SBAM Sicily Ballet Around Movement
Regia di Davide Garattini Raimondi
Coreografie di Melissa Zuccalà
Musiche tratte dal "Don Giovanni" di W. A. Mozart
Testi liberamente ispirati a Baal di Bertolt Brecht
Concept e drammaturgia: Davide Garattini Raimondi e Melissa Zuccalà
Luci e suono: Francesco Noè
Danzatori: Chiara Arena, Benedetta Cannolo, Fabio Gambuzza, Asia Scuderi
Attore: Lorenzo Stazzone
Soprano: Miriam Ziarna
Una produzione Sicily Ballet in collaborazione con
l'assessorato alla Cultura del Comune di Valguarnera
Teatro Garibaldi di Enna, il 5 aprile 2018
Quando inizierete ad assistere ad "Amara Satira Omnia" i personaggi potranno sembrare confusi nell'interpretazione, ma solo soffermandosi ed esaminandoli si incomincerà ad intuirne le corrispondenze, che vi riveleranno determinate sequenze, così mostrando chiaramente le tappe evolutive e creative dello spettacolo. Fin dall'antichità per giungere all'epoca moderna l'arte ha lo scopo di rappresentare la realtà, spesso legata ai tanti simboli precorritori di suggestioni e ambiguità, nella maggior parte dei casi celate. Questa "rivelazione", firmata dagli intensi Melissa Zuccalà e Davide Garattini Raimondi, comporta e conduce a significati più sottili e segreti. Mediante il genio musicale di Mozart, la produzione ci trasporta in un immaginario onirico interrogandoci sulla dialettica tra temporalità e identità della forma. La scena appare volutamente sobria, i corpi degli espressivi seppur giovani danzatori della "SBAM Sicily Ballet Around Movement" sorgono come figure continuamente variate nella struttura dall'alterazione dello spazio che li accoglie, in brevi quadri che infondono alla performance un risultato efficace, offrendo mirate dinamiche e passaggi graduali.
Nell'esprimere la sua danza, Melissa Zuccalà, formula e sviluppa il gesto, il quale delinea gradazioni artistiche in armonia con le sonorità e le voci di sottofondo. Una partitura coreografica supportata dall'attenta regia di Davide Garattini Raimondi, atta a ridefinire la percettibilità dell'immagine, ovvero il grado di presenza di ogni singolo elemento che la compone, nella quale le fisicità sembrano sfumare nel chiaro-scuro intessendo un testo danzato che ammette più contenuti. Incrociare Don Giovanni e Baal pone il concept su un capitello riflessivo dandogli una connotazione linguistica e morale: l'equilibrio, l'energia, la musicalità, il ritmo appaiono meditativi all'etica e all'estetica, incontrando il gusto del pubblico, catturando l'attenzione. La drammaturgia concettuale sostiene la composizione, mettendo in risalto espressioni che vanno dall'ironia pacata e discorsiva allo scherno e all'invettiva sferzante, con atteggiamenti comuni all'uomo così fornendo una critica mordace sulla contemporaneità che ritorna dal passato. La freschezza e la semplicità dell'allestimento è volta ad esaltare i vari stili, fondandosi e fondendosi su un dizionario autonomo e ben riconoscibile. Il bianco predomina come elemento sul mito, rappresentante di uno spettro luminoso e di un principio vitale. "Amara Satira Omnia" pone l'accento sul forte valore simbolico: l'aspetto più evidente si ritrova nell'illuminare le tenebre, sia in senso materiale, che in senso metaforico. Tenebre che simboleggiano l'oscurità del male, del dolore, delle emozioni e dei sentimenti. Una connessione marcata e a tratti inusuale che gioca su più piani testuali. La luce che allontana le paure e il male diviene metafora dell'individualità. La forza ascensionale della fiamma, come la vita sale verso il cielo e ad essa ritorna anche dopo il soffio che la fa ondeggiare.
Gli artisti, ognuno con il proprio livello di preparazione, appaiono come cera sul corpo, stoppino dell'anima, fiamma dello spirito: vite che si accendono e si consumano mentre l'essenza tra materia e divino si fa "verbo" nei quattro elementi che sostengono l'energia universale.
L'allestimento arricchito da atmosfere tipiche del teatrodanza, dona vibrazioni di chiarezza che potenziano l'elevazione ma al contempo la sofferenza e la penitenza, aiutando i presenti ad una presa di coscienza, rimuovendo (nel finale) l'ottenebramento verso la purificazione. Zuccalà e Garattini Raimondi hanno inciso la ricerca del sé portando sul palcoscenico dell'incantevole Teatro Garibaldi di Enna l'inscindibile rapporto dei corpi e delle menti, come motore principale del vivere per mezzo dell'esperienza che un qualcosa o un qualcuno catturi la nostra attenzione. Una danza che stimola il pensiero, sollecita l'immaginazione in cui il fuoco aleggia negli slanci vitali, nell'estensione tra carne, spirito, mente e materia. Lo stile di Melissa Zuccalà è vario negli accenti e riesce a seguire una propria linea, non certo priva di sperimentazione, tra espansioni trascinanti, contrazioni ed esplosioni dove la natura antropica è racchiusa nei segni dell'individuo, nei suoi impulsi più materiali e reconditi. Passi di danza e frammenti di movimento, che servono ad esprimere un'idea, una volontà da non sottovalutare, utile alla ricerca tra chorós e musica: due forme artistiche che hanno conquistato l'applauso. La visione di "Amara Satira Omnia" rimanda ad un alveare come allegoria della rinascita dove l'alveare rappresenta l'abbandono ai vizi e alla cura del proprio "microcosmo" per tramutarsi in purezza, coraggio e determinazione, unendo al contempo dolcezza e durezza, stabilendo legami tra chi rappresenta, chi ha rappresentato e chi assiste, tra chi si espone e chi guarda, tra chi attende e chi opera. Il confronto sui grandi temi collettivi, evidenzia la persistenza di un doppio che nello scorrere incessante dei minuti può trasformarsi in ombra per poi riaffermarsi in luce. Una sorta di conflitto, oggi più che mai attuale sull'essere umano e sui propri limiti. Citando Jack Kerouac: "Si può sempre andare oltre, oltre non si finisce mai"!
Michele Olivieri