SNDO (School for New Movement Studies Amsterdam)
Coreografie e performer:
Fernardo Belfiore (Brasile), Tiziana Bolfe (Italia), Helen Cerina (Italia), William Collins (Scozia), Martina Cortellazzo (Italia), Marco D’Agostin (Italia), Chiara Frigo (Italia), Silvia Gribaudi (Italia), Maizena Krezeminska (Polonia), Maria Mavridu (Grecia), Francesca Pennini (Italia), Magdalena Ptasznik (Polonia)
Michele Rizzo (Italia), Alessandro Sciarroni (Italia), Simon Tangui (Francia), Teilo Troncy (Francia)
Bassano del Grappa, palazzo Bonaguro, 13 agosto 2010
Opera Estate Festival di Bassano del Grappa e il gruppo SNDO (School for New Movement Studies Amsterdam) hanno presentato, nel tardo pomeriggio di venerdi 13 agosto, lo spettacolo dal titolo CD 16 Choreographic Dialogues nell’ambito di un progetto di “dialogo coreografico” di altissimo impatto emozionale.
Sono stati coinvolti otto autori del prestigioso centro olandese e otto coreografi italiani, che hanno realizzato una performance presso le sale e il giardino di Villa Bonaguro. I 16 artisti, coordinati da Katerina Bakatsaki, hanno sviluppato un percorso di ricerca coreografica atta a relazionarsi e a “dialogare” con gli spazi della villa. Ogni performance è stata studiata appositamente per le caratteristiche del luogo. Ogni stanza dava la possibilità a due o più artisti di esibirsi tra un pubblico limitato a 70 persone, successivamente divise in due gruppi, curioso e attento, che spesso interagiva e giocava con la provocazione e la dinamica dell’azione. Il dialogo era prevalentemente fisico e la lettura avveniva attraverso l’osservazione della dinamica corporea e anatomica che utilizzavano i danzatori, esibendosi anche con acrobazie di altissimo livello tecnico.
La ricerca, l’inventiva e la composizione materiale del movimento sono cifre distintive della scuola di ricerca coreografica di Amsterdam, che focalizza il percorso di formazione sui modi in cui si percepisce il corpo e su come esso comunica nel campo dell’arte e della società. Tale modo, naturalmente, cambia prospettive in base al tempo, ai luoghi, al contesto e allo spettatore presente in quel momento.
Il pubblico cambiava stanza “in religioso silenzio” (era stato esplicitamente chiesto di non applaudire alla fine di ogni “quadro scenico” per non rompere la concentrazione e la magia creatasi) e si immergeva, ogni volta, in uno spazio fisico e psicologico diverso. L’effetto prodotto era uno stato emotivo complesso, dall’emozione viscerale, quasi dolorosa, al piacere e all’estasi visiva, dalla risata incontrollata e spontanea, al disagio e imbarazzo suscitato da altre situazioni. Come quando due attori, nello spazio esterno della villa, si affrontano e si provocano sputandosi reciprocamente in faccia!
Surreale, divertente e originale anche l’intervista fatta agli artisti da una improvvisata giornalista (anche lei facente parte, in realtà, del gruppo), dove, ad ogni domanda, seguiva una risposta “fuori tema” che in un primo momento spiazzava i presenti.
Gli autori, con apparente portamento compito e serio, si sono presentati con buffe acconciature preparate con cotone. Poi il pubblico, è entrato in questo meccanismo “delirante” e ha cominciato a divertirsi ascoltando quel gioco di parole e frasi paradossali, lasciandosi così piacevolmente, trascinare da questa intervista degna di un’opera del teatro dell’assurdo!
Mirna Baccin