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XXI Edizione FESTIVAL DI UNA NOTTE D’ESTATE - “IL FU MATTIA PASCAL”, regia Daniela Ardini. - di Gabriele Benelli

Pietro Montandon in “Il fu Mattia Pascal”, regia Daniela Ardini Pietro Montandon in “Il fu Mattia Pascal”, regia Daniela Ardini

IL FU MATTIA PASCAL
da Luigi Pirandello
Regia: Daniela Ardini
Scene: Giorgio Panni e Giacomo Rigalza
Costumi: Maria Angela Cerruti
Interprete: Pietro Montandon
Produzione: Lunaria Teatro
Genova, Piazza San Matteo, 5 e 7 luglio 2018 e Sestri Levante, 6 luglio

La XXI edizione del Festival in una notte d'estate della genovese Lunaria Teatro, che ha come direttori artistici Daniela Ardini e Giorgio Panni ha quest'anno come tema i percorsi dell'identità. Non poteva quindi esserci migliore spettacolo di apertura come Il fu Mattia Pascal. Dopo il successo di Maruzza Musumeci, dal testo di Andrea Camilleri, torna in scena il catanese Pietro Montandon. Ed è proprio la presenza scenica di questo attore il dato notevole dello spettacolo, impegnato come è l'attore ad impersonare da solo in scena tutta la serie di personaggi che fanno parte del testo pirandelliano. Questo avviene grazie all'uso di cambi d'abito in scena, ma soprattutto grazie all'uso di diverse maschere che riportano le fattezze di tutti i personaggi raccontati. Interpretando sia il personaggio di Mattia Pascal / Adriano Meis, che Montandon porta in scena offrendo la sua stessa fisionomia e postura, sia gli altri personaggi, l'attore catanese offre una prova nel complesso maiuscola. Grazie alla modulazione del timbro vocale, alla studiata composizione dei gesti e del movimento corporeo, prima ancora che alla maschera calata sul viso, l'attore catalizza l'attenzione e le emozioni del pubblico. Pietro Montandon, attore già facente parte del gruppo teatrale Mummenschanz, realizza ne Il fu Mattia Pascal un vero prodigio teatrale, capace come è della moltiplicazione dei ruoli pur mantenendo sempre una giusta misura che possa rendere la recitazione spontanea e non appariscente. In questo modo la recitazione ha come tratto caratteristico la trasmissione delle forti emozioni e l'umorismo che danno vita a Il fu Mattia Pascal, mantenendo la vitalità del testo pirandelliano e districandone quelli che sono gli aspetti psicologici meno immediati. Nella voce, nello sguardo e nel gesto di questa particolare versione del personaggio di Mattia Pascal – questa stessa una maschera alla quale l'attore cede la scena – troviamo la stella polare dello spettacolo. Il fu Mattia Pascal, diretto da una bravissima e ispirata Daniela Ardini, ha il tipico gusto pirandelliano di smascheramento dell'intrigo e delle piccolezze umane, che sa inoltre tendere in modo calibrato ma efficace nel teatro classico. Il ritmo che risulta è continuo, con poche e studiare pause riflessive che non interrompono mai l'incisività dello spettacolo. La scenografia nella quale l'attore si muove è solo all'apparenza sintetica e anzi presenta, oltre alla scrivania che richiama l'ambiente dove Mattia Pascal mette per iscritto la sua storia, una serie di pannelli girevoli che servono a ripercorrere anche visivamente il flashback di tutta la vicenda dello smarrimento dell'identità del protagonista. Il tappeto sonoro, al quale spesso si inframmezzano inserti audio che danno il tempo all'attore di agire sulla scenografia e scandire le tappe del racconto, è sempre piacevole e dona allo spettacolo il sapore tipico della tragicommedia. Tutto risulta non solo funzionale al racconto, ma fa sì che l'esperienza di comunione tra teatro e pubblico si realizzi in pieno. Gli scroscianti applausi del pubblico e la sincera commozione dell'attore ne sono testimonianza.

Gabriele Benelli

Ultima modifica il Lunedì, 09 Luglio 2018 00:33

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