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ESTE (PADOVA) EstEstate Festival 2021 - "STORY", di e con Giorgio Panariello. -di Francesco Bettin

"STORY" di e con Giorgio Panariello "STORY" di e con Giorgio Panariello

STORY
di Giorgio Panariello
con Giorgio Panariello
rassegna EstEstate Festival
Este (Padova), Arena del Castello Carrarese, 2 settembre 2021

L’essenza della comicità popolare si incarna nelle battute che rispecchiano la quotidianità, le manie e i vizi delle persone, i loro difetti, e questo Giorgio Panariello lo sa bene, a chiusura dell’EstEstate Festival, portando il suo repertorio nello spettacolo estivo “Story”, una specie di prima parte del prossimo più volte annunciato, per la stagione invernale. “La favola mia”. Non un’anteprima, ma un’altra parte di sé, possiamo dire. “Story” comunque, già dal titolo spiega la sua origine, che è quella di un ragazzo cresciuto nella Versilia degli anni 70 con tanti sogni in testa. Giorgio Panariello è comico di razza, dai tempi giusti e dall’inclinazione votata alla risata sana, leggera e senza fronzoli, quella che quando l’hai fatta subito dopo ti senti bene, felice, e sono attimi, come sappiamo. A conferma di ciò che è stato detto, il comico toscano parte in maniera graduale con battute sul fastidio che provoca la puntura delle zanzare, sondando il pubblico con battutine facili e buttate lì, addirittura ammettendolo, ecco la classe. Il suo gioco è quello di entrare nello spirito dello spettatore, dunque ecco alcune battute sull’età, sul fatto di conoscere bene la zona (siamo ad Este) in quanto ha un passato da spogliarellista lì vicino in un fantomatico dancing, col pubblico che, come si addice a un comico pronto a tutto e ruggente, gli ride in faccia. Ma i veri difetti della gente arriveranno nei pezzi più in là, è il momento di ironizzare sull’inglese che tanto sta togliendo alla lingua italiana, con i suoi termini ormai entrati nell’uso abitudinario, con i nuovi mestieri, ad esempio: gli youtuber, i tiktoker, gli hairstyalist, i cakedesign. Comico di razza, si diceva, che può anche non piacere naturalmente, ma che scalda il motore man mano che i minuti passano, e ottiene il miglior risultato. Una volta appurata una massima, quella che “l’inglese non è roba per noi”, che tanto decreta riscontro positivo, Panariello parla delle donne e delle loro fisime (in contrapposizione all’uomo naturalmente, perché ne ha anche per loro), effettuando piccole pause da vero comico e quindi mettendo in pratica alcuni piccoli segreti della legge dello spettacolo, che gli attori conoscono bene. Oppure si infila in un mini quiz rivolto al pubblico accennando delle canzoni, facendole continuare alla gente, salvo in modo subdolo e divertito (e soprattutto, facendo ridere) fare la stessa cosa con gli incipit poetici che ben pochi sanno continuare. E’ il suo ruolo, come lo è quello degli spettatori che vogliono passare un paio d’ore in allegria e spensieratezza. Altri argomenti trattati con mestiere la furbizia, l’età che passa e non perdona nulla, i ricordi di gioventù quando lavorava in cantiere o facendo il cameriere, sicuramente cose che presumiamo anche se ripetute più volte non possano far rimanere la persona indifferente, anche se è copione. Avviandosi al finale dopo molte risate ricevute, Panariello propone alcuni dei suoi personaggi, immaginari ma ispirati a persone reali, come Mario il bagnino, Merigo, Lello Splendor e il pr della discoteca Chiticaca di Orbetello, che si preoccupa sempre se si vede o no il famoso marsupio. E ancora, la signora Maria, Silvano detto il Vaia, e Renato Zero, che forse più di tutto incanta il pubblico per la presa popolarissima che ha sempre ottenuto. Ne vien fuori uno spettacolo divertente e semplice, mentre il comico ricorda a tutti che ai sogni ci ha creduto e ha tenuto duro, da considerare come un consiglio per la vita.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Domenica, 12 Settembre 2021 11:58

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