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ASTRAL CONVERTED/WORKING TITLE - coreografia Trisha Brown

"Astral Converted / Working Title", coreografia Trisha Brown. Foto Andrea Veroni, Fondazione Festival dei Due Mondi "Astral Converted / Working Title", coreografia Trisha Brown. Foto Andrea Veroni, Fondazione Festival dei Due Mondi

Trisha Brown Dance Company
Astral Converted 
coreography Trisha Brown
costume design Robert Rauschenberg
light designer Beverly Emmons
sound Eight by John Cage
dancers Cecily Campbell, Marc Crousillat, Kimberly Fulmer, Leah Ives, Amanda Kmett’Pendry, Kyle Marshall, Patrick McGrath, Stuart Shugg, Hsiao-Jou Tang
Working Title
coreography Trisha Brown
sound Six Songs: Sci-Fi, Slow Heart, Song VI, etc. by Peter Zummo
light designer Beverly Emmons
dancers Cecily Campbell, Marc Crousillat, Kimberly Fulmer, Leah Ives, Amanda Kmett’Pendry, Kyle Marshall, Patrick McGrath, Stuart Shugg
Spoleto, Teatro Romano,  2 luglio 2022

www.Sipario.it, 14 luglio 2022

In quarant’anni di carriera, la coreografa Trisha Brown ha prodotto un corpus di opere piene di mistero, che costituisce il repertorio a cui la Trisha Brown Dance Company attinge e si ispira. Il Festival dei Due Mondi ha reso omaggio alla rivoluzionaria artista americana presentando una selezione delle sue opere.
Per celebrare la grande coreografa la compagnia ha scelto di iniziare con un’opera del 1991, "Astral Converted", esempio di illimitate e intricate invenzioni di movimenti sulle note di otto brani di John Cage, arrangiati per quest’opera. Questa coreografia, rielaborazione e ampliamento di Astral Convertible del 1989, creata per il palco all'aperto del National Mall di Washington e riproposta al teatro romano di Spoleto, alterna passaggi molto veloci a movimenti slanciati e forme scultoree a terra. La ricostruzione molto attenta all’originale non può prescindere dalle torri in alluminio di Rauschenberg, scenografia che è parte integrante dei movimenti intrecciati e che diventa parte attiva del disegno delle luci Queste impalcature verticali sono strutture luminose che rispondono ai sensori di movimento inseriti sui costumi dei ballerini. I nove danzatori che condividono il palco con questa collezione di torri in alluminio, indossano le tute argentate disegnate da Rauschenberg, rese più luminose e cangianti da fettucce luccicanti. Fanno pensare a strutture cosmiche che si muovono nello spazio, si raccolgono e poi si allungano con sinuose geometrie, mentre le torri di metallo rispondono ai loro movimenti con luci e suoni. Una coreografia minimale ed attualissima i cui movimenti parlano di spazi siderali, ma con il fulcro ben evidente nella concretezza dei singoli passi coreutici. Astral Converted fonde sapientemente i tratti distintivi dell'inconfondibile stile coreografico di Trisha Brown: arte moderna, architettura e geometria.
Come seconda coreografia della serata è stata proposta Working Title. Dalla sua prima ideazione nel 1984 questa coreografia ha continuato ad essere per anni quasi un viaggio in fieri. Per questa idea coreografica la Brown raccontò di essersi ispirata alla sua infanzia, quando correva nei boschi, all’esperienza della corsa veloce di un bambino. Quello che la Trisha Brown Dance Company ha rappresentato è stato un viaggio totalmente asimmetrico ed imprevedibile. All’inizio due ballerini entrano e si scontrano con un terzo, inciampano. Poi si aggiungono successivamente gli altri danzatori. In questa coreografia i ballerini si passano il testimone come gli attori le battute. Sospensione e gravità sono le componenti principali di Working Title. Il dinamismo incalzante di questa performance riprende l’interesse della coreografa per il volo: con passi di corsa aerei naturali come una camminata, seguiti a successive cadute e collisioni a terra, la coreografa ha giocato con la gravità e la levità. Il sapore di quest’opera è l’imprevedibilità, la sensazione che qualunque piano stabilito verrà modificato, fedeli solo all'incertezza della vita e all'imprevedibilità dell'arte, come insegnato da Trisha Brown.
I danzatori hanno affrontato le sfide di questo programma all'interno di luminosi paesaggi visivi e sonori, attenti e fedeli nel trasmettere le “delicate aberrazioni" fatte di piccoli gesti che catturano ripetutamente l'attenzione come di movimenti audaci ed improvvisi che caratterizzano l’eredità del vocabolario di Trisha Brown.

Giulia Clai

Ultima modifica il Domenica, 24 Luglio 2022 10:27

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