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45° CANTIERE INTERNAZIONALE D'ARTE DI MONTEPULCIANO - Orchestra della Toscana - Markus Stenz, direttore. -di Marco Ranaldi

Markus Stenz Markus Stenz

Orchestra della Toscana
Markus Stenz, direttore
Stravinsky, Jeu de cartes
Detlev Glanert, Brahms Fantasie
Johannes Brahms, Sinfonia n. 1
Montepulciano, Piazza Grande 30 luglio 2021

La bellezza direttoriale, sapere avere con l’orchestra un rapporto così intrinseco è cosa da pochi. Fra i pochi c’è Markus Stenz. Già al Cantiere negli anni in cui Henze non c’era ma era presente, Stenz rimane fra i direttori che sanno parlare con il gesto senza dover per forza essere assolutista. Infatti usa il suo corpo, usa la sua testa, usa la sua intelligenza di comunicatore per portare agli orchestrali l’idea della sua musica. Lo fa con una eleganza estrema. Lo fa come se fosse la cosa più naturale possibile. Ed è questo il bello di Stenz. E’ bravo come se fosse tutto così normale da aver invidia di tanta sicurezza. E di musicalità. Iniziare il concerto di Montepulciano con l’ottima Ort con Jeux des Cartes del grandissimo pater Igor (Strawinskij s’intende) non è cosa da poco. E’ una composizione talmente geniale, fatta di sovrapposizioni, di tendenze e di stratendenze, è ad oggi incredibilmente contemporaneo. Si passa nei vari tratti dei “romanticismi” per approdare ad una idea del futuro, e di quale futuro! Strawinskij gioca con i suoni, gioca con le idee, cita a rendere il tutto possibile, pater Igor che però ha anch’egli il suo di pater, ovvero Master Erik Satie. C’et encrojable. Brahms Fantasie ha dentro tutto ciò che ci riporta ad una forza comunicativa immense. Infati Detlev Glanert, anch’egli a Montepulciano negli anni recenti, è un esperto sinfonista, conosce molto bene non solo la tecnica ma anche e soprattutto la modalità di come far “cantare” un’orchestra. E quindi il suo brano ha in sé le strade che s’intersecano per arrivare ad oggi. Ad ascoltare ancora musica sinfonica talmente nuova e fresca da essere infinitamente riascoltabile. Infine la Prima Sinfonia di Johannes Brahms. E’ ciò che sarebbe successo se ci fosse stato solo il tempo di arrivarci: il romanticismo esce fuori e diventa extra romanticismo. La prima ha come machina Bach, Mozart, Beethoven, Mendelssohn e poi c’è la sincerità del sentire di Brahms. Per questo rimarrà unico come il compositore che saprà innamorare il suono di ciò che rimaneva del suo tempo. Malinconia latente e gentilezza estrema. Stenz ricorda Peter Maag per quella affabilità che era tipica del direttore svizzero. E poi la precisa idea di sapere cosa volere dall’orchestra. Come ancora è possibile che avvenga questo miracolo è alla stregua di pochi. E’ alla stregua di Stenz.

Marco Ranaldi

Ultima modifica il Sabato, 31 Luglio 2021 08:25

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