creazione 2022, ripresa dalla versione del 2011
Chicos Mambo
ideazione e coreografia Philippe Lafeuille
assistente alla coreografia Flavie Hennion
con Antonie Audras, Florent Chevalier, Emmanuel Dobby, Mohammed Kouadri, Stephane Vitrano, Jean Baptiste Plumeau
ideazione luci Armand Coutant
costumi Corinne Petitpierre
colonna sonora Antisten
musiche di Serge Prokofiev, Ran Slavin, Värttinä, Godspeed You! Black Emperor, Björk, Walt Disney
Festival Danza in Rete 2025
Vicenza, teatro Comunale, 14 febbraio 2025 – Prima nazionale
Spettacolo di debutto della nuova stagione Danza in Rete 2025, la Cenerentola moderna e ecologica non scoppietta, rimanendo sottotono rispetto alle aspettative create per il nuovo arrivo in città dei Chicos Mambo. Come da indicazione da sottotitolo il balletto, con la coreografia di Philippe Lafeuille, guarda all’ecologia partendo dalla favola di Perrault in qualche maniera usandola come un pretesto, per poter indicare una via e uno spazio proprio e adeguato. La compagine francese (fondata però in Spagna, a Barcellona) è rinomata sia per l’indubbia tecnica che per un senso ironico che mette nei suoi lavori. In questo caso Cendrillon, o Cenerentola che dir si voglia è suburbana, a stento la si riconosce proprio per via di questa sua appartenenza rinata dalle ceneri della spazzatura, metafora comunque di un senso di rinascita. E’ di fatto una transformation che dovrebbe rimettere in sesto e in equilibrio la sua ricerca di vita nella società, tornando a un ruolo più umano possibile o quanto meno emergendo al meglio da quella situazione sgradevole, ciò che di brutto, offensivo, triste e grigio ci viene proposto quotidianamente. La Cenerentola di Lafeuille è dunque stavolta meno appariscente e colorata tra i suoi rifiuti, senz’altro meno allegra, del resto è la favola stessa a dirlo. Il regno dove la ragazza si muove, tra le sorellastre e la matrigna, e il principe che dopo il ballo di mezzanotte la andrà a cercare per la famosa scarpina persa, viene qui rivisitata usando come ambientazione l’enorme discarica e ciò che le sta attorno, e i rifiuti danno il via a una danza che si inanella nella storia fiabesca, dove anche rifiuto è, deve, diventare bellezza. E’ un’ allegoria in corso plurime che spiega come anche dall’orrido si possa riconfluire nel vivo combattendo. Ed è un messaggio che lo stesso coreografo invia ai destinatari-spettatori, consegnando loro un mondo che da raffazzonato diventa di nuovo bello, si tramuta. Il corpo di ballo di sei elementi si muove tra i pannelli colorati che di volta in volta possono rappresentare le più diverse scenografie, con un orizzonte simboleggiato pieno di bottiglie di varia dimensione, di plastica. La plastica stessa ritorna praticamente sempre, in ogni dove, come elemento non distruttivo ma ossigenante, rielaborato, divenendo via via, copricapi, mantelli, carrozza, in invenzioni coreografiche che provano ad essere ammalianti, ed esteticamente funzionali. Sono, talvolta, immagini che evocano poesia e non possono non far pensare in che mondo si vive, ma nonostante ciò la favola colpisce nel suo intento a metà, e i Chicos Mambo, levata la loro tecnica, nella nuova coreografia non producono un impatto del tutto riuscito. Tutto il colore che ci si attendeva non viene poi così messo sulla scena, e la Cenerentola stessa nei suoi momenti più lenti un po’ fatica a darsi, e a dare, luce e vivacità. Occasionalmente si assiste a scene da piccoli sorrisi, non che Perrault avesse voluto molto di diverso, ma tutto rimane un po’ sospeso, se non nell’intento, se così è, di sensibilizzare il pubblico sul problema di un mondo sommerso e ostile, e di una rinascita che comunque deve arrivare, lavorandoci. Lo stagione di Danza in Rete 2025, di cui questo è il primo spettacolo, è stata aperta da un assaggio interessante di Hà-bi-tus, trascinante coreografia di Alessandra Ruggeri, che comunque si potrà vedere interamente il prossimo 29 marzo al teatro Astra, sempre a Vicenza naturalmente. Francesco Bettin