San Gimignano
Seconda giornata di "Orizzonti Verticali",
ricca di eventi previsti dal calendario
La seconda giornata del Festival "Orizzonti Verticali-Arte Sceniche in cantiere" era ricca di tre eventi significativi: alle 17, presso il cortile della Pinacoteca, presentazione del libro "Ivrea Cinquanta-Mezzo secolo di nuovo teatro in Italia", dedicato alla memoria dei tempi che furono, delle tendenze del teatro contemporaneo, animato da personaggi alcuni dei quali ci hanno già lasciato altri si tuffano nei ricordi.
Il secondo appuntamento alle 19, nel Palazzo della Propositura, una sala che riecheggia tempi medievali, bellissima, dove ci vedrei molti recital di poesie, monologhi dialogici, invece abbiamo assistito al prologo del duo Carlo Quartucci e Carla Tatò che, dall'alto della loro avventurosa esperienza nei meandri del teatro, hanno voluto farsi conoscere - ma noi li conoscevamo già da anni- ai fedelissimi di San Gimignano.
Quartucci ha corredato il suo racconto disponendo immagini di quadri (un volto di Pasolini; dettagli particolari: una bocca, un occhio) su varie sedie dislocate nello spazio scenico, mentre lui, seduto di tre quarti al pubblico, se le sbrigata leggendo il suo "viaggio" della memoria, contrappuntato dalla voce dell'attrice Carla Tatò, che, seduta davanti ad un leggio, coi ai piedi un tranquillo cagnolino, giocava con abilità nei ritmi vocali, nella variazione dei suoni: dai sussurrati al gridato.
Un "viaggio" lungo oltre un'ora dove un certo compiaciuto ego ha dominato l'intera performance, accompagnato da una costante proiezione grafica sulla parete, a grande raggio, di un personaggio misterioso che corre e si frantuma, e da una musica dal vivo suonata su una tastiera elettronica che continuamente faceva sottofondo al parlato.
Il terzo appuntamento alle 21,30, nel palcoscenico del teatro allestito alla Rocca, di Montestaffoli con la danza, a cura del coreografo-danzatore Loris Petrillo che sul titolo concettoso di "Polvere" si è messo in scena con due danzatori, i quali non si sono risparmiati nelle contorsioni, su movimenti e soluzioni sceniche giocate tra un microfono per amplificare mozziconi di frasi, per giunta in inglese, corde, teli e la rotazione di una palla pesante, insistente, ad opera dello stesso coreografo, sulle teste dei due danzatori che per scansarla correvano affidandosi a capriole, tuffi, cascate, ruzzoloni, i cui significati a noi sono rimasti oscuri. Ma il pubblico ha molto apprezzato, soprattutto l'energia e la partecipazione convinta dei due protagonisti: Yoris Petrillo e Luca Zanni.
Mario Mattia Giorgetti