mercoledì, 25 giugno, 2025
Sei qui: Home / C / CARAVAGGIO - coreografia Mauro Bigonzetti

CARAVAGGIO - coreografia Mauro Bigonzetti

“Caravaggio”, coreografia Mauro Bigonzetti “Caravaggio”, coreografia Mauro Bigonzetti

Balletto in due atti
Coreografia MAURO BIGONZETTI
Musica BRUNO MORETTI da CLAUDIO MONTEVERDI
Scenografia e luci FRANCO CERRI
Costumi LOIS SWANDALE  KRISTOPHER MILLAR
Caravaggio ROBERTO BOLLE
La Luce MARIA KHOREVA
Il Buio ANASTASIA MATVIENKO
La Bellezza EKATERINE SURMAVA
Solista uomo 1 GIOACCHINO STARACE
Solista uomo 2 ILDAR YOUNG-GAYNUTDINOV
La Zingara VANIA DE ROSAS
I Bacchi LUCA CURREL ROSE FEREDICO LABATE
Firenze, 11 maggio 2025
87° Festival del Maggio Musicale Fiorentino - Danza

www.Sipario.it, 12 maggio 2025

Il Festival del Maggio in febbraio si è arricchito anche in ambito coreutico di questo Caravaggio, balletto che ha debuttato nel 2008 a Berlino ma può vantare il Maggio ’25 a Firenze per il suo debutto italiano, molto atteso a giudicare dal pubblico che è giunto numeroso per ogni recita, e ha visto le stesse aumentare per l’alto numero di richieste. Potenza del richiamo creato dal nome di Roberto Bolle, o dal mito dell’artista? Chissà. Una grande festa della danza, comunque.

E il pubblico non è stato deluso. Si tratta infatti di una creazione geniale del grande Mauro Bigonzetti, che ha evitato con classe i pericoli del déja vu (l’artista maledetto di stampo romantico) e ne ha fatto una narrazione corale di un’epoca e di un’idea dell’arte che influenzerà il gusto per un secolo, qui riproposta giustamente dal maestro delle luci Franco Cerri: la pittura caravaggesca in danza. E le musiche di Claudio Monteverdi sono la migliore ispirazione per Bruno Moretti sottolineando i momenti salienti, niente di più opportuno come guida alla danza. Pochi infatti gli arredi scenici, sobri riferimenti al dipingere ed alla drammaticità dei contrasti di colore. Si potrebbe dunque pensare che il dinamismo, la violenza del gesto caravaggesco ne conseguano: tutt’altro. Dal punto di vista coreutico, si tratta di una elaborazione simbolica dell’assunto di stampo neoclassico, dominata dalla razionalità e dall’equilibrio, assolutamente apollinea.

E si tratta, soprattutto, di una creazione che privilegia la coralità, protagonisti ne sono il pittore e le sue idee sull’arte, di stampo prettamente lombardo, qui impersonificate dai danzatori protagonisti. E che protagonisti di talento sono stati scelti a definire il pittore, incarnato da Roberto Bolle: la Luce è la giovane Maria Khoreva, del Mariinskij di San Pietroburgo, il Buio Anastasia Matvienko, International Guest Artist, la Bellezza da Ekaterine Surmava, del Dortmund Ballet. Bellissimo nel primo atto il trio del pittore e le sue muse, mentre la Bellezza sarà privilegiata nel breve secondo atto, più drammatico, in un magnifico pas de deux, e ancora nel finale il geniale girotondo dei protagonisti, ma non è allegro come in Matisse, ricorda molto il simbolismo tedesco. Nelle scene che vogliono raccontare il mondo romano, nel quale l’artista piomba dal nativo bergamasco, una compagnia di giovani ballerini danza il saltarello, e di quel periodo della prima arte caravaggesca i simboli sono i due Bacchi, Luca Currel Rose e Federico Labate con i loro grappoli d’uva, mentre la Zingara è la deliziosa Vania De Rosas.  Sempre nel secondo atto, dove la narrazione esistenziale si fa drammatica per giungere al tragico epilogo, dimostrano le loro straordinarie qualità nei pas de deux con l’artista lo straordinario Gioacchino Starace, quasi alter ego del protagonista anche nel physique du role, anch’esso alto ma bruno recita con Bolle il ruolo del doppio, quasi incredibile, mentre Il giovane artista russo Ildar Young–Gaynutdinov dimostra capacità espressive e drammatiche oltreché tecniche assolute. Fondamentale quindi la scelta del cast tutto, ma direi semplicemente che il balletto è semplicemente esempio di perfezione in arte, e direi anche nel rapporto fra le arti, competente e raffinato, anche se, naturalmente, protagonista è la danza, il filo conduttore di tutta una vita, quella di Roberto Bolle, che è riuscito a far diventare la classica popolare.

Annamaria Pellegrini 

Ultima modifica il Lunedì, 19 Maggio 2025 11:15

About Us

Abbiamo sempre scritto di teatro: sulla carta, dal 1946, sul web, dal 1997, con l'unico scopo di fare e dare cultura. Leggi la nostra storia

Get in touch

  • SIPARIO via Garigliano 8, 20159 Milano MI, Italy
  • +39 02 31055088

Questo sito utilizza cookie propri e si riserva di utilizzare anche cookie di terze parti per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle scelte di navigazione. Per maggiori dettagli e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie è possibile consultare la cookie policy. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner si acconsente all'uso dei cookie.

Per saperne di più clicca qui.