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TEATRO LIRICO SPERIMENTALE DI SPOLETO "A. BELLI" - TEATRO LIRICO DELL'UMBRIA - "Rigoletto" regia Maria Rosaria Omaggio. -di Pierluigi Pietricola

"Rigoletto", regia Maria Rosaria Omaggio "Rigoletto", regia Maria Rosaria Omaggio

RIGOLETTO

Musica di Giuseppe Verdi

Libretto di Francesco Maria Piave

Direttore Marco Boemi

Regia e ideazione dell'allestimento scenico Maria Rosaria Omaggio

Video Mino La Franca

Costumi Clelia De Angelis

Luci Eva Bruno


Solisti del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli”

Giacomo Leone Il Duca di Mantova
Alan Staravoitov Rigoletto
Zuzana Jerabkova Gilda
Ferruccio Finetti Sparafucile
Magdalena Urbanowicz Maddalena
Chiara Boccabella Giovanna e la Contessa di Ceprano
Giordano Farina Il Conte di Monterone
Alfred Ciavarrella Marullo
Andrea Vincenti Borsa Matteo
Alberto Crapanzano Il Conte di Ceprano
Amedeo Testerini Usciere di corte
Klara Luznik Paggio della Duchessa
Lucia Cittadoni Duchessa di Mantova
Diletta Masetti Figlia di Monterone
Giorgia Teodoro Madre di Gilda

Orchestra O.T.Li.S


Coro del Teatro Lirico Sperimentale

Spoleto, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti dal 15 al 20 settembre 2020

Nuovo allestimento
TEATRO LIRICO SPERIMENTALE DI SPOLETO "A. BELLI" - TEATRO LIRICO DELL'UMBRIA – Stagione 2020


Si ringraziano per la consulenza amichevole Paolo Andreozzi e Roberto Cassano, Istruttori Nazionali della Federazione Scacchistica Italiana, e per gli scacchi d'epoca Massimiliano De Angelis, presidente Associazione Scacchisti Italiani.

Pensando a Rigoletto, non ci si immagina solo il dramma di un uomo che, deriso per la sua fisicità ed il suo ruolo, si arriva a ferirlo sottraendogli ciò che ha di più caro: la figlia, con tutto quel che ne consegue. Si può anche pensare di trasporre l’opera come un gioco di strategia, una specie di guerra diplomatica se si vuole, nella quale vince chi mostrerà migliori doti tattiche. Quindi trasfigurare Rigoletto come una partita a scacchi, nella quale il pezzo a cui si cerca di fare scacco matto – il Re – è, per l’appunto, il protagonista cui l’opera s’intitola.
Metafora straordinaria. Interpretazione che fa esultare gli intelletti più esigenti. Secondo tale chiave, da dramma prettamente umano, Rigoletto diviene rappresentazione dei giochi di potere meschini che si agitano nei palazzi di governo quando, col favore del buio, ogni trama e conciliabolo sono permessi; e il tutto ostentando una facciata di perbenismo e correttezza che finiscono per somigliare al tedioso salotto di Circe come immaginato nel Capitano Ulisse di Alberto Savinio.
Se l’occhio cade, però, sulle note di regia di Maria Rosaria Omaggio, a cui è stato affidato l’allestimento scenico del Rigoletto per il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, si legge che l’idea di rappresentare l’opera come una partita a scacchi vien fuori soprattutto per due motivi fondamentali: vincere la sfida del Covid-19 che impone, per sicurezza, il distanziamento personale anche sul palco; la scoperta che Giuseppe Verdi era un giocatore di scacchi.
Tralasciando le manifeste intenzioni registiche non molto esaltanti a dir la verità, c’è da dire che per quanto stimolante sia l’idea di vedere Rigoletto come un’umana partita a scacchi, essa ha un limite: un’interazione eccessivamente fredda tra gli interpreti, le cui azioni dell’uno a stento determinano reazioni nell’altro se non per esigenze di libretto e di storia.
Tuttavia la scacchiera che assume le sembianze di un palco nel palco più grande del Teatro Nuovo; l’orchestra (ridotta per esigenze sanitarie) che, come nella versione originale dell’opera, non è nel golfo mistico ma in scena insieme agli interpreti su intuizione di Andrea Stanisci che ha studiato la razionalizzazione dei vari spazi senza nulla sottrarre alla poesia; le straordinarie doti canore di Zuzana Jerabkova (che nel tempo imparerà a vigilare sulla sua bellissima voce apprendendo a dosare la potenza negli acuti) nei panni d’una Gilda romantica, dolce, a tratti eterea; la sublime direzione affidata alle sapienti ed espressive mani di Marco Boemi: tutto questo ha contribuito a rendere questa versione sperimentale del Rigoletto di Verdi una perla di interpretazione registica d’un classico.
Laddove un’approfondita capacità di lettura si associa a coraggio e fantasia, un classico è pronto a brillare in tutta la sua luminosità. Come accaduto nel terzo atto dell’opera di questo Rigoletto spoletino: vero capolavoro musicale d’interpretazione e interazione fra l’orchestra e i cantanti solisti.

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Martedì, 22 Settembre 2020 18:27

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