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"A Napoli non piove mai" - un film godibile di Assisi

Sergio Assisi Sergio Assisi

Teniamo d'occhio questo attore-regista-autore del suo primo film "A Napoli non piove mai", di nome Sergio Assisi.
Aveva un sogno e l'ha realizzato: scrivere, interpretare, dirigere un commedia solare, come il programma di sala la definisce, ma noi aggiungiamo ancora qualcosa: solare sì, ma ricca di spunti allegorici, con simboli da decodificare (come quella mela, già di sé per stessa un emblema) che passa da un personaggio all'altro come a indicare che c'è un filo che ci unisce tutti, sulla stessa barca del vivere), dialoghi semplici ma non banali, a volte anche profondi, espressi con semplicità, con un cast di attori scelti a meraviglia, tutti bravi, funzionali al ruolo assegnatogli. Citiamoli tutti e subito: Valentina Corti (Sonia), Ernesto Lama (Jacopo), Nunzia Schiano (donna Concetta, la Perpetua), Giuseppe Cantore, (Padre Gennaro), Giancarlo Ratti e Eliana Miglio (Padre e madre di Sonia), Luigi Di Fiore (Professore universitario di Sonia) Francesco Paolantoni, Sergio Solli e Antonella Morea (Padre-padrone e madre di Barnaba), Benedetto Casillo (Cicerone), Francesco Palantoni (Vigile del fuoco), Lusura Schettino (Pina, segretaria del capo di Jacopo).

Con questa commedia, Assisi mette insieme tre storie che, incrociandosi, danno una speranza ai protagonisti: tre persone, ognuna con una sindrome: lui, Barnaba, il protagonista, quella di Peter Pan: quarantenne che dorme fino a mattino inoltrato,che si fa imbeccare dalla madre, che si scontra col padre, la fidanzata, il portiere di casa: tutti vogliono trovargli un lavoro per forza, mentre lui, uscendo di casa per rifugiarsi dall'amico Jacopo, sogna di fare il fotografo di una Napoli nascosta, sconosciuta, degradata ma dove anche lì, in quel contesto si vive di espedienti, di sogni. L'altro, l'amico Jacopo, con la sindrome del dell'abbandonato,suicida ad ogni costo per un amore non corrisposto, impiegato all'anagrafe di Napoli, maltrattato, offeso, dal suo capufficio; lei, Sonia, restauratrice del nord, che dopo aver discusso la tesi di dottorato, si stacca dal padre che la vorrebbe a lavorare a suo fianco, nella propria impresa, accetta di restaurare un affresco in una piccola chiesa di Napoli alquanto rovinata, che ha la sindrome di Stendhal: sviene alla vista di ogni opera meravigliosa.
Il regista raccontando questi personaggi riesce a congiungerli fino a trovare la soluzione in due storie d'amore: lui, Barnaba, si unisce a lei, Sonia, Jacopo lo raggiunge la segreteria del capo ufficio, Pina, che, dopo una rivolta contro di esso, si innamora dell'aspirante suicida.
Assisi muove bene gli attori, portandoli in una recitazione volutamente oltre le righe, grottesca, e dà luogo a molte situazioni assurde, ludiche, la cui comicità è forte, dominante, ben montata.
E poi, evocando un classico del cinema, "Vacanze romane", ci mostra, guidando la solita "Vespa" una Napoli da conoscere, apprezzare, vivere.
Commedia a lieto fine, da non perdere, dal 1 ottobre nelle sale cinematografiche con la distribuzione a cura di Mediterranea Productions.
Questo film, prodotto dalla Quisquilie Production, in economia grazie anche a contributi vari raccolti con fatica, e grazie anche ad un contribuito del Ministero Beni Culturali, merita di essere visto, sostenuto, poiché apre una nuova tendenza di raccontare la realtà.
Film per giovani, soprattutto, che hanno in serbo un "sogno" da realizzare.

Mario Mattia Giorgetti

Ultima modifica il Martedì, 15 Dicembre 2015 00:14

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