un balletto di Matteo Levaggi
su musiche di Steve Reich, Ryoji Ikeda, David Lang
disegno luci Marco Policastro
impianto scenico Sara Giammello
creazione per la Biennale di Venezia - Danza in coproduzione con Torinodanza 2006
Trezzo sull’Adda, 6 giugno 2007
Trezzo sull'Adda
Matteo Levaggi è uno dei pochi nostri giovani coreografi interessato alla danza pura. I maestri ispiratori di questo ventinovenne che lavora stabilmente come coreografo del Balletto Teatro di Torino di Loredana Furno sono Balanchine, Cunningham, certo Forsythe. Una delle ultime creazioni di Levaggi, Canto bianco in un momento di orizzonte verticale, musiche di Steve Reich, Ryoji Ikeda e David Lang, è stata ospitata dalla 12ª edizione di Adda Danza, festival che chiude stasera al Live Club di Trezzo con la compagnia anglo-indiana di Shobana Jeyasingh.
Levaggi firma un pezzo ben articolato sotto il profilo coreografico, sia per il gusto del gioco di linee del corpo che per la crescita delle strutture di movimento nello spazio. Un disegno tra neoclassico e postclassico che predilige le diagonali, un po' alla Christopher Wheeldon (coreografo inglese molto apprezzato in America), lo sviluppo di sequenze in parallelo come il duetto al femminile che apre lo spettacolo, la creazione di quartetti, gruppi, assoli, la loro dissoluzione e trasformazione.
Costumi bianchi che declinano al beige per poi opporsi ai neri: colori che si sposano a una danza che passa dalla qualità armonica, apollinea della parte in chiaro al postclassico più inquieto e notturno della parte scura. Tuttavia, nonostante l'evidente impegno tecnico dei danzatori, Canto bianco non decolla come vorrebbe la scrittura coreografica e la sua premessa, ovvero il tentativo di rendere visibile ciò che si agita «sotto la pelle» (questo era il tema), lo «sviluppo interiore», «pensieri e emozioni, ricordi che attraversano il nostro essere psicologico» (Levaggi). Nei danzatori questa consapevolezza tra sentire interno e dinamismo del corpo è discontinua: funziona in Manuela Maugeri e Takashi Setoguchi, ma nel complesso del gruppo, la motivazione del pezzo resta alla superficie delle forme. Un'interpretazione da mettere a fuoco perché Canto bianco si riveli.
Francesca Pedroni