Stresa Festival 2021
“Come un bosco, il Festival respira e regala aria buona. Come un bosco, il Festival cresce trasformandosi di anno in anno. Come un bosco, il Festival invita alla scoperta delle sue ricchezze, antiche e nuove.” Le parole del nuovo Direttore Artistico Mario Brunello introducono il simbolo del sessantesimo Stresa Festival 2021, gli alberi, che nei boschi e nei giardini donano vita e bellezza e sono i silenziosi artisti protagonisti dello splendido paesaggio di Stresa e del Lago Maggiore. Per questa edizione del Festival, pur nata sotto l’imprevedibilità dei tempi che stiamo vivendo, abbiamo chiesto agli artisti oltre alla loro musica anche un po’ del loro tempo, per addentrarsi alla scoperta del territorio, dell’arte, della natura, insieme al nostro pubblico. Una passeggiata, una chiacchierata informale, una specie di rallenty per riassaporare le emozioni della musica attraverso gli occhi e le parole degli artisti.
La grande musica e i grandi interpreti di Stresa Festival quest’anno avranno l’opportunità di conoscere e frequentare, oltre alle ricchezze naturali del territorio, anche i luoghi dove si produce un’altra bellezza, dove il lavoro crea arte, dove ogni giorno si inventa il futuro. La Herno di Claudio Marenzi, che ha offerto con entusiasmo i suoi spazi, è una di queste ricchezze del territorio. Il centro logistico di Lesa sarà la nuova, inusuale sala da concerto, in cui si potrà ascoltare la musica proprio nel cuore della creatività e della produzione di Herno.
Un altro laboratorio di creatività che ospiterà uno degli Album (gli appuntamenti di incontro con gli artisti) sarà Il Chioso di Angera, il magico atelier del grande architetto Michele De Lucchi, che quest’anno ha progettato per il Festival di Stresa una conchiglia lignea concepita come una cassa armonica che ospiterà i musicisti per performance all’aperto.
Stresa Festival. Foto Lorenzo Di Nozzi
I temi del Festival
Quest’anno tutto il mondo celebra anniversari di artisti che hanno segnato la storia, Dante in primis e poi Stravinsky, Piazzolla, Saint-Saëns.
A due giovani donne il “la” del Festival di agosto: Nil Venditti, 25 anni, di impressionante carisma, dirigerà la Stuttgarter Kammerorchester inaugurando il Festival con Stravinsky, mentre Alexandra Dogvan è la quattordicenne solista nel Secondo concerto di Beethoven. Petruchka, il Pulcinella russo, una delle più celebri pagine di Stravinsky, sarà danzato dai burattini del Teatro Habanera nella versione per pianoforte a quattro mani con Mariangela Vacatello e Alessandro Taverna, mentre ancora una versione per settimino di Petruchka, accostato alle Sonate da camera di Debussy, sarà interpretata da Lorenza Borrani con un gruppo di straordinari musicisti da tutta Europa. Ancora Stravinsky con Beatrice Rana nei Tre Movimenti da Petruchka per pianoforte, ma anche nella Sagra della Primavera e nel Pulcinella insieme a Andrea Obisio al violino e Massimo Spada pianista, per uno spettacolo di musica e danza insieme a star della danza internazionale, Sasha Riva, Simone Repele, Sergio Bernal, Miriam Mendoza, Matteo Miccini che per l’occasione indosseranno i costumi originali della prima rappresentazione disegnati da Picasso.
Daniele Gatti porterà per la prima volta al Festival l’Orchestra Nazionale dell’Accademia di Santa Cecilia iniziando il suo programma con un altro capolavoro di Stravinsky, la musica per balletto Apollon Musagete e, per restare nell’Olimpo, la Sinfonia Jupiter di Mozart per chiudere il Festival 2021.
I temi popolari che hanno ispirato Stravinsky saranno oggetto di improvvisazioni di artisti come Uri Caine o dei giovani astri nascenti Enrico Zanisi e Alessandro Lanzoni, mentre Stefano Bollani con Jesus Christ Superstar e Gonzalo Rubalcaba si misureranno con le loro geniali invenzioni. Sempre per il jazz ci sarà una rivisitazione dei Lieder di Schubert con Rosemary Standley e l’Ensemble Contraste. Concluderà gli eventi di luglio la celebrazione in onore di Dante, con le letture di Alessandro Baricco, sospeso sulla magia delle acque del Lago Maggiore.
L’irresistibile vena malinconica della musica di Piazzolla sarà affidata a Gidon Kremer che ha portato con grande convinzione e successo Piazzolla nei suoi concerti in tutto il mondo assieme alla Kremerata Baltica, strepitosa squadra di talenti. E chi meglio di Pablo Ziegler, pianista del Quintetto di Piazzolla può rivelare i segreti del Nuevo Tango, in un programma sinfonico con la giovane, sorprendente Orchestra Senzaspine e il sax di Marco Albonetti. Ma le più celebri pagine di Piazzolla saranno il cuore del programma di Anna Tifu Tango Quartet, presentate in un contesto particolarissimo e nuovo per il Festival, il capannone industriale della Herno. Ma non avremo solo Piazzolla. Anche la musica rinascimentale sarà presente con le voci dell’Orlando Consort, in un concerto itinerante al Sacro Monte di Ghiffa mentre le Suite di Bach per violoncello per la prima volta saranno affrontate nell’intero ciclo dal genio spiazzante di Giovanni Sollima.
Stresa Festival. Foto Lorenzo Di Nozzi
Il Festival da quest’anno vuole porre una particolare attenzione all’ambiente e all’ecologia ed ospiterà alcuni eventi che avranno un particolare legame con questi temi: interessante sarà il dialogo a distanza di quasi tre secoli tra un Vivaldi “rockettaro” che dà vita ai suoni della natura del ‘700 con le sue celeberrime Quattro Stagioni con i Solisti Aquilani e la band napoletana Bungt & Bangt di Maurizio Capone che suona strumenti costruiti con materiale riciclato, dando vita a un rock ecologico.
Avremo poi il Vision String Quartet, giovani di Berlino che suonano il grande repertorio quartettistico a memoria, concludendo i loro concerti con improvvisazioni jazzistiche e Fazil Say, ormai uno dei più grandi nomi della musica del nostro tempo, in un programma a specchio nella musica francese tra antico e moderno.
Il passaggio di testimone
Il 27 Agosto del 1962 l’Orchestra del Teatro alla Scala inaugurava la prima edizione delle Settimane Musicali di Stresa. Quest’anno, nello stesso giorno, Gianadrea Noseda dopo venti indimenticabili anni come direttore artistico del Festival, dirigerà l’Orchestra della Scala nella Prima Sinfonia di Brahms, proprio come accadeva sessanta anni fa, passando simbolicamente il testimone a Mario Brunello, solista nel Concerto di Saint-Saëns.
PIÙ INFORMAZIONI:
www.stresafestival.eu