coreografia, drammaturgia e interpretazione Cristiana Morganti
regia Cristiana Morganti e Gloria Paris
disegno luci di Laurent P. Berger
creazione video Connie Prantera
assistente di prova Elena Copelli
datore luci Paolo Di Candia
audio/video Alessandro Di Fraia
produzione esecutiva Lisa Cantini
al teatro Ponchielli, Cremona, 8 novembre 2022
Si rimane un po’ basiti assistendo a Behind The Light di Cristiana Morganti. Il motivo è presto detto: si ha l’impressione di un lavoro molto pensato, molto intimo, ma che nel suo complesso non trova la giusta distanza che lo renda autonomo rispetto al processo di genesi. Ci spieghiamo. Il lavoro, nato negli spazi costrittivi a cui ci ha condannato il lockdown, vive di una sua sincerità emotiva, ma non va al di là di questo. Cristiana Morganti ha cercato di elaborare i lutti familiari dando movimento al dolore, dando corpo al distacco e lo ha fatto con ironia, come nel suo stile. «Come nel suo stile»: questa è la chiave di lettura e di perplessità per questo lavoro che pure il pubblico apprezza perché si ritrova, perché – soprattutto la parte femminile – individua in esso quella stanza tutta per sé in cui crogiolarsi perso in un grande maglione, sgranocchiando schifezze davanti alla tv. Cristiana Morganti costruisce tanti momenti, frammenti di una quotidianità in cui entrano vita privata e l’esperienza di danzatrice, il segno di Pina Bausch permane potente – e non potrebbe essere altrimenti -, ci sono momenti ironici e di autoironia femminile. Tutto questo cerca di riempire uno spazio vuoto e un tempo dilatato che a tratti mostrano un’artista che non sa o non riesce a dare la giusta incisività a ciò che fa in scena e, inevitabilmente, ripete e si ripete. Intelligente e ironico il legame fra musica lirica e movimento coreutico, belli e pieni di poesia i video di Connie Parntera, così come le luci di Laurent Berger che costruiscono installazioni di intensa pulizia e nitore che appagano l’occhio. Si dirà: ma se il movimento di Morganti è fluido, la sua ironia coglie nel segno, le installazioni visive hanno una loro apprezzabilità estetica perché poi il giudizio finale si colora di perplessità e rimane una insoddisfazione di fondo che rende Behind The Light uno spettacolo non memorabile? Il motivo sta nella costruzione, gli ingredienti rimangono separati, non si è avvertito – almeno nella replica cremonese al teatro Ponchielli – una adeguata e omogenea sintesi e compattezza. Si assiste a tanti piccoli quadri che solleticano il sorriso, che appagano (poco) la voglia di danza e movimento coreutico, ma alla fine non lasciano nulla o quasi, almeno a chi scrive. Il pubblico femminile applaude per inevitabile e comprensibile rispecchiamento di genere, nulla di male. Il commento finale è dunque: vedibile, ma nulla di che… e da Cristiana Morganti ci si aspetterebbe qualcosa di più. Ma si sa dire di sé, sempre di sé, rischia di far perdere la giusta distanza, ecco la giusta distanza è mancata a questo lavoro. Forse questo, peccato.
Nicola Arrigoni