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GIULIETTA E ROMEO - coreografia Fabrizio Monteverde

“Orme”, coreografia Fabrizio Monteverde “Orme”, coreografia Fabrizio Monteverde

Balletto in due atti
Liberamente ispirato alla tragedia di William Shakespeare
Musiche di  Sergej Prokof’ev
Coreografia e regia di Fabrizio Monteverde
Azzurra Schena nel ruolo di Giulietta
Paolo Barbonaglia nel ruolo di Romeo
Scene di Fabrizio Monteverde
Costumi di Eve Kohler
Lighting Design: Emanuele De Maria Balletto di Roma
Siena, Teatro dei Rinnovati, 15/16/17 novembre 2024

www.Sipario.it, 26 novembre 2024

A vent’anni dalla sua creazione, nel 2023 questo iconico balletto creato per la compagnia romana ha ricominciato (fortunatamente) il suo tour sui palcoscenici: non c’è da meravigliarsi che la sua fama si dimostri fondata, anche oggi che le coreografie contemporanee sono numerose e apprezzate. Agli occhi del pubblico, la personalità creativa di Fabrizio Monteverde, autore anche delle nude scene, emerge comunque sulla produzione attuale, dimostrando la capacità di questo coreografo di dare alla danza contemporanea lo stesso aggraziato rigore del balletto classico.

Quanti non avevano ancora avuto l’opportunità di assistere a questa originale interpretazione delle famose, e conturbanti, musiche di Prokof’ef, sono stati dapprima spiazzati, subito conquistati da una compagnia di eccellenti danzatori, sulla scia di Béjart che ha molto valorizzato la danza maschile: nella più assoluta perfezione formale hanno raccontato una vicenda di cronaca e di attualità, in rigoroso abito a giacca, di una lotta tra opposte fazioni, e sono loro i protagonisti, restando ai due interpreti innocenti, interpretati magistralmente da Azzurra Schena e Paolo Barbonaglia, il breve straziante amore e matrimonio e morte. Bellissima l’idea di Giulietta che, lungi dall’affacciarsi dal balcone, sale dopo il primo incontro amoroso la scala provvisoria verso la propria stanza del palazzo. 

Una narrazione corale dunque, di un’umanità anonima che, volgarità a parte, è nell’essenza del conflitto ancora assolutamente attuale e sempiterna, un tòpos che nulla concede al sentimentalismo. A questo scopo concorre stranamente quello che, abitualmente, è un elemento straniante della danza in tournée: la musica registrata. Pur appassionati come siamo della sconvolgente creazione del mitico musicista russo, che abbiamo ascoltato dal vivo nell’esecuzione insuperabile del maestro Yuri Ahronovitch, ingiustamente dimenticato nonostante i nostri modesti tentativi di rendergli onore, anche da Sipario (ma la Speranza è l’ultima a morire) in questo contesto ne abbiamo apprezzato l’esecuzione impeccabile quanto edulcorata, perfetta per questa narrazione. Un consiglio: non fatevela scappare! 

Annamaria Pellegrini 

Ultima modifica il Mercoledì, 04 Dicembre 2024 09:00
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