L’INTERVISTA
di Natalia Ginzburg
con Arianna Scommegna, Valerio Binasco, Giordana Faggiano
regia Valerio Binasco
scene e luci Jacopo Valsania
costumi Sandra Cardini
Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale
Debutto nazionale al Teatro Carignano di Torino, dal 15 al 21 giugno 2020,
nell’ambito di “Summer Plays – Sere d’estate al Teatro Carignano 15 giugno – 13 settembre 2020”
Talmente forte era l’emozione di ritornare a teatro che solo un allestimento di levatura alta avrebbe potuto sedare quell’emozione, cambiarla in attenzione e accompagnare lo spettatore incantato in questo viaggio fantastico che ricominciava, nel perenne mistero e fascino del palcoscenico. Infatti, un’autrice di pregio e nostrana, un trio di attori impeccabili, al di là delle quisquilie, con qualche inevitabile imprecisione di memoria (tempo di prova una settimana, chapeau) hanno mutato, una serata di gioia, in qualcosa di più. De L’intervista di Natalia Ginzburg, non si perde una battuta, un respiro, uno sguardo. C’è tutta la vita delle relazioni sempre un po’ insoddisfacenti, dei dolori tenui e accesi, delle tenerezze e dei sentimenti insondabili, dell’immobilismo, della fatica di scegliere. Questa è una storia che ruota intorno a una figura che non c’è. Un grande personaggio, scrittore, politico, intellettuale, l’illustre Gianni Tiraboschi che il giovane e volitivo giornalista Marco deve intervistare, ma dopo un viaggio di ore, da Roma a una landa sperduta, dopo aver raggiunto una grande villa isolata e fatiscente, Marco non incontrerà Tiraboschi che un impegno improvviso ha portato lontano, senza avvisare il giovane. Deluso, Marco conosce le donne di casa, la sorella Stella, carina, seducente, e la compagna Ilaria, amabilmente dolente. Marco dialoga con Ilaria scoprendo le reciproche affinità e intanto adocchia Stella, di cui si innamorerà. Ritenterà di intervistare Tiraboschi, gli anni scorreranno riservando qualche sorpresa. Bravissimi Arianna Scommegna nel ruolo di Ilaria, con i suoi stupori e disincanti, Giordana Faggiano nella parte di Stella, arida, ma poi non così tanto, Binasco nei panni di Marco, fragile, triste, sensibile. La pièce sembra forse più rosea di quanto non sia ma l’allestimento, che allontana gli attori tra loro per cause di forza maggiore, incrementa la verità dei legami in scena. Valerio Binasco aveva già diretto una versione de L’intervista una decina di anni ma questa, con un cast differente e dei movimenti rimodulati, non può che considerarsi del tutto nuova.
Maura Sesia