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BALLET PRELJOCAJ - coreografia Angelin Preljocaj

"Gravité", coreografia Angelin Preljocaj "Gravité", coreografia Angelin Preljocaj

PRIMA ITALIANA
Gravité
Coreografia Angelin Preljocaj
Musiche Maurice Ravel, Johann Sebastian Bach, Iannis Xenakis, Dimitri Shostakovic, Daft Punk, Philip Glass, 79d
Costumi Igor Chapurin
Luci Éric Soyer
Produzione Ballet Preljocaj
Co-produzione Chaillot – Théâtre National de la Danse – Paris, Les Théâtres de la Ville de Luxembourg, Biennale de la danse de Lyon, Grand Théâtre de Provence – Aix-en-Provence, Scène nationale d’Albi, Theater Freiburg
Modena, Teatro Comunale Luciano Pavarotti 18 Febbraio 2020

www.Sipario.it, 24 febbraio 2020

Angelin Preljocaj si è sempre cimentato con coreografie narrative ed altre più sperimentali e in Gravité ha mostrato la ricerca pura in un territorio di sperimentazione ed esplorazione in cui si liberano la forza, la grazia e la sensibilità sul filo tematico astratto del movimento, essenza stessa della danza, al ritmo di brani musicali eterogenei. Il suo linguaggio non è mai più chiaro o più ricco di quello che il coreografo propone in in contesti astratti. Questo balletto crea l'illusione che gli artisti possano sfuggire alla naturale spinta della gravità verso il basso, neutralizzando la pesantezza in una forma di ode alla grazia. E ancora una volta il coreografo ci sorprende mescolando magistralmente danza classica e contemporanea, esplorando le vette della verticalità affiancate alla sua ode alla lentezza. Il fascino per la verticalità in questo balletto culmina in quadri alternativamente languidi e infuocati. La scena è delimitata da semplici pannelli mobili, che ne mutano alternativamente lo sfondo, e arricchita da una scelta dell’ illuminazione che crea effetti netti ma discretamente incisivi. I tredici ballerini si esibiscono sulle note di Johann Sebastian Bach, Iannis Xenakis, Dimitri Shostakovich, Daft Punk, Philip Glass, 79D e verso la fine continuano, concludendo un percorso circolare, sul Bolero di Maurice Ravel con un’inaspettata ripetizione del passo iniziale. Ogni brano musicale è collegato a un quadro e l'esplorazione del movimento, dalla sua espressione più semplice, il camminare, alla sua complessità più elaborata, svela un ‘armonia che suscita stupore e pare elevare ai moti astronomici. Per anni, le nozioni di peso, spazio, velocità, massa hanno intuitivamente attraversato i balletti di Angelin Preljocaj e in Gravité il coreografo rende visibile l'invisibile, palpabile l'intangibile usando la gravità come spazio per la sua scrittura. Questi temi immateriali sono i fili che collegano i quadri di questo suo viaggio. Con questa opera decisamente astratta, esplorando le leggi universali dell'attrazione delle masse tra loro, il coreografo franco-albanese ritorna alle origini della sua scrittura gestuale. Le teorie scientifiche di Newton ed Einstein sono i due fili conduttori della coreografia e rispondono alle sensazioni corporee e spaziali evocate dai ballerini. "Per anni, le nozioni di peso, spazio, velocità e massa hanno intuitivamente attraversato la mia ricerca coreografica", spiega il coreografo. L’invisibile, l’intangibile, l’immanente, la gravità sono gli elementi essenziali della scrittura coreografica che è stata presentata attraverso la ricerca di leggerezza di corpi che sembrano sognare di volare via. Le teorie scientifiche della gravitazione di Newton e la deformazione dello spazio da parte dei corpi che vi sono immersi, teorizzata da Einstein, ricevono risposta dalle sensazioni corporee e spaziali evocate dai ballerini. Con questa creazione il coreografo si è avventurato verso nuovi territori, una vera drammaturgia attorno alla gravità, una delle sue coreografie più belle.

Giulia Clai

Ultima modifica il Giovedì, 27 Febbraio 2020 09:39

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