma far crescere i ragazzi nel rapporto spesso spigoloso con la lingua, con la poesia dell’autore (sopravvalutato?) Giovanni Testori. Si crede che, come accadde per Santa Estasi, ancora una volta Antonio Latella dimostri di avere un autentico e potente sguardo rivolto al futuro e lo faccia con la discrezione dei veri maestri, in disparte, confuso fra il pubblico, solidale con i suoi pupilli, ma anche pronto a lasciarli andare per la loro strada. 

tatò n
Carla Tatò

In questo c’è una lezione che non ha eguali e che ha mosso gli Ubu 2024, molto regimental, nei premi speciali, cercando l’afflato etico sociale con i riconoscimenti assegnati: ad ArchivioZeta e alla sua poetica e politica dei luoghi abitati dal teatro; a Lenz Fondazione e al suo impegno nel performativo poetico; a Davide Iodice e alla sua scuola elementare del teatro in cui le abilità della differenza trovano cittadinanza, e per finire  al percorso onnicomprensivo del teatro a tutto tondo di Marcello Sambati. Il premio alla carriera a Carla Tatò coniuga assolutezza della ricerca, determinazione della missione artistica e una certa e salutare ruvidità nel porsi. 

città di k

Nella scansione dei riconoscimenti Ubu 2024 piace partire da Rohtko di Łukasz Twarkowski, miglior spettacolo straniero, perché in esso si intravvede la forza di pensare in grande, di mettere alla prova i linguaggi della scena e farne puro pensiero. È in questa direzione che piace accostarvi uno dei tanti ex aequo, l’Ubu al miglior spettacolo La trilogia della città di K. di Agòta Kristof di Luigi Noah De Angelis di Fanny & Alexander e Federica Fracassi che si è portato a casa anche gli Ubi per la regia, le luci, la scenografia e le musiche. Nel lavoro di De Angelis c’è la forza di un teatro che sa pensare in grande e che porta ai miglior esiti le disponibilità produttive del massimo stabile italiano, il Piccolo Teatro. Per questo si è parlato di Ubu da restaurazione. Per i premi inventati da Franco Quadri c’è chi sente la nostalgia di una vocazione alla scoperta di fenomeni nuovi che oggi viene meno, anche a causa delle regole che organizzano il sistema distributivo. Non è comunque da sottovalutare il fatto che compagnie come Fanny & Alexander, Teatro Sotterraneo o ancora registi come Antonio Latella e Massimiliano Civica, Giorgina Pi oggi siano di casa nei grandi teatri della tradizione. Si crede che questo sia un merito da attribuire agli artisti, alla loro maturità espressiva ma anche al sostegno e alla visibilità che negli anni gli Ubu hanno dato loro, sostenendone e sottolineandone il lavoro. Questa cosa oggi non è più possibile? Forse. Si gira di meno, fra noi referendari il gruppo di critici militanti e scavalcamontagne cresce d’età e rischia di essere una minoranza.

ferocia
VicoQuartoMazzini

Non si dimentichi che il premio nasce dalla volontà giocosa del critico militante per eccellenza della seconda metà del ‘900 che fu Franco Quadri di raccontare quanto girava in un’Italia del teatro che non è più quella, in cui i tempi e gli spazi produttivi sono aumentati a dismisura fino a provocare una sovrabbondanza di proposte che induce all’immobilità o a percorrere vie note e rassicuranti, in tempi, anche, di ristrettezze economiche e di funzione della critica – quella giornalistica e non accademica – sempre più stretta fra necessità materiali e affanno di senso. In questa prospettiva di ribadire con forza la necessità di una semantica del teatro e dei suoi linguaggi va lo stesso premio a La ferocia di VicoQuartoMazzini che si porta a casa l’ex aequo come miglior spettacolo, i due Ubu alla migliore attrice, Francesca Mazza e miglior attore, Leonardo Capuano, miglior disegno luci. La ferocia  è un solido lavoro di testo che – come la Trilogia – parte da un’opera non teatrale, la adatta e ne fa una drammaturgia di sano sapore rappresentativo. Per questo viene naturale pensare a una sorta di Ubu regimental che sentono la necessità di fare i conti con la realtà letta nella griglia rassicurante della narrazione. Così vanno interpretati gli Ubu al miglior testo italiano: Bidibibodibiboo di Francesco Alberici e quello al miglior testo straniero messo in scena in Italia: Come gli uccelli di Wajdi Mouawad. Completano la rosa dei premiati gli interpreti under 35: Valentino Mannias, bravissimo in Cenere di Giorgina Pi, e Sara Sguotti, attrice e performer di danza. E proprio sull’ex aequo alla danza va fatta qualche riflessione, si crede. A portarsi a casa il premio come miglior spettacolo sono stati: redrum di Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci e Stuporosa di Francesco Marilungo, due lavori diversi per estetica e ricerca. Il primo ha la forza dell’astrazione, il secondo la nostalgia di un mondo che sapeva dare un posto alla morte, il primo va in cerca di una relazione impossibile nello solipsismo contemporaneo, il secondo si orienta in quel rito consolante e comune del lamento funebre che oggi ci è precluso perché la morte è un affare privato e non più comunitario. Gli stessi necrologi nei giornali sono in via d’estinzione, non solo un introito in meno, ma anche il segnale che il passare a miglior vita non è più un affare collettivo, da condividere con la città. Ecco i due lavori ex aequo della danza interrogano i Premi Ubu sul loro ruolo collettivo, sulla necessità di essere sguardo sulla comunità teatrale tutta, punto di raccordo e di riunione della comunità del teatro in cerca di una chiave di lettura del mondo. Un compito arduo, ma quanto mai necessario, pena l’insignificanza. 

TUTTI I PREMI

stuporosa
Stuporosa di Francesco Marilungo

Miglior spettacolo di teatro (ex aequo)
La Ferocia, ideazione VicoQuartoMazzini, regia di Michele Altamura e Gabriele Paolocà
Trilogia della città di K., un progetto di Federica Fracassi e Fanny & Alexander; regia di Luigi Noah De Angelis

Miglior spettacolo di danza (ex aequo)
redrum di Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci
Stuporosa di Francesco Marilungo

Miglior regia
Luigi Noah De Angelis, Trilogia della città di K.

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Francesca Mazza

Miglior attrice o performer
Francesca Mazza (La Ferocia)

Miglior attore o performer
Leonardo Capuano (La Ferocia)

Miglior attrice o performer under 35
Sara Sguotti

Miglior attore o performer under 35
Valentino Mannias

Miglior scenografia
Luigi Noah De Angelis  

Migliori costumi 
Aurora Damanti (Progetto Čechov)

Miglior disegno luci (ex aequo)
Luigi De Angelis (Trilogia della città di K.)
Giulia Pastore (La Ferocia)

Progetto sonoro o musiche originali
Mirto Baliani e Emanuele Wiltsch Barberio (Trilogia della città di K.)

Miglior nuovo testo italiano/scrittura drammaturgica (messi in scena da compagnie o artisti italiani)
Bidibibodibiboo (di Francesco Alberici)

Miglior nuovo testo straniero/scrittura drammaturgica (messi in scena da compagnie o artisti italiani)
Come gli uccelli (di Wajdi Mouawad)

Miglior spettacolo straniero presentato in Italia
Rohtko (di Łukasz Twarkowski) 

Premi speciali
archiviozeta
Quello della compagnia archiviozeta è un fulgido percorso in grado di dilatare “il teatro che abbiamo in mente”. Il loro teatro compare infatti fra ex-tiri a segno, negli ex-mercati, dentro gli archivi di stato, nelle biblioteche e negli istituti medici, fra le aule magne, nei padiglioni oncologici e in cammino dentro e attorno a monumenti di guerra, come il Cimitero militare germanico al Passo della Futa, forse il loro luogo della memoria prediletto, generatore di una scena che scava nei classici e interroga la recitazione, raccontato di recente nel volume Teatro di marte. Un teatro dunque pienamente politico perché sollecita e rigenera il vivere insieme grazie alla partecipazione artistica, senza mai rinunciare ai misteri e alle ineffabili vertigini della poesia. A Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni, a archiviozeta, va il Premio Ubu Speciale 2024.
                       
BAT_Bottega Amletica Testoriana. Esercizi per gli attori // Esercizi con il pubblico, a cura di Antonio Latella (con AMAT per Pesaro 2024 Capitale Italiana della Cultura):
per essersi caratterizzato come un progetto di formazione retribuito rivolto a giovani attori e attrici per la valorizzazione di un caposaldo della drammaturgia d’autore italiana come Giovanni Testori. Ispirata dalla forma della “bottega” artigiana del passato, BAT mette a punto un formato di ricerca e lavoro che sfida l’iperproduttività culturale del presente rinunciando alla presentazione di uno spettacolo finale. Privilegiando la condivisione del suo farsi, BAT ha inoltre messo a punto un processo di coinvolgimento intensivo di un gruppo di spettatrici e spettatori per creare una comunità teatrale possibile oltre la temporaneità. Per la sua qualità progettuale, per la cura riservata alle e ai giovani performer insieme alla comunità spettatoriale Bottega Amletica Testoriana riceve oggi il Premio Speciale Ubu 2024.
 
Lenz Fondazione
Per la pluridecennale avventura nei dispositivi scenici in cui l’“imagoturgia” di Francesco Pititto e la “drammaturgia della materia” di Maria Federica Maestri si fondono con il lavoro sui testi classici, sulla rivitalizzazione degli spazi e sulla densità del lavoro performativo con i loro “attori sensibili”. Alla produzione artistica si integrano la cura del festival Natura Dèi Teatri dedicato alle nuove ricerche artistiche, i progetti Pratiche di Teatro e Pratiche di Teatro Sociale e le attività laboratoriali che, attraverso il rapporto con il Comune e l’Università di Parma, tutte pratiche che fanno di Lenz una realtà artistica dalla riconosciuta funzione pubblica e inclusiva. Per il suo intero percorso artistico e di lavoro sul territorio Lenz Fondazione riceve oggi il Premio Speciale Ubu 2024.
                         
Davide Iodice
Autore e regista unico nel panorama nazionale, Davide Iodice ha saputo costruire nel tempo, con mirabile perseveranza, un linguaggio artistico peculiare in cui sensibilità sociale e qualità estetica trovano un equilibrio perfetto, dimostrando che cura e creazione convivono solo a patto che si nutrano continuamente a vicenda, sfidando i reciproci recinti d’azione. Muovendosi tra didattica e creazione, nel 2013 l’artista ha realizzato a Napoli uno dei più innovativi progetti italiani, la Scuola Elementare del Teatro, un “conservatorio popolare” per le arti della scena, un progetto di arte e inclusione sociale a partecipazione gratuita, un’opportunità di ricerca e formazione permanente che ha la sua sede nei luoghi dell’Ex Asilo Filangieri riabitati dalla comunità di lavoratori e lavoratrici dell’arte, della cultura e dello spettacolo. Da quell’esperienza è nato Pinocchio. Cos’è una persona? uno spettacolo di rara poesia. Per questa creazione e per il suo intero percorso con la Scuola Elementare, Iodice riceve oggi il Premio Speciale Ubu 2024.
 
Marcello Sambati
In quasi cinquant’anni di lavoro Marcello Sambati ha dato vita a un percorso artistico peculiare e riconoscibile, che ha attraversato diversi mondi espressivi come il teatro di ricerca degli anni Settanta, la poesia, la danza, affinando una calligrafia teatrale essenziale e rigorosa. Artista caparbiamente ai margini come scelta poetica, è stato però in grado di creare preziose occasioni di incontro tra artisti, a partire dalla fondazione del Teatro Furio Camillo di Roma con la compagnia Dark Camera. Nel tempo ha saputo incarnare l’emblema dell’attore-poeta, traghettando questa idea di teatro dagli anni delle avanguardie teatrali alla contemporaneità, e riuscendo a plasmare una figura scarna ed essenziale che misura gesto e parola come elementi di una medesima grammatica. Per la sua ricerca poetica, in grado di interrogare la natura e l’umano senza orpelli retorici, frutto di un lavoro minuzioso praticato nella scrittura come nella scena, riceve il Premio Ubu Speciale 2024.

Ultima modifica il Sabato, 04 Gennaio 2025 13:19

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