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GARDONE RIVIERA, RASSEGNA FESTIVAL DELLA BELLEZZA - "ALICE CANTA BATTIATO". -di Francesco Bettin

Alice. Foto Fabio Benato Alice. Foto Fabio Benato

ALICE CANTA BATTIATO
Concerto dedicato al cantautore siciliano
Con Alice, voce e Carlo Guaitoli, pianoforte
Rassegna Festival della Bellezza
Gardone Riviera, Anfiteatro del Vittoriale degli Italiani, 3 agosto 2021

Da sola, la straordinaria location che ospita il concerto regala bellezza a non finire, l’Anfiteatro del Vittoriale, dimora storica di Gabriele D’Annunzio a Gardone Riviera sul lago di Garda versante lombardo, che è sicuramente un luogo ideale dove rimanere in estasi. Vista sul lago stesso, sulla Rocca di Manerba e sul promontorio di Catullo, Sirmione, il luogo è stato la ciliegina sulla torta per un live da tutto esaurito, che ha visto Alice proporre in un appuntamento inserito nella rassegna del Festival della Bellezza il repertorio di Franco Battiato (e qualche sua canzone scritta sempre dal cantautore siciliano), in una serata attesissima e di grande richiamo. Sold out, come detto, con l’essenza musicale protagonista e al centro di tutto. Sul palco, un pianoforte e uno sgabello, null’altro. A far da sfondo i gradini dell’Anfiteatro stesso, scenografia naturale come tutto il resto. Un concerto tutto per Battiato, appunto, che ha mostrato ancora una volta come certe composizioni che nascono tali e diventano canzone di musica pop facciano un viaggio di ritorno, e ridiventino composizione pura, armonica, in certi casi eccelsa. Così è stato, con la cantante che col passare degli anni non fa passare la sua immagine aurea e raffinata, anche adesso più che mai in sintonia con la serata. Tailleur grigio chiaro e maglia bianca, Alice con poche parole rivolte al pubblico, ma tutte centrate e significative, inizia con “Luna indiana”, un vecchio brano di Battiato (1979) sul quale adagia un testo mistico, da lei scritto per la sua versione. Le note che il maestro Carlo Guaitoli libra nell’aria col pianoforte donano al pubblico quello che sarà per tutto il concerto, un cammino che parte dal classico e attraversa la musica, per ritornare appunto al classico ancora, centro di tutto, cosa più che mai messa a punto con la musica di Franco Battiato. Il secondo brano è un altro di quelli poco conosciuti, “E’ stato molto bello”, tratto da “Gommalacca”, ma ancora è quel che serve a introdurre la musica di Battiato, il suo vero fondamento che in momenti di generosità lo ha portato a comporre anche canzoni di successo, pensiamo gratificanti. Ma il Battiato style è soprattutto in queste note classiche, in questi testi di grande bellezza, che Alice non spiega volutamente perché vanno ascoltati, del resto l’attenzione è tutto in questo genere di spettacoli. Seguono “Ero con te” e la meravigliosa “Lode all’Inviolato” che la cantante porta a sublimazione con la sua voce che a parte un paio di abbassamenti che seguiranno e dovuti all’umidità fila via liscia come l’olio e negli acuti è lineare, splendida. Tra gli echi e i riverberi naturali dell’ambiente circostante, complice lo straordinario rigore di Guaitoli nel suonare, lui, assiduo collaboratore di Battiato da anni, il concerto entra nel vivo sviluppandosi anche in barba a qualche flash (ancora!) maleducato. Per Alice il tempo sembra non esser mai passato, la stessa freschezza, lo stesso aspetto di anni fa è davanti allo spettatore, certo, una voce più matura c’è e questo alza ancor di più il livello dello spettacolo. Si prosegue con altre canzoni, ad esempio “Veleni”, l’ultima scritta per lei dall’artista catanese dove ancora una volta e sempre più forte esce il pensiero principe del cantautore, la critica alla ferocia degli umani, alla superficialità, dove per salvarsi bisogna rifugiarsi in “Un’altra vita”, canzone che segue dopo “Segnali di vita”, e in un’altra dimensione. Si continua senza nessuna perdita di tempo, solo musica e forte pathos con “Io chi sono”, una delle perle di Franco, dice Alice, e ancora “Gli uccelli”, altro brano pregno di lirismo e significato, e via via “Povera patria”, “Summer on a solitary beach”, un breve rientro nella produzione di lei con “Il vento caldo dell’estate”, prima canzone scritta da Battiato per Alice. E’ la volta quindi di “Messaggio”, “I treni di Tozeur”, “La stagione dell’amore, “E ti vengo a cercare”, “Chanson egocentrique”, che come qualcun altra canzone un po’ soffre la dimensione classica. La serata va a finire con i bis praticamente continuativi del concerto, “La cura”, “Prospettiva Nevski”, “Per Elisa” sino a chiudere con “L’era del cinghiale bianco”. Il pubblico che nel proseguo del concerto è andato in crescendo come entusiasmo ora è tutto in piedi e la acclama forte. Il Cavallo Blu, di Mimmo Paladino, custode a suo modo dell’Anfiteatro, sta a guardare, forse anch’esso estasiato per le note liberate mentre il pubblico esce piano e ordinato, e molto, molto soddisfatto.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Giovedì, 12 Agosto 2021 09:05

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