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L'ARENA DI VERONA 2020 - WAGNER IN ARENA. -di Federica Fanizza

Wagner in Arena. Foto di Evvevi, Arena di Verona Wagner in Arena. Foto di Evvevi, Arena di Verona

WAGNER in Arena
Direttore d'orchestra Gustav Kuhn
Soprano Ricarda Merbeth
Programma
Ouverture (Der fliegende Holländer)
Ricarda Merbeth
Sentas Ballade Johohoe!... Traft Ihr das Schiff im Meere an
(Der fliegende Holländer, atto II)
Ouverture (Die Meistersinger von Nürnberg)
Walkürenritt (Die Walküre, atto III)
Ricarda Merbeth
Isoldes Liebestod Mild und leise 
(Tristan und Isolde, Atto III)
Ouverture (Tannhäuser)
Orchestra dell’Arena di Verona
Verona, Arena 7 agosto 2020

Wagner vs.Verdi. Continuano i gala di voci e di musica in questa rassegna estiva dell'Arena di Verona che sperimenta, in questo suo spazio riprogettato, nuove situazioni musicali. Dopo il Requiem di Mozart, la Fondazione ha messo in campo una serata dedicata a Richard Wagner, serata tra le più attese di questo particolare festival d'estate 2020. L'ultima volta che un'opera completa è stata rappresentata in Arena era il lontano 1963 con Lohengrin, diretto da Lovro von Matačić e regia di Herbert Graf. Certamente la lunga assenza del compositore germanico, in tutti questi anni, comporta una riflessione sul repertorio praticato in Arena, tutto spinto sui grandi titoli italiani (qualche spiraglio con la Carmen di Bizet) richiesti del resto a gran voce dal pubblico di turisti stranieri che affollano di regola l'Arena. Non si può dare neanche torto ad una simile scelta, ossia, di associare il Festival dell'Arena all'opera italiana. Certo che l'ascoltare Wagner nell'anfiteatro è stato un evento grazie proprio alla collocazione dell'orchestra, che centrale, ha dato in modo alla sonorità wagneriane di espandersi nel vastità dell'anfiteatro grazie soprattutto alla grande professionalità e competenza dei due artisti prescelti: Gustav Kuhn, direttore e Ricarda Merbeth, soprano, capaci di conquistare il pubblico degli spalti coinvolgendolo nelle atmosfere musicali del compositore tedesco. Gustav Kuhn, direttore austriaco, è ben noto al pubblico dell'Arena per essere stato direttore attivo in Italia in tutti i teatri e festival italiani: in estate presenza costante tra Arena e specie a Pesaro, dove a fine anni '90, a capo dell'Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, (fino al 2012 ne fu direttore artistico), fu uno dei direttori principali del festival Rossiniano. Solerte didatta con la sua Accademia Montegral in Toscana, a Lucca, e ideatore di rassegne e festival tra cui Erl Festspiel in Tirol (Austria). Ha praticato il repertorio lirico italiano ma alla fine è approdato, dopo anni di pratica, a quello wagneriano. Nel 2005 è riuscito ad approntare il “Ring” wagneriano, al Festival di Erl in Tirol e a portarlo in tournee nella città spagnola di Santander con la leggendaria produzione teatrale “l’Anello in 24 ore”, tanto da imporsi come direttore wagneriano di razza con la capacità di adattare stile e interpretazione in relazione al contesto esecutivo. Nell’ottobre 2013 Kuhn dirige ben due rappresentazioni del “Parsifal” wagneriano a Pechino: mai fino ad allora si erano rappresentate opere di Wagner sui palcoscenici della Repubblica Popolare Cinese. Proviene direttamente dai Festspiele di Bayreuth (quest'anno chiuso per problemi sanitari) il soprano Ricarda Merbeth, specialista nel repertorio di lingua tedesca nei due Richard, Strauss e Wagner, anche se non ha disdegnato una incursione nel repertorio italiano con una Turandot di Puccini, sua l'Elektra di Strauss alla Scala nel novembre del 2018). Il soprano si è imposta al pubblico con la ballata di Senta dall’Olandese Volante, ruolo che detiene da diversi anni al Festival di Bayreuth, e con Liebestod dal Tristan und Isolde. Voce robusta ma lirica con la morbidezza necessaria per creare un effetto eccezionale di sonorità tale da dominare l'orchestra. La direzione di Kuhn è stata capace di alleggerire la scrittura wagneriana, bilanciando gli inserimenti dei fiati, dando spazio agli archi, togliendo di fatto quel tono marziale e cadenzato che spesso appesantisce la musica wagneriana esemplificate dall’esecuzione delle Ouverture dell’Olandese Volante e del Tannhäuser. E cosi da Cavalcata delle Valchirie acquista la lieve ascesa all'empireo mitico e idealizzato del Wahalla senza battaglie altisonanti e tutto scorre lasciando trasparire quanto la musica operistica del tedesco sia debitrice di quanto si muoveva per l'Europa musicale di quegli anni, specie in Francia. In conclusione una serata di entusiasmo da parte pubblico, con presenze giovanili, attento e competente (che non ha esaurito le attuali capacità di posti), che ha costretto Kuhn e la Merbeth a replicare il canto di Isotta e la Cavalcata delle Valchirie. Un buon auspicio per il futuro.

Federica Fanizza

Ultima modifica il Domenica, 09 Agosto 2020 11:13

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