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(CINEMA) - "Due fantasmi di troppo" di Paolo Vita, Nunzio Fabrizio Rotondo.

"Due fantasmi di troppo" di Paolo Vita, Nunzio Fabrizio Rotondo "Due fantasmi di troppo" di Paolo Vita, Nunzio Fabrizio Rotondo

Due fantasmi di troppo
di Paolo Vita, Nunzio Fabrizio Rotondo
Con Nunzio Fabrizio Rotondo, Paolo Vita, Enrica Guidi, 
Carlotta Rondana, Emanuela Damasio, Viktorie Ignoto
Italia 2021

Un piccolo budget ma due conferme comiche

Paolo (Vita) e Nunzio (Rotondo) sono stati lasciati dalle mogli e ora vivono insieme, Nunzio è un tecnico informatico ed è l’unico dei due che lavora, mentre Paolo insegue il sogno di soldi facili. Un giorno alla loro porta bussano due tipi poco raccomandabili, i gemelli Aldo (Enver e Erjus Mici) che li portano dalla Tracina (Enzo Salvi), una strozzina che ha prestato a Paolo i soldi che lui ha perso al casinò; lei leva dalle mani di Nunzio la cesta con l’amata gatta Sofia e la consegna alla coattissima nipote (Ignoto) con la minaccia di non ridargliela più se non salderanno puntualmente le rate del debito. In cerca di una soluzione Paolo convince l’amico ad usare le sue qualità tecniche per creare ologrammi che loro spacceranno per le anime dei defunti da far apparire a inconsolabili parenti. Il primo tentativo con una vedova (Maura Carotti) funziona, anche se un’interferenza fa sì che sembri che l’ ”anima” del marito insulti l’indignata cliente. Gli affari procedono sino a che uno strampalato castellano (Giorgio Gobbi) non li invita a liberare il suo palazzo da due inquietanti presenze. I due si mettono al lavoro ma Paolo, rompendo un’urna cineraria, evoca i veri fantasmi della contessina Gilda (Rondana) e della sua cameriera Cettina (Guidi). I due si trovano così a dover condividere ogni istante della loro vita con le due pretenziose presenze. Oltre a perdere ogni intimità (tranne i momenti di fisiologiche soste nel bagno), i due non possono nemmeno più “lavorare” e le rate del Tracina si allungano pericolosamente. Vani i tentativi di ricorrere ad un prete esorcista (Geppo) o al medium Mauris (Maurizio Mattioli), un ciarlatano al quale loro avevano sottratto clienti. Esasperati, insultano le ragazze, le quali indignate se ne vanno ma il loro iniziale sollievo dura poco: si accorgono che alle due si erano affezionati e che ora ne sentono la mancanza. Quando, però, sono nuovamente convocati dalla Tracina e questa li minaccia, Gilda e Cettina accorrono in lori soccorso. Tornati a casa, poi, li portano nelle loro camere e regalano loro una bellissima notte d’amore; al loro risveglio però i due amici si trovano nel letto Marica (Damasio) e Corinna (Carla Carfagna), le due poco avvenenti vicine che da tempo li tampinavano. Nuova lite ma un doppio esorcismo e una sparatoria condurranno al lieto fine.
Scrivendo del loro precedente Non è vero ma ci credo avevo paragonato Nunzio e Paolo ai grandi Billi e Riva. Paradossalmente Due fantasmi di troppo, con tutti i limiti di un film girato nel momento di maggior insicurezza per il Covid e quindi con tempi e budget limitatissimi, è per loro una conferma: nei loro film si respira proprio l’aria di quel cinema degli anni ‘50, al contempo ingenuo e professionale, nato per far passare due ore serene al pubblico con storie semplici ma ben calibrate. Un’altra cosa accomuna il loro lavoro con quei titoli ed è la scelta di un cast tecnico ed artistico di prim’ordine: alla sceneggiatura ha collaborato Herbert Simone Paragnani, il direttore della fotografia è lo specialista in commedie Cludio Zamarion e il cast - oltre alle guest star Geppo, Salvi e Mattioli – vede ottimi professionisti come Gobbi e le due protagoniste femminili Enrica Guidi e Carlotta Rondana; una piccola sorpresa la ironica prestazione di Viktorie Ignoto con un trucco a metà tra Heidi e Harley Quinn. Senza enfatizzare un piccolo e produttivamente avventuroso film senza troppe pretese, continuo a pensare che la strada di una commedia che si rifaccia, aggiornandoli, agli stilemi di quello che i Cahiers definivano (loro con un po’ di sufficienza) “il cinema di papà”, potrebbe essere un punto di forza per il nostro cinema sempre meno attrezzato nel partecipare al grande (e per molti aspetti soffocante) gioco della concentrazione delle piattaforme.

Antonio Ferraro

Ultima modifica il Venerdì, 29 Ottobre 2021 05:10

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