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(CINEMA) - "Il bene mio" di Pippo Mezzapesa. - Sergio Rubini "profeta" della memoria

"Il bene mio"  di Pippo Mezzapesa "Il bene mio" di Pippo Mezzapesa

Il bene mio
di Pippo Mezzapesa
Con Sergio Rubini, Sonya Mellah, Dino Abbrescia,
Francesco De Vito, Teresa Saponangelo
Italia, 2018

Sergio Rubini "profeta" della memoria

Elia è l'ultimo abitante di Provvidenza, un paese che in seguito a un violentissimo terremoto è stato completamente abbandonato dalla sua comunità, che si è trasferita a "Nuova Provvidenza". Ma Elia differentemente da tutti non vuole dimenticare e coltiva ogni giorno il ricordo di ciò che è stato, accettando la completa solitudine e il silenzio di questo paese fantasma. La sua quiete è pero minacciata dal Sindaco che gli intima di lasciare Provvidenza e dagli atti di teppismo di un gruppo di ragazzi. Come se non bastasse iniziano a verificarsi strani eventi a cui Elia non sa dare una spiegazione razionale e che apparentemente lo portano sulla soglia della pazzia.
Il bene mio è un film sul lutto e sul bivio a cui inevitabilmente conduce: la reminiscenza o l'oblio. La tragedia di Provvidenza è metafora di tutto il dolore che si può abbattere sull'umanità e costituisce un espediente narrativo perfetto per esaminare con delicatezza e sensibilità le diverse reazioni umane di fronte alla sofferenza. È possibile costruire un presente e un futuro senza le fondamenta di un passato? Elia cammina tra case vuote e desolate, recupera vecchi oggetti e salva il salvabile. Protegge Provvidenza dalla corrosione del tempo e porta sempre nel proprio cuore il ricordo dell'amata moglie, morta nel terremoto. La sua è una vita tra i fantasmi del passato, piena però di energia e vitalità, anche se a volte la noia e la tristezza si fanno sentire in questo paese fantasma dove deve convivere con le sue ossessioni.
La bravura del regista trentottenne Pippo Mezzapesa è nello sviluppare questa storia accostando gli elementi stilistici e narrativi apparentemente contrapposti della fiaba e della realtà, caratteristica tipica di alcuni dei più significativi e interessanti registi italiani di questi anni, come ad esempio Matteo Garrone. Lo stile realista, peculiarità un po' troppo consolidata del cinema italiano, si sposa perfettamente con un'estetica inaspettatamente gotica, tanto che il film sfiora le dinamiche di una ghost story, e delle atmosfere molto poetiche e toccanti. Scorci lirici di cielo blu, piani sequenza carichi di significato, sguardi che si compenetrano ... Mezzapesa con questo suo secondo lungometraggio dimostra una forte maturità e uno sguardo profondo sull'esistenza umana. Affronta con leggerezza tematiche molto cupe, riscoprendo la luce nell'oscurità del dolore e offrendo un orizzonte di speranza. Sono disseminate tra le immagini diverse figure allegoriche, animali in particolare: la civetta, il serpente, il gatto e le pecore.
Elia è in fondo anche un moderno Don Chisciotte, paragone interessante ora che è in sala anche L'uomo che uccise Don Chisciotte di Terry Gilliam. Entrambi eremiti e prigionieri in un certo senso del passato, considerati folli e strani, rimangono fedeli ai loro sogni e ideali, uno però vivendo in un'apparente staticità, l'altro in continuo movimento. Un momento storico il nostro in cui le storie dei grandi sognatori sembrano quanto mai indispensabili. In Il bene mio è presente anche Noor, un personaggio che rispecchia Elia ma tende anche a una direzione opposta, quella del dinamismo appunto; la loro complementarietà segna un punto di svolta fondamentale.
Sergio Rubini ci offre una stupenda interpretazione, dando il meglio di sé nell'impersonare con la sua solita ironia ma anche grande intensità questo complesso e variegato personaggio: vitale, energico e solare da una parte; malinconico, solo e tormentato dai demoni del passato dall'altra. Come può farci pensare anche il nome, il suo Elia è metaforicamente il profeta della memoria.
Il bene mio è un film molto profondo e toccante che fa appello alla sensibilità dello spettatore e che forse può ricordarci quanto sia bello riscoprire il passato e tornare bambini.

Corinne Vosa

Ultima modifica il Lunedì, 08 Ottobre 2018 12:47

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