SE DEVI DIRE UNA BUGIA DILLA GROSSA
di Ray Cooney
Versione italiana: Iaia Fiastri
Regia: Pietro Garinei
Scene originali: Terry Parsons
Costumi: Silvia Frattolillo
Consulenza tecnica allestimento originale: Marco Pupin
Direzione tecnica: Stefano Orsini
Organizzazione generale: Giulio Corrente
Interpreti: Antonio Catania, Gianluca Ramazzotti, Paola Quattrini,
Paola Barale, Nini Salerno, Marco Cavallaro, Alessandro D'Ambrosi,
Roberta Cancian, Lorenza Giacometti e Sara Adami
Produzione: Ginevra Media Production
Borgio Verezzi, Piazza S. Agostino 28 luglio 2019 da giovedì 8 a domenica 11 agosto 2019
Grandi applausi e molte risate hanno accompagnato dall'inizio alla fine questa brillante commedia, Two into one, il cui debuttò fortunato è avvenuto a Londra prima nel 1981 e poi nel 1984. Nel 1986 la pièce, molto attenta al rapporto spese e incassi, è stata diretta dal compianto padre del musical italiano Pietro Garinei dalla compagnia Dorelli, Quattrini, Guida e Garrone che l'hanno portata con successo in giro per il mondo. Adattato in italiano da Iaia Fiastri, scomparsa un anno fa, storica collaboratrice di Garinei e Giovannini, il copione è stato messo in scena nel 2000 dalla ditta Jannuzzo, Quattrini, Testi, Gelli e Falchi. Il 14 gennaio dello scorso anno poi la compagnia dell'Albicocca, per la regia della Guarino, ha allestito il copione col titolo La moglie di chi? Nella versione originale del lavoro i due amanti trovano un cadavere adagiato sulla finestra, forse ucciso da un difetto di chiusura a ghigliottina nel tentativo di entrare nella loro camera. In questo allestimento invece non c'è traccia di cadaveri. Per festeggiare i cento anni esatti dalla nascita di Garinei e nel contempo per ricordare la Fiastri che è mancata nel 2018, la Ginevra Media, lo ha allestito nuovamente alla LIII edizione del Festival di Borgio Verezzi, per la direzione artistica e l'interpretazione di Gianluca Ramazzotti. Il commediografo, drammaturgo e attore inglese Ray Cooney, classe 1932, autore di questo spigliato e divertente copione folto di equivoci, bugie a catena, scambi di identità, fraintendimenti, brillanti trovate e errori nel tentativo di nascondere la verità, doppi sensi e situazioni al limite del paradosso, è una presenza nota al Festival in quanto di lui qui sono stati recitati già due testi, Taxi a due piazze e Chat a due piazze. Nei tre allestimenti della commedia, per la regia di Giovannini, Paola Quattrini ha interpretato la parte di Natalia, moglie frustrata dell'onorevole Riccardo De Mitri, sotto segretario del nostro Ministro degli Interni. L'uomo (Antonio Catania) non prova più attrazione per lei e la coppia è da tempo in crisi. La moglie vorrebbe però che il marito restasse con lei e non andasse, come lui le fa credere, nei palazzi del potere. De Mitri è intenzionato a incontrare in quello stesso albergo l'amante, Susanna Rolandi (Paola Barale, al debutto a teatro), alta funzionaria della Fai, sposata con Teodoro Rolandi (D'Ambrosi) e legata alla leader dell'opposizione, l'onorevole Merloni (Roberta Cancian). Per incontrare l'amante De Mitri si avvale dell'aiuto del suo segretario Girini (Gianluca Ramazzotti), fedelissimo ma ingenuo e poco pronto di spirito. Dal timore dello scandalo che potrebbe derivare dalla scoperta della tresca con l'amante il politico tenta di non far scoprire il fatto in quanto sta per arrivare il sospettoso direttore dell'albergo (Nini Salerno). Le altre parti sono: il cameriere cinese dell'Albergo (Cavallaro), pronto a offrire i propri servigi dietro ricompensa, una cameriera rumena (Lorenza Giacometti) e l'addetta alla reception (Sara Adami). Ne nasce una girandola dal ritmo forsennato fatta di equivoci e divertimento fino al finale. La pièce divertente, ironica e paradossale, che procede ad un ritmo incalzante, ricorda Feydeau i cui testi hanno dialoghi raffinati e vivaci, stile agile e festoso, conoscenza delle risorse del mestiere e abile utilizzo dei meccanismi e dei tempi comici, nonché il ritmo serrato e indiavolato. Innervato da un'ironia anglosassone il testo di Cooney, che a tratti ha momenti marcatamente macchiettisti e proiezioni nella farsa e nel vaudeville, è caratterizzato da repentini movimenti di accelerazione, che mettono in rilievo i vizi, le debolezze e le ipocrisie umane. La pièce la cui azione si svolge per intero in un albergo di lusso di Roma, sottolinea che in un mondo amorale l'unica morale è il divertimento. L'ispirazione all'allestimento originale diretto da Pietro Giovannini è reso palese dal girevole che rappresenta volta a volta la hall dell'albergo e le due camere da letto, in cui si dipana la vicenda al cui centro sta il tentativo di due relazioni extra-coniugali: la prima è con una donna legata al governo dell'opposizione e la seconda tra il segretario del politico e la di lui moglie. In questo spazio assistiamo a continue complicazioni, quiproquo e scioglimenti di situazioni intricate. L'adulterio, unico modus vivendi della società, anche se non verrà realizzato né dalla moglie delusa che per caso incontra proprio il portaborse del marito né dalla Rolandi, è evidenziato di continuo non solo dal sapiente impiego dello spazio scenico che favorisce la corsa frenetica dei personaggi da una situazione all'altra, ma anche dagli oggetti e dagli accessori utilizzati. Le risate senza sosta suscitate da questo brillante e vivace testo non sono tuttavia mai serene e spensierate, ma malinconiche.
Roberto Trovato