Anja Real Love Girl
Un film di Paolo Martini, Pablo Benedetti
Con Roberto Caccavo, Larthia Galli Nannini, Désirée Giorgetti, Samuele Batistoni
Prod. Italia 2020
Distopia, thrilling, puzzle mentale, immersi in apologo avveniristico e lisergiche ambientazioni (da fan fiction vecchio-stampo), sono gli ingredienti, dosati con moderazione e ‘in crescendo’ di suspense, di questo ennesimo film (di qualità) penalizzato dal cupo proibizionismo che scriteriatamente travolge, luoghi, artefici, fruitori attivi dello spettacolo (non “inscatolato” dalla domestica reclusione multimediale)
Ideato e diretto dai giovani Martini e Benedetti, “Anja” esterna in modo direi palmare un suo appassionato mix di ascendenze filmico- letterarie, tutte verificabili (per gli amanti del genere) consultando il recente volume “Mondi paralleli. Storie di fantascienza dal libro al film”, curato dalla triade Roberto Chiavini, Filippo Pizzo, Michele Tetro, con accurata dovizia di rimandi, citazioni, parallelismi o ‘deviazioni’ nel rapporto fra scrittura su pagina e scrittura per il cinema.
Intrigante e intrigata, sottesa da una sua “logica” sospesa fra iper-realismo, emisferi onirici e labirinti tecnologici (capaci di divorare mente e memoria), la sinossi del film emerge curata nei (non facili) dettagli man mano che lo spettatore viene “reso complice” degli estremi accadimenti.
I quali fanno perno sulla ‘svuotata’, dolente immagine di André, operaio di un’azienda di imbottigliamento acque, la cui vita (di metropolitana marginalità) sembra trascinarsi fra svilimenti porno e dissonanze d’umore con i compagni di lavoro. Tutto sembra volgere al peggio, sinchè André avrà modo di conoscere Anja, una ragazza russa che sbarca il lunario recitando in filmini porno soft. Quando Anja verrà (inopinatamente?) rapita da un gruppo di criminali, André non potrà sottrarsi ad affrontare un mondo notturno e underground ,incontri al vetriolo, doppi giochi e giochi al limite della sopravvivenza . Imperativo ineludibile “Avrà solo una notte..’quella’ determinata notte” per ritrovare Anja e sventare il complotto che sta per stritorarli. Retropensieri, interrogativi rituali “Chi è Anja? … Chi è André? “
Non esisteranno epilogo e catarsi se non indagando (senza pudori, a viso aperto) i più antichi sussulti dell’animo umano: l’odio, l’amore, il senso di riscatto, nel dostoevskijano archetipo del dolore e del senso di colpa.
Nel suo lasciare intuire una sedimentata cultura della parola e dell’immagine, “Anja Real Love Girl” si dispiega con naturalezza nel parallelismo di due mondi allegorici e sinuosi: l’anonima, tentacolare superficie di una città qualsiasi ed i meandri\miasmi che, di quella desolazione ‘all’aperto’, sono la premessa e la linfa velenosa (riscattate da quel bagliore di ‘speranza’ che intravediamo nelle luminose scene girate in mare aperto).
Due, a nostro avviso, gli antecedenti significativi che stanno all’origine di “Anja” senza che di essi affiori alcuna interferenza: da una parte “Gone Girl” (ex cult movie di David Fincher del 2014) “metafisico” lungometraggio che si sperdeva negli incubi del rompicapo; dall’altra il suggestivo “Rue Barbare” del francese Gilles Behat da cui viene mutuata la torbida suadenza che costituisce l’elaborazione estetica del film. In cui opera un cast ben affiatato e pertinente nella distribuzione dei ruoli, con motivi di spicco per Roberto Caccavo, Larthia Galli Nannini, Désirée Giorgetti, Samuele Batistoni. Interpreti di formazione preminentemente teatrale: e si sente.
Angelo Pizzuto