HOLLYWOOD BURGER
di Roberto Cavosi
Regia: Pino Quartullo
Assistente alla regia: Enza De Rose
Scene: Andrea Stanisci
Disegno luci: Bruno Guastini
Interpreti: Enzo Iacchetti, Pino Quartullo e Fausto Caroli
Produzione: La Contrada Teatro Stabile di Trieste
Borgio Verezzi, Piazza S. Agostino 28 luglio 2019
Anche questo spettacolo, che a causa del maltempo è stato allestito due volte il 28 luglio, conferma che il festival di Borgio Verezzi è oramai un evento teatrale di grande spessore. Il testo proposto è di Roberto Cavosi. Nato nel 1959, da molto tempo, assieme a Manfridi, Bassetti e Longoni, il drammaturgo e regista è presente con una certa continuità sui nostri palcoscenici per gli intrecci serrati, lo scavo psicologico dei personaggi e la robusta lingua teatrale. Ora il drammaturgo di Merano propone un testo divertente, ironico e paradossale affidato alla brillante interpretazione di Pino Quartullo, attore, regista e sceneggiatore, di Enzo Iacchetti, comico di grande bravura e conduttore televisivo molto popolare, e di Fausto Caroli. In una mensa per artisti degli Studios di Hollywood, caratterizzata da un bancone da bar, 7 tavolini, con sedie e 3 divanetti, sul finire degli anni '90 - e non come nell'originaria stesura in quelli '70-80 - si incontrano e scontrano Burt e Leon, due attori statunitensi mitomani e frustrati ancora affascinati dal mondo di Hollywood nel quale non hanno mai avuto successo. Disperati e perdenti entrambi nutrono ancora la speranza, che si rivelerà vana, di incontrare qualche personalità di rilievo di cui millantano la conoscenza e in grado di rimetterli in gioco dopo qualche anno di invisibilità. Leon e Burt fanno fatica a trovare il denaro necessario per pagare quanto hanno consumato alla mensa. I due si fanno molti dispetti e battibeccano aspramente tra loro alla presenza di un inserviente di colore che li disprezza. La singolare coppia racconta in maniera tragicomica le proprie sconfitte e delusioni snocciolando episodi della loro fallimentare carriera cinematografica, sconosciuta a tutti perché le parti da loro interpretate, talora in pellicole di grande successo, sono state tagliate nel montaggio, come nel caso di Burt, tra gli altri ruoli quello dell'accordatore del pianoforte di Sam in Casablanca (1942) di Curtiz, del licantropo in Guerre stellari (1973) di Lucas, del killer omosessuale ne Il padrino (1972) e del vampiro postino in Dracula (1992), entrambi di Francis Ford Coppola, oppure, come accade a Leon, nella parte di una scimmia il cui costume lo rende irriconoscibile, nel film 2001 Odissea nello spazio e de Il pianeta delle scimmie (1968), uno di Kubrick e l'altro di Schaffner. Quartullo dirige con encomiabile rapidità e dinamismo questa agro-dolce pièce, che andrà in tournée dal febbraio all'aprile del prossimo anno. Quartullo e Iacchetti interpretano i ruoli dei due non più giovani protagonisti, rendendo bene le amarezze di due tipiche vittime del mondo di Hollywood. A dispetto delle loro sconfitte, entrambi continuano a raccontare le loro fallimentari esistenze artistiche e familiari. I loro dialoghi brillanti ed esilaranti restano in bilico tra ossessione e nevrosi. I due però troveranno nella parte finale dello spettacolo momenti di solidarietà. L'esperienza maturata nel cabaret da Iacchetti ha innescato momenti godibili per le improvvisazioni offerte durante la rappresentazione allestita nel tardo pomeriggio, ancora con la luce naturale, quando le campane della vicina chiesa inopinatamente hanno suonato a lungo. Le tensioni dei due stralunati e in fondo simpatici protagonisti si concluderanno in un paradossale finale che non svelo per non togliere al pubblico il gusto di vedere questo spettacolo piacevole e spassoso, agile e scattante, che tra qualche mese girerà l'Italia.
Roberto Trovato