Il Canto di Ulisse
Debutto nazionale
Liberamente ispirato a testi di Primo Levi
Con Roberto Herlitzka e Stefano Santospago
Musiche eseguite dal vivo da Alessandro Di Carlo (clarinetto) e Alberto Caponi (violino)
Light designer Marco Macrini
Cura registica di Teresa Pedroni
Consulenza musicale Alessandro Di Carlo
Aiuto regia Elena Stabile
Assistente alla regia Pamela Parafioriti
Organizzazione generale Fabrizia Falzetti
Produzione Compagnia Diritto E Rovescio
TODI FESTIVAL 2019
Che gioia vedere Roberto Herlitzka, ascoltare la grana vocale di questo straordinario, raffinato, coltissimo, preciso attore nel dare anima e sentimenti alle parole di Primo Levi, al dolore vissuto dallo scrittore nel rievocare la tragedia brutale dell'internamento ad Auschwitz, il suo essere lacerato per il ricordo – che mai lo abbandonò – fino al compimento del gesto estremo di uscire dal mondo come sola via per liberarsi da una prigionia troppo soffocante e crudele per essere sopportata. Il canto di Ulisse tratta di tutto questo.
Insieme con Herlitzka, sul palco del Comunale di Todi, un altro bravissimo attore: Stefano Santospago. I due hanno impersonato, per riprendere una terminologia cara a Jung, l'aspetto estroverso ed introverso di Levi: Herlitzka quello interiore, dove l'anima regna e permea di sé tutto ciò che appare ad occhio umano; Santospago l'uomo quale noi tutti immaginiamo di conoscere nel quotidiano. Un'interpretazione a due voci che ha tratteggiato la tragedia di Levi per intero, cercando di raccontarla sul piano dell'apparenza e su quello dell'essere.
Pur con stili diversi – per tecnica, esperienza, personalità – i due attori si sono mostrati in perfetta sintonia. Decisa la recitazione di Santospago, tanto da non lasciare spazio a dubbi od esitazioni. Quella di Herlitzka, invece, metafisica, come se provenisse da un mondo apparentemente distante eppure così vicino a noi. Perché, pare dirci questo eccezionale attore, il ricordo di una tragedia come l'olocausto mai può essere remoto; tutti noi dobbiamo sentirlo prossimo e far sì che, in certa misura, ci appartenga affinché mai si ripetano simili barbarie.
Sul finire, quando Herlitzka dà il via alla lettura del Canto di Ulisse – da cui il nome dello spettacolo –, s'è respirato in platea un attimo di sospensione, di liberazione dall'orribile realtà di Auschwitz. Il miracolo della poesia! Per lunghi ed intensi istanti il pubblico è stato letteralmente agghermigliato dalla delicata potenza vocale e interpretativa di Herlitzka; e in quegli attimi si era tutti lì: con Levi, Dante e il suo Ulisse a tentare di varcare quel confine delle Colonne d'Ercole che ciascuno di noi deve di necessità superare per vivere con autenticità.
Al termine dello spettacolo, nel ricordare questa orrenda esperienza descrivendola come incubo quotidiano, con nelle orecchie ancora il gelido suono tedesco dell'ordine: "Sveglia!" impartito al mattino, pian piano ecco calare le luci su Herlitzka e Santospago le cui voci, sempre più basse, sono via via piombate in un definitivo silenzio: si è così rievocata, con leggera grazia, la causa della morte di Levi. Poi più nulla: buio in teatro.
Il pubblico, toccato dalla maestosa, regale ed elegante bravura di Herlitzka nonché dall'ottima interpretazione di Santospago, ha regalato dieci minuti di applausi e una partecipata e commossa ovazione ai due interpreti.
Non vi sarebbe stato modo migliore di questo per ricordare Primo Levi, la sua storia, l'esempio della sua umanità.
Pierluigi Pietricola