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THE CHOIR OF MAN - coreografia Freddie Huddleston

"The Choir of Man", coreografie e movimenti di regia Freddie Huddleston "The Choir of Man", coreografie e movimenti di regia Freddie Huddleston

creato da Andrew Kay & Nic Doodson

scritto da Ben Norris
regia di Nic Doodson

coreografie e movimenti di regia Freddie Huddleston

regista associato Jim Fortune
con Mikey Shearer, Tom Reade, James Hudson, Johnny Sheehy,
George Bray, Tom Gadie, Ben Langridge, Matthew Hobbs, Freddie Huddleston
scene di Oli Townsend
costumi di Verity Sadler
supervisione musicale e arrangiamenti di Jack Blume

suono di Max Hunter
luci di Richard Dinnen
produzione Andrew Kay and Nic Doodson
Trieste, Politeama Rossetti, 17 novembre 2019

www.Sipario.it, 24 novembre 2019

Benvenuti al pub "The jungle"! Prendetevi una pinta di birra e mettetevi comodi...ascolterete tante storie e vi abbandonerete alle melodie trascinanti di tante canzoni. Staccherete dalla pesante routine della settimana, "lascerete i vostri pensieri nel cappotto" e ritroverete l'essenza più spensierata di voi stessi... È questa l'atmosfera di festa, euforia e relax che accoglie lo spettatore incredulo di "The Choir of Man", titolo di punta del cartellone "Musical & eventi" del Politeama Rossetti. Reduce da una trionfale tournèe nel Regno Unito, in Australia e in America, lo spettacolo (creato da Nic Doodson ed Andrew Kay nel 2017) ha debuttato in esclusiva per l'Italia a Trieste, accolto con grande calore e partecipazione.
Come per magia, grazie ad un'accogliente progetto scenografico, il palcoscenico si trasforma in un pub inglese, elegante e dai toni caldi. Rivestito da tappezzeria colorata e pannelli di legno su cui campeggiano le bizzarre stampe di animali-gentleman, è ammantato da una raffinata atmosfera british, con bancone, sgabelli, luci soffuse. Nove performers di genuino talento iniziano a fare musica tra un bicchiere e l'altro, a cantare e ballare, a parlare con il pubblico in tono confidenziale. Tutto avviene con naturalezza senza mai annoiare, in un'ora e mezza coinvolgente e spontanea. Colpisce soprattutto l'esecuzione di altissimo livello di tutti i numeri musicali: i brani proposti si succedono come in un florilegio vario e imprevedibile di hit, dai classici successi da intonare insieme al pop più orecchiabile, dal rock deciso al repertorio di Broadway, al folk irlandese e scozzese. Nella scaletta troviamo infatti "Hallo" di Adele, "Welcome to the jungle" dei Guns 'n' Roses ma anche "Somebody to Love" dei Queen e alcune improvvisazioni che variano da serata a serata. Tra boccali e tavolini, sulla scia di una trascinante ebbrezza dionisiaca di note e sapori, qualche signora della platea sale in scena, a farsi dedicare una canzone e un brindisi da uno dei simpatici boys, che si esibiscono anche con percussioni improvvisate con vassoi e bottiglie, brani a cappella e in numeri coreografici acrobatici e di tap dance. I piccoli monologhi maschili affrontano poi problemi quotidiani e intimisti, quasi degli a parte che mettono a nudo spesso in modo ironico le personalità dei singoli ma anche le fasi e le vicende della vita privata di tutti noi.
La sensazione che rimane dopo lo show è di aver vissuto un'esperienza informale e rilassante, romantica e divertente, approfondendo un'idea di pub culture che poco ancora si conosce ma che brilla per originalità e sano ottimismo.

Elena Pousché

Ultima modifica il Lunedì, 06 Gennaio 2020 12:27

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