Stampa questa pagina

BORGIO VEREZZI FESTIVAL 55ma edizione - "AMORE SONO UN PO’ INCINTA", regia Marco Cavallaro. -di Roberto Trovato

Marco Cavallaro, Sara Valerio, Guido Goitre e Antonio Conte in "Amore sono un po' incinta", regia Marco Cavallaro Marco Cavallaro, Sara Valerio, Guido Goitre e Antonio Conte in "Amore sono un po' incinta", regia Marco Cavallaro

AMORE SONO UN PO’ INCINTA
di: Marco Cavallaro
Regia: Marco Cavallaro
Aiuto regia: Teresa Calabrese
Scene: Federico Marchese
Costumi: Marco Maria Della Vecchia
Scenotecnica: LollonZolloart
Disegno Luci: Marco Laudando
Tecnico luci e suoni: Stefano Valentini
Interpreti: Marco Cavallaro, Sara Valerio, Guido Goitre e Antonio Conte,
con le voci di Monica Ward e Alessandro Campaiola
Macchinisti Lorenzo Zollo e Ruslan Bardetsky
Produzione La Bilancia-Esagera.
Borgio Verezzi, Piazza S. Agostino, 26 luglio 2021

In questa prima nazionale della durata di un’ora e cinquanta, compreso l’intervallo durante il quale il cambio delle scene avviene in maniera molto rapida e a vista, viene affrontato il preoccupante e crescente calo delle nascite, tema di stringente attualità, che genera paura in molte persone. D’altro canto mettere al mondo oggi un figlio crea tante preoccupazioni e problemi di varia natura anche nelle coppie normali. Quando poi capita un incontro casuale fra una donna e un uomo bramoso solo di sesso è normale che i due, e lui in particolare, non abbiano alcun desiderio di avere figli. La commedia, spigliata e rapida, fa ridere di gusto il pubblico dall’inizio alla fine per la capacità di cogliere col sorriso sulle labbra e con tanta ironia le preoccupazioni di chi è chiamato ad affrontare la notizia di una situazione sconosciuta sino ad allora.
Il titolo di questa divertente commedia allude a quello di un film di successo del 2010, Piacere, sono un po' incinta (The Back-Up Plan), diretto da Alan Poul ed interpretato da Jennifer Lopez e Alex O'Loughlin. Si tratta però di due testi molto diversi. A scrivere con bravura, dirigere con abilità come regista e interpretare bene questo testo frenetico e veloce è Marco Cavallaro, nel ruolo di Maurizio, il proprietario di un’autofficina che ha una sera una relazione non protetta con una donna sconosciuta e di cui perde presto le tracce. Oltre ad essere coadiuvato dai tecnici rapidissimi nell’aprire e chiudere una ampia serranda per rendere le diverse ambientazioni delle sequenze in cui è articolata la vicenda, Cavallaro è affiancato da tre bravi compagni: Sara Valerio, nella parte di Roberta, la donna che in una travolgente notte d’amore rimane incinta di una bambina; Antonio Conte in quelle di Ugo, che ricopre vari ruoli, ad esempio è testimone di nozze della sposa, barista del locale in cui lei comunica a Maurizio di attendere da lui un figlio, quelle di consolatore di Maurizio e di abile cuoco di Ugo, nonché di medico dell’ospedale in cui Roberta partorisce e successivamente vede il ricovero d’urgenza della neonata per problemi di salute che sembrano gravissimi ma che si risolveranno in breve. Altro compagno d’avventura è l’attore Guido Goitre in quelle del sempre affamato Armando e del testimone di nozze di Maurizio con cui lavora in officina e di altre piccole parti. Armando ha anche una grande e imprevedibile storia con Ugo. Dopo alcune tensioni che sembrano insanabili i due sposi, per l’affetto e l’amore verso la neonata, ricuciono la loro relazione. Far nascere un figlio è una “favola bella e divertente da raccontare”, come si legge nella sintetica trama riportata nell’opuscolo di presentazione del Festival di Borgio Verezzi. La pièce è applaudita ripetutamente dagli spettatori divertiti dalla spigliatezza con cui viene drammatizzata in maniera esilarante la vicenda. Pochi cartelli e funzionali elementi scenografici indicano al pubblico il trascorrere del tempo e i luoghi in cui si svolge l’intera azione: l’autofficina, la discoteca in cui Roberta e Maurizio fanno all’amore, la farmacia dove Roberta acquista dapprima il test di gravidanza che certifica il fatto che lei è rimasta incinta in maniera e poi delle medicine per superare la crisi post parto; il bar in cui l’uomo apprende in maniera del tutto inattesa che presto diventerà padre; la casa di Roberta e Maurizio; il ristorante in cui i due, dopo tanto tempo in cui sono impegnati ad accudire la bambina, mangiano e la sala cinematografica in cui i due si rilassano una volta che hanno trovato gli amici Armando e Ugo, disponibili a fare per amore nei confronti della neonata e i di lei genitori i disattenti baby sitter della bambina e infine l’ospedale in cui la donna partorisce e verso il termine della rappresentazione il luogo in cui verrà ricoverata d’urgenza per aver ingurgitato una carbonara, cibo decisamente inadatto per una bambina di soli tre mesi. L’ultima sequenza, che si svolge dopo tre anni dagli accadimenti precedenti, vede Roberta nell’atto di comunicare al marito che aspetta da lui un secondo figlio. Mentre in precedenza lei che lui non sembrano per niente pronti ad assumersi la responsabilità di creare una vita, ora accettano serenamente e con gioia la nuova situazione. In effetti ora sono contenti entrambi di avere costituito la famiglia che sognavano senza che neppure ne avessero piena coscienza.
Lo spettacolo descrive con finezza, eleganza e levità, la gioia di una donna e un uomo provano nell’aver creato una nuova vita. Nel contempo però non dimenticano le difficoltà che due genitori possono incontrare.

Roberto Trovato

Ultima modifica il Giovedì, 29 Luglio 2021 09:38

Questo sito utilizza cookie propri e si riserva di utilizzare anche cookie di terze parti per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle scelte di navigazione. Per maggiori dettagli e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie è possibile consultare la cookie policy. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner si acconsente all'uso dei cookie.

Per saperne di più clicca qui.