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BLU INFINITO - coreografia Nadessja Casavecchia

"Blu infinito", coreografia Nadessja Casavecchia "Blu infinito", coreografia Nadessja Casavecchia

direttore artistico e coreografo Anthony Heinl
co-direttore e coreografa Nadessja Casavecchia

performers Antonella Abbate, Leonardo Tanfani, Carlotta Stassi, Matteo Crisafulli,
Giulia Pino, Giovanni Santoro, Nadessja Casavecchia

costumi Piero Ragni
light designer e direttore Adriano Pisi
laser effects Simone Sparky
produzione Evolution Dance Theater
tour a cura di Live Arts Management
Trieste, Politeama Rossetti, 14 giugno 2021

www.Sipario.it, 16 giugno 2021

Una scatola nera a evocare le immagini dell’oceano più profondo inghiotte lo spettatore, lo rapisce in un caleidoscopio onirico, lo stordisce fino a perdersi per un’ora nelle fantasie naturali più meravigliose. Il progetto spettacolare è chiaro sin dal primo fluire delle note e dei corpi, dal primo scorrere dell’acqua verso viaggi lontani, in un dipinto marino senza confini o barriere ricco di suggestioni e onde luminose. I coralli luccicano e danzano con le alghe dalle fogge antropomorfe, i serpenti marini s’inseguono a tracciare traiettorie imprevedibili, le meduse si allargano e si restringono come ologrammi plastici, il plancton visibile sotto la lente del microscopio rivela bizzarre creature acquatiche. Non troviamo una superficie o un fondale… tutto sembra fluttuare e crearsi all’improvviso grazie al controllo del corpo che i performers ostentano diventando quasi dei pittori acquatici, degli illusionisti di luce in una dimensione buia senza gravità. Arcana, improvvisa, effimera ma anche elegante, ironica, mai scontata, la dinamica coreografica alla base di “Blu infinito” porta la firma dello statunitense Anthony Heinl, in passato collaboratore dei Momix. Anche questa, come altre sue opere, raccoglie le infinite suggestioni dall’ensemble più famoso di Moses Pendleton e si concretizza in una simbiosi feconda di danza, ginnastica artistica ed effetti visivi volti a suscitare lo stupore nel pubblico. La cifra originale è l’insistenza sul “blacklight teather” supportato da un progetto luci (diretto da Adriano Pisi) molto complesso che si serve di effetti laser (Simone Sparky), specchi, rifrazioni e videoproiezioni interattive basate sulla tecnologia del Light Wall.
“Luce nera”, illusione, magia e movimento si fondono nelle esibizioni del gruppo tutto italiano fondato a Roma nel 2008 da Heinl, un connubio efficace di arte e tecnologia che non disdegna però anche l’utilizzo di strumenti più comuni come stoffe, cerchi, funi, palle e nastri. I sette artisti (4 donne e 3 uomini) sono atleti, ballerini, equilibristi, contorsionisti, demiurghi di magie. Applauditissimi, regalano un’esperienza emozionale e visiva indimenticabile perché “in un a goccia d’acqua s’incontrano i segreti di tutti gli oceani” (Khalil Gibran).

Elena Pousché

Ultima modifica il Giovedì, 17 Giugno 2021 14:53

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