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FESTIVAL VICENZA IN LIRICA 2020: "L’Olimpiade", regia Bepi Morassi. -di Federica Fanizza

"L’Olimpiade", regia Bepi Morassi. Foto Michele Crosera "L’Olimpiade", regia Bepi Morassi. Foto Michele Crosera

Festival Vicenza in Lirica
Concetto Armonico
L’Olimpiade

dramma per musica su libretto di Pietro Metastasio

musica di Antonio Vivaldi

edizione a cura di Carlo Steno Rossi

prima esecuzione: Venezia, 17 febbraio 1734

personaggi ed interpreti

Clistene, Patrizio La Placa

Aristea, Daniela Salvo

Argene, Francesca Lione

Licida, Sandro Rossi,
Megacle, Emma Alessi Innocenti

Aminta, Maddalena De Biasi

Alcandro, Elcin Huseynov

voce narrante, Stefania Carlesso
attori, Luca Rossi, Francesco Motta

maestro direttore e concertatore al cembalo, Francesco Erle

Ensemble barocco del Festival Vicenza in Lirica

violino I, Stefano Favretto

violino II, Mauro Spinazzè

oboe, Nicolò Dotti

oboe, Arrigo Pietrobon

Viola, Simone Siviero

viola da gamba, Marco Casonato

violone, Michele Gallo

tiorba, Fabiano Merlante

fagotto, Michele Fattori

cembalo, Carlo Steno Rossi

regia, Bepi Morassi

assistente alla regia, Laura Pigozzo

costumi, Carlos Tieppo

assistente alla sartoria, Sartoria Daniela

trucco, Beatrice Tavares Alves Fardilha

light designer, Andrea Grussu

illustrazione, Matteo Bianchi

L’esecuzione si basa sul manoscritto autografo conservato nella Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino
e sulla edizione di Frances Bennion, Edmund Correia, Jr., and Eleanor Selfrdige-Field per il CCARH del 2013.
Vicenza, Teatro Olimpico 5 settembre 2020


“…Iniziamo da dove c’eravamo lasciati…” Già perché l’associazione “Concetto Armonico”, che organizza il Festival Internazionale “Vicenza in Lirica” 2020, ottava edizione, aveva indetto le audizioni a ruolo e corso di perfezionamento con audizioni di selezione giorni 6 e 7 aprile 2020 per il debutto in scena nell’opera “L’Olimpiade” di A. Vivaldi, nella nuova edizione critica. Il corso di perfezionamento era programmato a Vicenza dal 20 agosto al 5 settembre 2020 con esecuzione dell’opera nei giorni 5 e 8 settembre 2020 presso il teatro Olimpico di Vicenza. Solo fino al mese di maggio, in pochi avrebbero scommesso sulla piena ripresa delle attività musicali. Invece i progetti musicale e culturali sono potuti ripartire, con le limitazioni del caso, e l'associazione Concetto Armonico per voce di Andrea Castello, direttore artistico della manifestazione Vicenza in Lirica ha potuto annunciare un cartellone ricco di appuntamenti musicali e incontri culturali, ospitato nei luoghi monumentali della città vicentina con sede principale nel monumentale Teatro Olimpico di Palladio. In questo modo Vicenza ha attirato l'attenzione del mondo teatrale nazionale utilizzando al meglio proprio i suoi spazi monumentali. A giorni, dal 23 settembre, partirà anche il 73° Ciclo di Spettacoli Classici Nostos. Se tu non torni, sempre negli spazi dell'Olimpico.
 Dedicato al teatro musicale di Antonio Vivaldi, il festival Vicenza in Lirica ha proposto due opere in programma di Antonio Vivaldi, Juditha triumphans, unico esempio di teatro sacro del repertorio vivaldiano, con protagoniste artiste del calibro di Caterina Meldolesi (Juditha), Vivica Genaux, (Vagaus), Sara Mingardo (Holofernes), e L'Olimpiade vivaldiana, con i giovani partecipanti del corso di perfezionamento. Il tutto con contorno di concerti di musica sacra con i partecipanti alle masterclass e gala lirico di beneficenza con protagonisti Barbara Frittoli, Ekaterina Gubanova, Monica Bacelli, Diletta Scandiuzzi, Natale De Carolis, Alberto Mastromarino, Lucio Gallo, Ambrogio Maestri, Fabio Armiliato, Bruno de Simone.
 Ma l'attenzione era soprattutto incentrata sulla messinscena dell'Olimpiade di Vivaldi, con i giovani artisti scelti preparati da Sara Mingardo. Il dramma Olimpiade di Pietro Metastasio presentato alla corte di Vienna del 1733, fu un successo tale da essere definito dal pubblico e la critica del tempo come «il capolavoro del Metastasio». Tale fu il successo tanto da venire di nuovo musicato nei diciotto mesi successivi da compositori del calibro di Vivaldi e Pergolesi, e da diventare uno dei testi metastasiani più frequentati, riscuotendo alla fine, nell'arco di un secolo - seppur spesso con rimaneggiamenti o sostanziali modifiche - decine e decine di traduzioni in musica. La vicenda non è delle più semplici come tipico nel dramma barocco, fatto di travestimenti, amori contrastati, medaglioni scomparsi e ritrovati ma indossati dalla persona sbagliata, oracoli divini e predestinazioni, ma che si concludono con la più classica delle agnizioni che porta al lieto fine. La narrazione dell’antefatto da parte di Stefania Carlesso, permette di districarsi nella complessa vicenda. Certamente le voci utilizzate in queste riproposizioni in tempi moderni rispecchiano vagamente quella che poteva essere l'impostazione vocale al tempo di Vivaldi, con il continuo scambio di voci en travestì e ruoli affidati ai castrati, ma rimane il clima della scrittura vivaldiana poderoso nei suoi attacchi d'assieme come nei momenti rarefazione musicale. Nel casi di Olimpiade la scrittura vocale si presenta senza eccessi di agilità e ciò ha permesso un' ottima resa da parte delle giovani promesse che hanno saputo dimostrare già una specifica personalità vocale e interpretativa, di possedere buone capacità vocali, con ottimo fraseggio, buona gestione nei recitativi, senza mostrare fatica o difficoltà. 
Nei ruoli particolari, fresca l'Aminta di Maddala De Biasi, soprano, come ben definita nel suo carattere l'Argene di Francesca Lione, assieme a Daniela Salvo, contralto, che ha delineato un Aristea autorevole, attenta del fraseggio dei recitativi e alla ritmica vivaldiana nelle sue arie di furore e d'amore. Certamente Emma Alessi Innocenti come Megacle ha dimostrato di possedere una spigliatezza vocale e di interprete in più, che le ha permesso di attirare l'attenzione del pubblico. Sul versante maschile Licida, che Vivaldi assegnò al contralto in travestì, qui è stato assegnato al controtenore Sandro Rossi, ancora da perfezionarsi per l'impostazione vocale, ma comunque ha dato prova di una saggia prudenza e sostanziale correttezza in tutta l'esecuzione. Buone le prove di Patrizio La Placa (Clistene) e Elcin Huseynov (Alcandro), bassi nei loro interventi al limite del recitar cantato. Per la parte musicale, Francesco Erle alla guida dell'Ensemble barocco del Festival Vicenza in Lirica, ha saputo gestire con attenzione e controllo il sostegno musicale alla parte vocale senza appesantire o a sovrapporre le dinamiche musicali al canto. Per quanto riguarda l'allestimento, già il fatto che si utilizzasse il Teatro Olimpico, ha reso inutile qualsiasi superfetazione scenica. Il regista Beppe Morassi, coadiuvato dal suo staff del Teatro Fenice di Venezia, assistente alla regia Laura Pigozzo, costumi di Carlos Tieppo, assistente alla sartoria Sartoria Daniela, ha semplificato al massimo sia la parte di costumi, rievocativi di un '700 da iconografia a stampa, che l'azione scenica, optando per il classico escamotage stile "una notte al museo". I personaggi sono stato visti come statue di un improbabile museo (o sono statue stesse del teatro Olimpico?) che prendono vita di notte prendendosi gioco dei custodi che non riescono più a ritrovarsi con le mappe delle stanze. La regia ci ha giocato con questa idea facendo entrare i personaggi su carrelli porta oggetti, o giocando con armi improbabili e facendo interagire i malcapitati custodi con i personaggi del libretto. Del resto il recupero della musica Barocca è nata come riscoperta filologica di musica perduta giacente in depositi, e fondi dimenticati, che narra di miti perduti nel tempo della storia: roba da museo. Ed è giusto che alla fine sia trattato così, un pò per diletto e per non prendersi troppo sul serio.

Federica Fanizza

Ultima modifica il Martedì, 08 Settembre 2020 11:21

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