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BORGIO VEREZZI FESTIVAL 55ma edizione - "PIGIAMA PER SEI", regia Marco Rampoldi. -di Roberto Trovato

Una scena di "Pigiama per sei": Max Pisu, Rufin Doh, Roberta Petrozzi, Antonio Cornacchione, Rita Pelusio e Laura Curino. Foto Luigi Cerati Una scena di "Pigiama per sei": Max Pisu, Rufin Doh, Roberta Petrozzi, Antonio Cornacchione, Rita Pelusio e Laura Curino. Foto Luigi Cerati

PIGIAMA PER SEI
di: Marc Camoletti
Scene: Nicolas Bovay
Costumi: Gianluca Sbicca
Luci: Manuel Frenda
Suono: Marco Strobel Ticozzi
Drammaturgia: Paola Ornati
Organizzazione generale: Sara Novarese
Regia: Marco Rampoldi
Interpreti: Laura Curino, Antonio Cornacchione, Rita Pelusio, Max Pisu, Roberta Petrozzi e Doh Zeyenouin
Produzione RARA e CMC/Nidodiragno
Borgio Verezzi, Piazza S. Agostino, 2 e 3 agosto 2021

L’autore di questa bella e divertente prima nazionale è il commediografo e regista francese Marc Camoletti (1923-2003). Dopo aver firmato nel 1955 la prima regia, l’autore scrive nel 1958 una commedia. Il successo riportato gli farà stendere altre diciotto pièces. Alla fine del 1960 arriva il grande successo con Boeing Boeing, che anni fa è stata presentata anche al Festival di Borgio Verezzi. Più volte replicata in Francia, riscontra un clamoroso successo internazionale comprovato dalle oltre 17.500 repliche per sette anni consecutivi a partire dal 1962. La commedia proposta al Festival di Borgio Verezzi, Pyjama pour six, dopo il debutto a Parigi al Théâtre Michel nel 1985, viene ripresa nel 1988. Nel marzo 1991 nella versione di Robin Hawdon, intitolata Don’t Dress for Dinner, è allestita in due teatri di Londra per sei anni. Alla morte del commediografo il ministro della Cultura francese, afferma: “Il teatro perde l’autore che senza dubbio aveva saputo portare il vaudeville nel firmamento di un successo non soggetto alle mode. […] Resterà nella memoria di milioni di spettatori a Parigi, in Francia e all’estero, a chi avrà, con il ridere, condiviso la magia del teatro”. Pigiama per sei è non solo un concentrato di ipocrisie e frenetici scambi di coppie, ma anche una giostra della risate in continuo movimento, piena di sorprese, colpi di scena e capovolgimenti di ruoli. L’esilarante pièce è stato presentata in Italia per la prima volta al Manzoni di Roma nel novembre 1988 per la regia di Luigi Tani.
Tra le sue commedie, tradotte in diciotto lingue e rappresentate in cinquantacinque paesi, Pigiama per sei, composta nel 1987, è con Boeing-Boeing e Sesso e gelosia la più conosciuta di Camoletti. Da molti critici il lavoro è stato definito un classico della commedia degli equivoci per il movimento frenetico di personaggi. Va precisato poi che le situazioni proposte rappresentano i vizi della piccola-borghesia, superando il tradizionale triangolo amoroso tipico del vaudeville.
La trama di questo vivace lavoro, che nella versione italiana è un atto unico, mentre nell’originale si articola in due atti, può essere così riassunta: Bertrand, marito di Jacqueline, invita a casa sua l’attrice Brigitte, di cui si è invaghito, e l’amico Robert, con l’intenzione di far credere alla moglie che quella donna sia la di lui amante, ignorando che questi ha da tempo una relazione con Jacqueline. Le quattro parti sono bene interpretate da Max Pisu, Antonio Cornacchione, Roberta Petrozzi e Laura Curino. All’arrivo di una cameriera ad ore, ingaggiata per la cena con una telefonata all’ultimo momento all’agenzia presso cui lavora, pure lei di nome Brigitte, Robert crede che sia l’amante di Bertrand. Il personaggio è interpretato da Rita Pelusio. Poco dopo, per allontanare i sospetti di sua moglie, Bertrand convince Robert a dichiararsi dapprima amante della cameriera, suscitando però la immediata gelosia di Jacqueline, e successivamente, dopo l’entrata in scena dell’amante del marito, a fingersi zio della cameriera per allontanare i sospetti di Jacqueline dal marito e da sé stesso. Nella parte finale del lavoro entra in scena Rufin Doh Zeyenovin, che interpreta il ruolo di un luciferino e misterioso giardiniere, marito della cameriera. Quest’ultima, dopo essersi fatta dare molto danaro da Robert e Bertrand per mantenere il silenzio su ciò che i due gli hanno confessato, si allontana assieme al marito. Il triangolo di partenza diventa pertanto prima un quadrilatero e poi un pentagono. Su questo schema in continuo divenire è costruita la storia di uno dei week-end più complicati che si possono incontrare nel teatro brillante. Sebbene tutto sembri franare ogni volta, un’invenzione dei protagonisti riesce a risolvere la situazione, rimettendo in gioco tutto. A quanto si legge nelle note di regia, lo spettacolo, agile, spedito ed esilarante, senza mai rinunciare a delineare è “uno spaccato impietoso della vacuità che caratterizzava i rapporti personali negli anni Ottanta in cui il testo è stato scritto, ma che non è cambiata neppure oggi”.
A recitare questo testo spigliato è un cast di sei attori che provengono da esperienze molto diverse; Laura Curino, esponente di spicco del teatro di narrazione ma a suo agio anche nel territorio della commedia; il binomio inedito costituito da Max Pisu e Antonio Cornacchione; la debuttante a teatro Rita Pelusio, capace di passare facilmente dalla leggerezza dei personaggi televisivi al forte impegno sociale di lavori come Ferite a morte della Dandini; Roberta Petrozzi, comica da cabaret e Rufin Doh Zeyenouin, interprete di film con Checco Zalone e il trio Aldo-Giovanni e Giacomo. A guidare con bravura la singolare compagine è Marco Rampoldi, classe 1966, che dopo essere stato assistente di Dario Fo, si è formato al Piccolo Teatro, partecipando ad alcuni importanti spettacoli di Strehler. Importante è stata pure la sua collaborazione al Teatro Franco Parenti come assistente di Andrée Ruth Shammah. Al regista, che ha anche numerose esperienze nel cabaret, va riconosciuto il merito di avere creato nel lavoro messo in scena una struttura drammaturgica precisa e articolata e di aver guidato con sapienza i suoi interpreti.

Roberto Trovato

Ultima modifica il Giovedì, 05 Agosto 2021 08:11

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