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LA PORTA - Lettura tratta dal romanzo "La Porta" di Magda Szabó

"La porta" di Magda Szabó "La porta" di Magda Szabó

LA PORTA
Lettura tratta dal romanzo La Porta (titolo originale Az ajtó) di Magda Szabó
Voci: Maria Paiato (Rovigo) e Maria Perez Pilar Aspa (Milano)
Rassegna di Letture Fiato ai Libri 2015 (10a edizione), 8 settembre – 23 ottobre 2015
Gorlago, Cineteatro Carisma, 3 ottobre 2015

Un tavolo di legno dalla forma quadrata campeggia nel mezzo della scena. Su di esso si trovano, sparpagliati, dei fogli e una macchina da scrivere. Due sedie vuote sono poste una di fronte all'altra, ai lati opposti del tavolo. Due sedie per due donne molto diverse tra loro, agli antipodi; due donne che siedono allo stesso tavolo e che tuttavia vengono nettamente separate da esso: le due protagoniste non stanno una accanto all'altra, bensì una di fronte all'altra, si guardano negli occhi, ma non si toccano. Il massiccio tavolo che funge da scrivania non permette alcun contatto: la scrittura le separa e le oppone. I due leggii che si stagliano ai lati del tavolo, investiti da due fasci di luce, ricordano allo spettatore che questa sera sarà la letteratura a farla da padrona, come è tradizione del festival "Fiato ai Libri" organizzato dal Sistema Bibliotecario Seriate Laghi e giunto quest'anno alla sua decima edizione.

La Porta, lettura tratta dall'omonimo romanzo della scrittrice ungherese Magda Szabó, ci rende spettatori e in primo luogo ascoltatori della storia del rapporto tra due donne, la narratrice ed Emerenc. La prima è scrittrice e padrona di casa, la seconda la sua anziana domestica. Non soltanto l'estrazione sociale e l'età anagrafica le dividono, bensì anche la personalità: la docilità e remissività della padrona fanno da contrappunto allo stoico moralismo di Emerenc. I ruoli appaiono invertiti. Non solo è Emerenc a chiedere le referenze alla futura padrona prima di decidere se accettare la sua offerta d'impiego, ma è sempre lei, in un certo senso, a dettare legge nella casa dove presta servizio: guarda la padrona dall'alto in basso, la critica per il suo stile di vita e l'attività (intellettuale) che svolge. Emerenc crede che al mondo esistano solo due categorie di persone, quelle che usano la scopa e quelle che non la usano: lei stessa, con il suo pragmatismo, appartiene alla prima categoria, la padrona ovviamente alla seconda. Ma nonostante le due donne fatichino a comprendersi, imparano a rispettarsi. L'inflessibile, ermetica e a tratti insolente Emerenc inizia col tempo a nutrire fiducia nei confronti della padrona e decide di confidarle il suo segreto: dopo averle raccontato la propria tragica storia, scandita dai drammatici eventi del Novecento, le apre la porta di casa che nessun altro aveva varcato sino a quel momento. Dopo averle mostrato cosa cela in casa propria e averle strappato una pesante promessa, Emerenc richiude ermeticamente la porta e riprende a essere quella di prima, come se nulla fosse accaduto. La padrona però non riuscirà a mantenere la difficile promessa: quando Emerenc si ammala gravemente e decide di lasciarsi morire nella sua casa, nascosta dietro la misteriosa porta, la padrona si oppone alla sua volontà, la attrae con un escamotage sulla soglia e la fa ricoverare in ospedale per salvarle la vita. Emerenc vive il trauma del tradimento e dell'abbandono. La porta con cui proteggeva il suo segreto viene violata e scardinata dall'unica persona cui ha aperto il proprio cuore.

La lettura di passi del romanzo della Szabó, così ben scelti da seguire con scrupolo la linea narrativa e riuscire a delineare accuratamente i due personaggi, è intervallata da pause in cui risuonano le note delle Danze Ungheresi di Johannes Brahms. Ascoltando ci affezioniamo alle due donne, comprendiamo le loro debolezze e i loro punti di forza, sorridiamo e ci commuoviamo. Dato fiato all'ultima riga veniamo pervasi da qualcosa di simile alla nostalgia. La lettura della Porta è un appuntamento unico, che dall'unicità trae il suo valore e la sua forza, come ha sottolineato il direttore artistico della rassegna Giorgio Personelli paragonandolo a una di quelle splendide farfalle della cui bellezza possiamo godere solo per un attimo.

Gloria Reményi

Ultima modifica il Mercoledì, 07 Ottobre 2015 09:56

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