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ANNA KARENINA - coreografia Anželika Cholina

"Anna Karenina", Anzelika Cholina Dance Theatre. Foto Roberto De Biasio "Anna Karenina", Anzelika Cholina Dance Theatre. Foto Roberto De Biasio

dal romanzo di Lev Tostoj
Coreografia Anželika Cholina
Scene Marijus Jacovskis
Costumi e trucco Juozas Statkevičius
Ideazione luci Tadas Valeika, Karolis Juknys
Musiche di Alfred Schnittke, Pëtr Il’ič Čajkovskij, Gustav Mahler, Andrew Lloyd Webber
Al Teatro Comunale di Vicenza, il 14 dicembre 2021

www.Sipario.it, 17 dicembre 2021

È nella natura del teatro far sì che la pagina scritta diventi anche immagine. Inclusa la trasposizione in danza, non sempre facile. Impresa poderosa se poi si tratta di tradurre in coreografia i capolavori della letteratura. Ci è riuscito quel genio di John Neumeier con molti dei suoi balletti ispirati ai grandi romanzi. Tra questi anche Anna Karenina di Tolstoj. Ugualmente Anzelika Cholina si trova a suo agio in simili operazioni – anzi, la caratterizzano – che, tradotte in “dance dramas”, fanno rivivere sulla scena i celebri personaggi della letteratura russa. Alla guida del suo A/CH Dance Theatre, compagnia fondata vent’anni fa, e formata da ballerini, attori e cantanti, la regista e coreografa lituana si muove tra linguaggi diversi ma di chiaro impianto teatrale. Come lo è il balletto Anna Karenina, uno dei suoi maggiori successi, arrivato per la prima volta in Italia al Teatro Comunale di Vicenza (e al Comunale di Modena con il balletto L’idiota tratto da Dostoevskij). Non è facile convertire in temi visivi, in suggestioni, in fisicità e in misteri, una storia fittissima di eventi e di personaggi come nel libro epopea di Tostoj. All’interno del vocabolario classico che struttura lo spettacolo, Cholina costruisce uno stile di movimento libero e aperto, ma decisamente più vicino a un teatro-danza narrativo che al linguaggio contemporaneo strettamente inteso. Un enorme tetto stilizzato, un lampadario, alcune colonne distribuite attorno al perimetro scenico, e una lunga asse movibile, sono gli unici elementi scenografici che fungono da casa, salone da ballo, stazione ferroviaria, ippodromo, ambienti dove una moltitudine di sedie maneggiate in più momenti, diventano gli oggetti predominanti che animano i moti e le azioni dei personaggi: tra scene intime, corali, duetti, corse, giri di valzer e accenni – fuori tempo – di tango. Lo spettacolo, di grande coralità, si apre con un gruppo concitato che si muove alzando le mani in segno di saluto a qualcuno in partenza e battendo i piedi simulano il suono ritmato di un treno. La stessa scena si ripeterà nel finale, con il battere violento delle sedie tenute in mano da ciascuno, un convoglio umano che batte al ritmo di un treno accompagnando l’uscita di scena della protagonista: momento culminante della storia di Karenina che si suicida buttandosi sotto i binari. È la triste fine di una donna combattuta tra dovere famigliare, rispettabilità e passione irrefrenabile per una relazione adultera che genererà una nascita illegittima. Destino, amore, ricerca della felicità, l’inesorabile trascorrere del tempo, la morte, sono i temi principali di Anna Karenina che qui s’intrecciano al linguaggio non verbale fatto di danza, azioni e suoni capaci di comprimere e dilatare il tempo dell'aristocrazia russa dell’800. Le scene più celebri del romanzo - il ballo, il viaggio in treno, le corse, la serata a teatro, la morte di Nikolaj, il suicidio, ecc. - si compongono in oltre due ore di spettacolo attraverso un collage drammaturgico in costume – bianco rosso e nero sono i colori emotivi della protagonista - in cui la ricerca dell’ordine cede il passo al calore della giovinezza e al suo dissolversi. L’attenzione di Cholina è sulla caratterizzazione psicologica affidata ai gesti e ai movimenti espressivi degli interpreti. Il tutto enfatizzato dalla musica prevalentemente drammatica, spesso debordante, di Alfred Schnittke, e di Čajkovskij, Mahler, Andrew Lloyd Webber. Struggente, di quest’ultimo, è il Pie Jesu del Requiem le cui note del canto, come un’ala angelica si distende sulla protagonista mentre s’allontana nel buio verso il suo triste destino.

Giuseppe Distefano

Ultima modifica il Venerdì, 17 Dicembre 2021 18:52

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