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CHIGIANA INTERNATIONAL FESTIVAL AND SUMMER ACADEMY 2019. -di Marco Ranaldi

Anton Gerzenberg. Foto Roberto Testi Anton Gerzenberg. Foto Roberto Testi

Anton Gerzenberg, pianoforte
ALESSIO CAVALIERE / BERARDO DI MATTIA (Allievi del Corso di Antonio Caggiano) percussioni
ALVISE VIDOLIN / NICOLA BERNARDINI live electronics
Xenakis: Herma; Oophaa; Komboï
Haas: Ein Schattenspiel
Scelsi: Aitsi
Saunders: Crimson
Saariaho: 
Jardin Secret II
Chiesa di S. Agostino, Siena 28 luglio 2019

La Chigiana ha da sempre sostenuto la musica contemporanea e il fatto che alla direzione artistica ci sia un compositore della formazione di Nicola Sani, rende facile comprendere come l'indirizzo sia sempre verso un linguaggio di ricerca sonora, ritmica e armonica. Nella Chiesa di S. Agostino, storica struttura adottata dalla Chigiana per i concerti, si è esibito in un piano live Anton Gerzenberg. Giovanissimo pianista, stella nascente della tastiera e figlio d'arte, Gerzenberg ha pensato l'esecuzione del suo programma di musica contemporanea con la stessa idea da pianista virtuoso qual' è. Pertanto grazie anche alla sua atletica prestanza ( e per fare quel repertorio è necessaria), Gerzenberg apre "Jardin Secret" andando a variare il suono di profonda ricerca pensato da Rebecca Saunders (Crimson), da George Freiderich Haas (Ein Schattenspiel), da Giacinto Scelsi (Aitsi) e naturalmente da Iannis Xenasis (Herma). Una prima parte fortissima, dove le musiche della Saunders soprattutto spaziano in quell'intrinseco sonoro discorso che ha certamente in Xenasis (a cui è dedicato il festival) il respiro della contemporaneità. Forza interpretativa intensa, forza compositiva vivissima, ci si ferma a meditare ancora una volta su Aitsi di Scelsi che ancora una volta ci pone di fronte ad una intrinseca genialità di uno dei più singolari compositori dell'ultima generazione passata. Gerzenberg è presente a se stesso sia da solo sia quando duetta con Alessio Cavaliere, sia quando usa la live electronics a forma delle composizioni proposte. Sound escapes si potrebbe chiamare il tutto, perché Gerzenberg crea una sorta di via di fuga, una parentesi di proposta che difficilmente si trova in giro. Suonare poi al pianoforte e al clavicembalo la musica degli anni precedenti ai nostri non è cosa facile. Certo il virtuosismo è assolutamente necessario per dare forma a tanta forza di pensiero scritta su carta da musica. Poi forse il tema dominante del festival, l'idea di natura interiore ed esteriore, il collegamento virtuale con un mondo fatto da altri mondi, rende soprattutto il tema Xenasis indispensabile. Di questo compositore assolutamente oltranzista e moderno allo spasmo, di una ritmicità ansiosamente ricercata, Gerzenberg ha anche eseguito Oophaa e Komboi assieme a Jardin Secret II di Kajia Saariaho composizione che per la sua forza evocativa ha dato il nome al concerto. Perfetta la presenza dei giovani percussionisti della classe dell'eclettico Antonio Caggiano, così come sono stati assolutamente funzionali gli inserti sonori creati da Alvise Vidolin e da Nicola Bernardini. Gerzenberg ha già in se la giusta dimensione di pianista a più visioni, forse con una idea di interpretazione che lo spingerebbe oltre le colonne d'Ercole del futuro prossimo venturo.

Orchestra Giovanile Italiana
Boris Belkin violino
Luciano Acocella Direttore
Abbazia di San Galgano (Chiusdino)
Scelsi Natura Renovatur, Brahms Concerto per violino e orchestra in re magg. op. 77,
Schumann Sinfonia n. 3 in mi bem. magg. op. 97 "Renana"

Nella perfetta acustica dell'Abbazia di San Galgano per la Chigiana International Festival si è esibita l'Orchestra Giovanile Italiana che è la formazione in residence della Scuola estiva della Chigiana. Meravigliosa scoperta di una formazione giovanile che funziona come una delle migliori orchestre fatta da adulti navigati. Certo non è facile sostenere un programma dove come solista violinista vi è stato Boris Belkin. Dalla notevole personalità Belkin ha eseguito il Concerto per violino e orchestra op. 77 di Johannes Brahms. Uno dei concerti più belli e intensi della letteratura violinistica, l'opera di Brahms è stata interpretata con grandissima perizia e interpretazione da Belkin. Il sentire di Brahms è così notevole che lo si evince già dalle prime note, dalla lunga introduzione e da quel piglio estremamente interiore che conduce all'entrata del solista. Belkin pertanto sostiene l'impeto brahmsiano da grande interprete quale è e soprattutto si rapporta con i giovani orchestrali con estrema naturalezza. Luciano Acocella guida con la tempra del bravo direttore la sua compagine che, lo ricordiamo nasce a Fiesole agli storici corsi di perfezionamento voluti da Piero Farulli. Acocella prima di dirigere Brahms aveva aperto il concerto con uno die brani più intensi scritti da Giacinto Scelsi: Natura Renovatur che è un chiaro riferimento al tema del festival "Out of Nature". L'intensità dell'interpretazione data da Acocella ha ben delineato cosa volesse significare per un compositore così singolare scrivere del proprio interiore vissuto. Scelsi rimane un paradigma di personalità complessa nel mondo compositivo. La sua scrittura di sospensione sonora è ben riportata nel brano diretto da Acocella che riesce a trasmettere la profonda interiorità di Scelsi. Come parte finale del concerto la Sinfonia n. 4 detta Renana di Robert Schumann. In questa interpretazione Luciano Acocella si è distinto maggiormente rivelando il suo piglio da sinfonista e la perfetta padronanza direttoriale della partitura di Schumann. Dal primo tempo fortemente strutturato alla conclusione che apre al futuro, Schumann arriva ad aprire a quell'ideale romantico che lo tormentò per tutta la vita. Luciano Acocella ha condotto con ardore i suoi giovani della Orchestra Giovanile Italiana, bravi, bravissimi nell'essere già piena parte del suonare con professionalità e sostanziale carica emotiva.

 

2 agosto 2019
Chigiana meets Siena Jazz
SIENA JAZZ UNIVERSITY ORCHESTRA
ORCHESTRA DEI CONSERVATORI DELLA TOSCANA CHIGIANA PERCUSSION ENSEMBLE
Alessio Cavaliere, Berardo Di Mattia
Lucrezia Liberati, Filippo Sinibaldi
Riccardo Terlizzi, Giulia Vela
Junsun You, Jamil Zidan
TONINO BATTISTA direttore
ROBERTO SPADONI direttore

Special Guests
DAVID KRAKAUER clarinetto klezmer
GIUSEPPE ETTORRE contrabbasso
ANTONIO CAGGIANO percussioni
CINZIA CONTE arpa

Musiche di Frank Zappa e Charles Mingus

In coproduzione con Siena Jazz e Istituto Superiore di Studi Musicali "Rinaldo Franci" di Siena – Attività del Polo Musicale Senese

Segno dei tempi e del nuovo percorso artistico tracciato da Nicola Sani, la Chigiana da tempo si è aperta ai linguaggi musicali e alle sue variabili varianti. Siena ha da tempo uno dei punti più importanti per la preparazione jazz con i corsi di Siena Jazz che contemporaneamente alla Chigiana agisce nella città durante il periodo estivo. In questo ambito operano vari gruppi fra cui la Big Band che è diretta da Roberto Spadoni. Unire quindi due linguaggi: classica-rock, classica-jazz. Ecco che nasce questo incredibile concerto nella caldissima Chiesa di S. Agostino di Siena con una Orchestra che è l'unione di varie risorse giovanili diretta da Tonino Battista. Battista è un musicista a tutto tondo, didatta, compositore, direttore d'orchestra. La sua passione e il suo amore per la musica traspira in ogni suo gesto direttoriale. Egli a capo dell' Orchestra dei Conservatori Toscani e l'Ensamble di Percussioni della Chigiana, dirige un programma direttamente collegato a Frank Zappa e alla sua visionaria produzione che coraggiosamente coniugò il suo linguaggio a quello sinfonico. E' un effetto trascinante, di incredibile bellezza. Zappa si sa era attratto dal mondo classico; nell'ultimo periodo della sua vita si dedica come pochi a coniugare il proprio linguaggio a quello della musica composta. Lo fa pubblicando due lp che ad oggi rimangono una perfetta sintesi fra pensiero del '900 e le correnti che in esso si muovevano. Battista sa di trasmettere grande musica; coniuga ai suoi ragazzi il senso di suonare. La sua è una gestualità di sintesi, senza bacchetta, porta a se quello che desidera diventi la musica di Zappa. La sua modestia traspare dal non cercare gli applausi come compenso per la fatica ma la presenza e la costanza dei suoi orchestrali. Che lo ripagano in una maniera sincera, perfettamente coerente con un pensiero di contemporanea azione. E nasce quindi l'ascolto contemporaneo. Indimenticabile. Nella seconda parte Roberto Spadoni dirige invece l'orchestra nata in seno a Siena Jazz. Programma dedicato interamente, a parte due sue composizioni, a Charles Mingus. Mingus veniva da un pensiero alto del jazz, aveva idee molto precise su come coniugare quello strano linguaggio con il progresso della musica stessa. E' forte il suo temperamento ed è forte ciò che scrive. Spadoni trascina in questa empatica impresa i suoi ragazzi sorretto da un bel nucleo di solisti. L'effetto è dirompente e la sapienza di una scrittura come quella di MIngus colpisce moltissimo. Questo quando si va ben oltre i confini, oltre le Colonne d'Ercole.

Ultima modifica il Venerdì, 09 Agosto 2019 09:11

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