Irrational man
di Woody Allen.
Con Jamie Blackley, Joaquin Phoenix, Parker Posey, Emma Stone, Meredith Hagner USA 2015
Allen ha letto Kierkegaard (e ce lo fa sapere)
Abe Lucas (Phoenix) è un brillante professore di filosofia ma attraversa un periodo di crisi e si è trasferito in una università di provincia. La sua storia di ex-contestatore anarchico, la sua aurea di maudit dedito ad alcool e droghe e le voci di una sua intensa carriera di libertino gli attirano l'interesse della docente di chimica Rita Richards (Posey) in piena crisi matrimoniale e di Jill Pollard (Stone), la migliore allieva del suo corso. Con quest'ultima comincia una frequentazione costante, nella quale lui respinge le sue continue, esplicite avances, mentre Rita si presenta a casa sua con una bottiglia di whisky e se lo porta a letto ma la depressione da più di un anno lo ha anche reso impotente. Il fidanzato di Jill, Roy (Blackley), è ingelosito dal suo interesse per il professore e si irrita particolarmente quando lei lo invita ad andare con loro al party della loro amica April (Sophie Von Haselberg); qui Abe, discretamente ubriaco, prende la pistola del padre di April e si esibisce in una roulette russa spaventando tutti. La mattina dopo, Jill va con lui a far colazione e mentre parlano dell'accaduto, sentono casualmente dal tavolo vicino, un donna – Carol (Susan Pourfar)- confidare in lacrime ad alcuni amici la propria disperazione perché il corrotto giudice Spangler (Tom Kemp),cui è affidata la sua causa di divorzio, si appresta ad affidare a figli all'anaffettivo ex-marito. Jill ed Abe commentano indignati l'accaduto e si dicono che sarebbe bello se il giudice scomparisse prima della sentenza. Chiacchere da bar ma lui, sulla falsariga di Delitto e castigo, decide di agire e il progetto ha su di lui una presa prodigiosa: smette di bere, mangia con appetito e riesce a far l'amore con Rita. Eccolo seguire il giudice, studiarne le abitudini e, dopo aver sottratto le chiavi del laboratorio a Rita, procurarsi una dose letale di veleno (ad April che lo sorprende lì dice di stare facendo ricerche per un libro) e versarlo nell'aranciata che ogni sabato il giudice beve dopo lo jogging. La sera dopo invita Jill a cena e, stavolta, dopo una breve resistenza ci va a letto. Roy la lascia e Rita, che sta per abbqandonaree il marito e vorrebbe portare Abe con lei in Spagna, ne è gelosa. Un giorno un'amica di Jill, Ellie (Kate McGonigle), le rivela casualmente che Rita pensa che sia stato lui ad uccidere il giudice e la stessa Rita – che si è insospettita delle perdita delle chiavi del laboratorio – le conferma la propria ipotesi, anche se lei è la prima a non darvi gran peso. Quando lei ne parla ad Abe, lui sembra divertito e le fornisce un alibi per la mattina dell'omicidio ma poco dopo April le dice di averlo visto in laboratorio e lei lo affronta di nuovo, costringendolo a confessare. Lui la butta in filosofia ma lei è travolta dall'indignazione e, pur decidendo di non denunciarlo, tronca immediatamente con lui e torna dal comprensivo Roy. Abe dice a Rita di essere pronto a partire con lei e lei lascia il marito. Di lì a poco, le indagini hanno una svolta e viene arrestato un sospettato; Jill dà ad Abe un ultimatum: se non si costituirà entro il lunedì successivo, scagionando un innocente, sarà lei a rivelare il suo delitto alla polizia. Abe accetta ma il lunedì, giorno della lezione di piano di Jill, la raggiunge e, dopo aver manomesso l'ascensore, tenta di buttarla nel vuoto ma...
Allen, come è noto, da tempo ha deciso, per ragioni prevalentemente alimentari, di fare un film all'anno e, come è inevitabile, non tutti sono dei capolavori e lui è il primo ad esserne consapevole, tanto che, per compiacere i critici europei che lo amano quasi incondizionatamente, rimedia con citazioni cinefile. Qui si va da Persona di Bergman, a La signora di Shangai di Welles, a L'incidente di Losey fino a Il vedovo di Dino Risi ma soprattutto a Nodo alla gola e Delitto per delitto di Hitchcock (negli ultimi tempi, vedi Sogni e delitti e Match Point, molto presente nel suo cinema). Un altro elemento che caratterizza alcuni suoi film meno riusciti è una tendenza a infarcirli di citazioni dotte; qui la fa da padrone l'esistenzialismo e via con Sartre, Kierkegaard e Heidegger. Intendiamoci, Allen non è un comico travolto e snaturato dalla paternalistica compiacenza degli intellettuali – come Chaplin con l'intellighenzia di sinistra, Keaton con Beckett, Totò con Pasolini o, in piccola parte, Groucho Marx con Thomas Eliot – spesso essendo loro, i comici, di spessore ben più alto di chi se ne appropriava. Lui è colto ed intellettuale di suo – è una chiave fondamentale del suo successo – solo che talvolta ce lo fa sapere un po' troppo. Da citare, tra le musiche, The "In" crowd del mitico Ramsey Lewis Trio.
Antonio Ferraro