LES QUATRE 4 TEMPERAMENTS
Choreography: George Balanchine ©The George Balanchine Trust
re-staged by: Patricia Neary
Music: Paul Hindemith, Theme with Four Variations for String Orchestra and Piano.
WARTIME ELEGY
Choreography: Alexei Ratmansky. Music: Valentin Silvestrov, Four Postludes for Piano and String Orchestra; Ukrainian Village Music: Historic Recordings 1928-1933, Pidkamecka Kolomyjka et Nina Polka. Scenic Design: Wendall K. Harrington. Costumes: Moritz Junge. Art: Matvi Vaisberg & Maria Prymachenko ©Charitable Heritage of the Maria Prуmachenko Family. Lighting Design: Reed Nakayama. Re-staged by: Giovanni Villalobos.
LA NUIT TRANSFIGURÉE (CREATION)
Choreography: Marco Goecke. Assistant Choreographer: Giovanni Di Palma. Music: Arnold Schoenberg, “Verklärte Nacht” for string orchestra op. 4. Dramaturge: Nadja Kadel. Light Designer: Udo Haberland. Set and costume Designer: Michaela Springer.
In collaborazione con Le Printemps des Arts de Monte-Carlo
Les Ballets de Monte-Carlo. Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo. Direttore: Jesko Sirvend. Pianista: David Bismuth
PRINCIPATO DI MONACO, Grimaldi Forum, dal 23 al 27 aprile 2025
Trasfigurazioni monegasche Creato in occasione del programma di apertura della nuovissima Ballet Society - formazione successivamente nota come New York City Ballet - The four temperaments risale al 1946 e in un segmento di circa 30 minuti palesa alcuni dei paradigmi sperimentali di George Balanchine e che ben presto diventeranno cardini di un’estetica ineludibile nello sviluppo storico della danza. Un lavoro, questo, che com’è noto richiama alcune teorie antropologiche, anatomiche, filosofiche e teologiche legate agli umori e ai temperamenti e ravvisabili nei plurimi modelli di personalità recuperati in questa creazione coreografica. È a tale pagina della coreografia balanchiniana che si rivolge la compagnia dei Ballets de Monte-Carlo per l’apertura del nuovissimo programma coreutico presentato al Grimaldi Forum: un’occasione di rilievo che oltre ad omaggiare il longevo rapporto tra Mr B e il Principato di Monaco rispolvera l’amore che da sempre la compagnia monegasca palesa per questo repertorio che oggi torna grazie alla fedeltà assicurata da Patricia Neary, la “gardienne du temple” come ama appellarla Jean-Christophe Maillot, coreografo e direttore della troupe di Monaco. L’esito è globalmente positivo e nella tavolozza dei quattro temperamenti merita certamente una menzione di merito, per efficacia nella resa delle fluide combinazioni della coreografia, l’ensemble formato da Jaeyong An, Isabelle Maia, Candela Ebbesen, Portia Adams e Katrin Schrader impegnati nel movimento “flemmatico”. La seconda sezione della serata è affidata a Wartime Elegy di Alexei Ratmansky, coreografo notoriamente impegnato da tempo a portare in scena l’identità, la resistenza e la vitalità del popolo ucraino. Creato con i danzatori del Teatro Nazionale di Kiev il brano coreografico di circa venti minuti adotta due fonti musicali che pennellano i tratti del lavoro. Con i Four Postludes for piano and string orchestra di Valentin Silvestrov si apre e si chiude la creazione: musica intrisa di quella lievità che consente a Ratmansky di palesare le sue proverbiali capacità liriche adottate nel vocabolario coreografico che gli è proprio evocando i nefasti eventi dell’attualità senza cadere nel didascalismo. Con l’Ukrainian Village Music, di converso, si concede spazio al mondo variopinto e festante della danza folcloristica su musica tradizionale. Due segmenti, quelli modulati sulle Historic Recordings 1928-1933, che sono un omaggio alla vita lieta e gaia che gli otto danzatori della troupe monegasca restituiscono con disinvoltura e autentico coinvolgimento in una pièce dedicata, per l’appunto, al popolo ucraino. È una creazione per Les Ballets de Monte-Carlo l’ultimo segmento del programma affidato in questo caso all’estro del coreografo Marco Goecke. Trenta minuti dedicati al peculiare tratto dell’artista tedesco qui impegnato con Arnold Schoenberg e Verklärte Nacht for string orchestra op. 4. Una scelta, questa, che prende le distanze dalla primigenia fonte ispiratrice del poema di Richard Dehmel per prediligere unicamente il tema dell’amore qui analizzato, proposto e urlato con energia sia negli assoli che nel numeroso ensemble previsto per il lavoro. L’analisi peculiare e convincente del tema della trasfigurazione modulato da Goecke e dalla drammturga Nadja Kadel anche con gli evanescenti profili della solitudine sono alcuni dei cardini della pièce. Una prova ottimamente superata per i danzatori monegaschi abili nel restituire le peculiarità di una coreografia che per estetica, potenza e profili angolosi sembra lambire un confine della danza intrigante e oggi non eludibile. Vito Lentini