Rivelazione e declino
coreografia: Luca Veggetti
scene e costumi: Elena Puliti
regia: Beppe Menegatti, testi: Georg Trakl
musiche: Webern, Hindemith, Vlad, Togni, Maggi, Adorno, Mannino
con Roberto Herlitzka, Monica Benvenuti, Giacinta Nicotra, Cosimo Manicone
Anjella Kouznetsova, Daniela Lombardo, Sara Loro, Simona Onidi, Kristine Saso,
Riccardo Di Cosmo, Fabio Grossi, Paolo Mongelli, Gerardo Porcelluzzi, Alessandro Rende
ensemble musicale del Teatro dell’Opera diretto da Sergio La Stella
Roma, Teatro Nazionale, dal 27 aprile al 2 maggio 2007
Se altri meriti non avesse, al Teatro dell'Opera di Roma si attribuirebbe quello non piccolo di mettere in cartellone momenti fondamentali della cultura europea, per farne danza e non solo. Come si verifica ora per l'operazione, dedicata a Georg Trakl e la sorella Grete: rivelazione e declino. Al Nazionale è stata messa in scena , e vi rimarrà fino al 2 maggio, una struttura che ha al suo centro Trakl, uno dei maggiori poeti di lingua tedesca del '900 e tutt'intorno le composizioni di musicisti che nei suoi versi hanno trovato ispirazione. Qui detti magistralmente live da una voce d'eccezione, Roberto Herlitzka. L'asse portante è la danza coreografata da Luca Veggetti sulla trama espressiva di quelle musiche ispirate da Trakl. Con questo poeta, nato a Salisburgo nel 1887, siamo in piena temperie espressionista. Eversione urlata, insomma, che il Nostro però tinge di angosciosa solitudine, dopo il dolore infertogli dal «macello» della Prima guerra mondiale, agonia d'Europa, che lo portò alla morte, praticamente suicida. La trasfigurazione poetica di tanta tragedia trovò nel secolo straordinaria risonanza in musicisti diversi fra loro, a riprova della sua universalità: in ordine di entrata nello spettacolo, Webern, Hindemith, Vlad, Togni, Maggi, Adorno, Mannino, che trovano interpreti accurati e sensibili nelle cantanti Monica Benvenuti e Giacinta Nicotra, e nel sapiente sostegno strumentale dell'Ensemble formato da professori dell'Orchestra dell'Opera diretti da Sergio La Stella. La parte più intima del poeta resta dispersa in poche citazioni epistolari; e la sua nostalgia in richiami pianistici a Schubert, Schumann e Schönberg affidati a Renata Russo.
Toni Colotta